Era ritornato in Spagna in estate, dopo la prima esperienza all'Atletico Madrid, per giocare in maglia blaugrana.
Pochi mesi dopo l'epilogo inaspettato: a causa di un'aritmia cardiaca il Kun Aguero è costretto a dire addio al calcio all'età di trentatré anni.
Nato a Buenos Aires nel 1988, cresce calcisticamente tra le fila dell'Indipendiente, dove arriva a realizzare 23 gol in 54 partite giocate, un bottino che permetterà al giovane argentino di essere notato da una delle grandi quadre spagnole, l'Atletico Madrid, dove oltre a segnare più di 70 gol, ha vinto nel 2010 una Europa League ed una Supercoppa Europea. Durante la sua permanenza tra le fila dei Colchoneros vinse anche il premio European Golden Boy nel 2007, il premio Don Balón nel 2008 ed il premio come giovane calciatore dell'anno secondo World Soccer, nel 2009.
Nel 2011 passerà ad indossare la maglia del Manchester City, all'epoca non ancora il top team che tutti noi ricordiamo, ma una squadra in costruzione, con un progetto mirato a diventare un top club mondiale. L'attaccante ci aveva visto lungo, decise di caricarsi sulle sue spalle la crescita della squadra, cercando al contempo di arrivare alla maturazione personale come calciatore. Fu un percorso lungo dieci anni, e che diede notevoli risultati: cinque campionati inglesi, con lo storico momento del goal siglato allo scadere proprio dallo stesso Kun contro il QPR all'ultima giornata, che valse la vittoria del titolo 2011-2012 sotto la guida dell'attuale CT della nazionale italiana Roberto Mancini, sei coppe di lega inglesi, tre supercoppe inglesi ed una coppa d'Inghilterra.
Se a tutto questo affianchiamo la partecipazione a tre edizioni della FIFA World Cup e a cinque edizioni della Copa America, vinta una volta nel 2021, non possiamo che capire di aver goduto delle gesta di uno dei migliori attaccanti della storia recente del calcio recente, che nella sua generazione é stato secondo solo a mostri sacri come CR7 o Messi, e del quale, senza dubbio, sentiremo la mancanza.