Ha ragione Allegri: stiamo qui a parlare di preparazione fisica, di intensità, del collettivo, dell'importanza di avere buoni schemi offensivi. Invece lo sanno tutti, vincono i campioni.
Tu vorresti mettere Firmino e Salah, per esaltare la loro amalgama e ribaltare il Barcellona. Ma contro Suarez e Messi, ci vuole ben altro: ci vuole la classe cristallina di Divock Origi, prima di tutto. Un giocatore talmente forte che il Wolfsburg, l'irresistibile squadra del popolo tedesca, l'anno scorso l'ha coperto d'oro dopo una sola partita col Liverpool, portandolo a furor di popolo alla Volkswagen Arena.
Potreste poi pensare di affidarvi a due terzini fluidificanti, giovani e instancabili come Alexander Arnold e Robertson. Invece no: tu togli Robertson all'intervallo e arretri a sinistra il trentasettenne Millner, che è un po' come il nostro Barzagli.
L'avete criticato il cambio di Madrid, e invece tu i terzini ultratrentenni devi mettere. Altro che. Anche perché così liberi il campo per Georginio Wijnaldum, detto Jimmy il fenomeno, uno coi piedi talmente buoni che al confronto pure Crujff impallidirebbe.

Altro che Ajax, altro che calcio totale, questi sono i veri olandesi: Winaldum, Van Bommel, Van Basten. Infatti poi alla fine su un colpo di genio da calcio piazzato hai vinto. All'andata tanto fumo e niente arrosto, torni a casa sconfitto tre a zero. Al ritorno c'hai Origi al posto di Salah, che al Camp Nou s'è mangiato un gol a porta vuota da due metri, e la tecnica migliore viene sempre a galla.
Fai tre ripartenze, un gol da palla inattiva e hai vinto la partita. Il calcio è semplice, se hai Origi e Wijnaldum: quattro a zero e il calcio spettacolo del Barcellona di Suarez, Messi e Coutinho a casa.