L'idea iniziale era stata di condensare tutto il week-end mondiale in un unico articolo, il cui piatto forte sarebbe stato Spagna-Germania, neanche a dirlo. Infatti, se mettete insieme i titoli mondiali ed europei delle due nazionali, avrete un palmarès complessivo da mille e una notte del calcio. Gli spunti, tuttavia, e quindi gli appunti (il calembour è del tutto involontario) si sono rivelati tali e tanti che chi scrive ha ritenuto meglio dividere la carne da mettere sul fuoco, riservando al big match un articolo a parte. Credo che Spagna-Germania lo meriti, perché è sempre un confronto tale da valere, di per sé, una finale.

Pur pareggiando, la Germania è uscita vincitrice, in un certo senso, dal confronto di stasera. Il suo pareggio contro la Spagna equivale alla vittoria dell'Argentina contro il Messico. E' un risultato che non dà la qualificazione, ma rilancia bene i tedeschi in quell'ottica. La Spagna non era il Messico, per intenderci.
Hansi Flick, tecnico della nazionale tedesca, aveva considerato che, con la difesa a 4, avrebbe chiuso meglio gli spazi in area, ma si sarebbe fatto schiacciare. Jordi Alba, Gavi, Pedri, Marco Asensio Ferran Torres, Dani Olmo & co., in realtà, sono bravissimi negli spazi stretti e negli scambi rapidi. Avvicinarli alla porta, quindi, li avrebbe favoriti, ragion per cui ha optato per una difesa a 3, che avrebbe consentito di avanzare un giocatore, Kehrer, a centrocampo. Ovviamente, in fase di ripiegamento, Kehrer si sarebbe abbassato sulla fascia destra. Luìs Henrique, invece, è rimasto fedele per tutto il match alla sua difesa a 4, che tale rimaneva finché gli avversari non arrivavano ai 16 metri, perché a quel punto la Spagna si difendeva come chiunque altro, retrocedendo in area con l'intero centrocampo.

Al 6° minuto, Dani Olmo obbligava Neuer a deviare sulla traversa. Un'inquadratura del minuto 8° ci mostrava un estremo difensore tedesco stralunato, con lo sguardo di chi immagina una serataccia di tiro a segno in cui la propria porta avrebbe fatto da bersaglio. Mai giudicare un libro dalla copertina, però! Le cose, nel complesso, sarebbero andate meglio per i tedeschi di quello che l'incipit del match aveva fatto temere.
A dire il vero, non sempre Kehrer è stato in grado di scalare indietro tempestivamente, per cui la difesa tedesca è rimasta a 3 uomini troppo spesso e si è allargata eccessivamente. Rudiger, il centrale più centrale, per dirla così, era costretto a recuperare in diagonale, soprattutto a sinistra su Ferran Torres. Nel complesso, tuttavia, il pacchetto arretrato teutonico ha dato l'impressione di tenere, in quanto Gavi, Asensio, Olmo e Ferran Torres erano bravissimi ad aprire i 3 difensori tedeschi, ma nessuno era altrettanto bravo a penetrare negli spazi creati. Molto fumo, insomma, e neanche venduto tanto bene, per dirla tutta. Ferran Torres, specialmente, per tutto il primo tempo ha perso molte occasioni potenziali, quelle che sono lì lì per diventare tali, ma nelle quali l'attaccante si fa murare.
Per inciso, sovente la Germania riusciva a tenere indietro gli avversari pressandoli alti, dimostrando i limiti della costruzione dal basso degli iberici. La costruzione del basso può rallentare la manovra e aumentare le possibilità di errore in zone rischiose. Il campanello d'allarme suona quando passi la palla al portiere che la ridà per poi riceverla per poi ridarla, finché la sfera non rotola in calcio d'angolo. Quando accade, vuol dire che il tuo possesso di palla non ti fa controllare il gioco, ma aiuta gli avversari a tenerti sotto controllo.
Luìs Henrique comprendeva che, senza centravanti, avrebbe dovuto attendere le calende greche
(quelle che non arrivavano mai, in quanto non esistevano) per segnare. Al 9° buttava dentro Morata, che segnava in meno di 10 minuti con un taglio da destra verso sinistra, mentre 3 minuti dopo, con l'identico taglio, scombinava la difesa tedesca. Asensio tirava alto dal limite, pur trovandosi in piena libertà. In un certo senso, le Furie Rosse si esaurivano qui.

Flick cambiava assetto passando alla difesa a 4, con Klostermann entrato al posto di Kehrer, proprio perché Morata riempiva l'area e il centrocampista in più era diventato un lusso. Inseriva, però, un centravanti vero che è anche un fior di giocatore, FullKrug, più il velocissimo Sané. Diciamolo, era quanto bastava per compensare il centrocampista in meno. Luìs Henrique aveva inserito forza fresche prima di Flick e ne inseriva dopo, ma senza spostare i termini della questione.
Il fatto è che la Germania, pressando alto e soffocando la costruzione del basso della Spagna, finiva per trasformare tale costruzione in onanismo calcistico. Come una squadra di rugby, la Germania, sostanziosa ed equilibrata, spingeva indietro gli avversari e li metteva lì. Prima costringeva Unai a parare un rigore in movimento e poi andava in meta di prepotenza con Fullkrug. Musiala e Fullkrug, in effetti, davano l'impressione di pestarsi i piedi, ma il primo aveva il riflesso di lasciare andare compagno, che sfuggiva ai placcaggi e sfondava con la decisione propria di un giocatore di rugby.
L'emblema della partita era Carvajal che, al 3° minuto di recupero, la metteva in angolo di testa nel tentativo goffo di alleggerire su Unai. Il pressing alto della Germania non permetteva alla Spagna di giocarla così agevolmente. Ed era l'amblema del match, perché diceva che la Spagna è una squadra forte, ma la Costarica non la incontri mica tutti i giorni. La Spagna vista questa sera, se vogliamo, è parsa inferiore alla Francia e non superiore alla Croazia di questo secondo giro di partite. Luìs Henrique è sempre molto obiettivo, ma questa sera, a caldo, è caduto nello stesso errore che rimprovero spesso a Pioli, cioè di dare la colpa ai famosi errori commessi dalla sua squadra quando era in vantaggio. Sono convinto che, rivedendo il match, si renderà conto che gli errori sono stati causati dalle serie difficoltà incontrate dai suoi, collettivamente, nei confronti della pressione rugbistica dei tedeschi. Gli errori hanno carattere episodico e questa sera non si sono viste situazioni episodiche.
Per quanto riguarda la Germania, si può dire quanto detto per l'Argentina: non è detto che passi agli ottavi, ma è in corsa per farlo e, se dovesse riuscirci, ha i giocatori e la cultura calcistica di ordinanza per andare molto avanti.
Se dimentichiamo le brutte cose extra-calcistiche che hanno caratterizzato l'organizzazione di questo mondiale o che stanno accadendo in alcuni paesi, non possiamo affatto dire che sia un brutto mondiale, almeno dal punto di vista strettamente calcistico.