L'acquisto di Higuain durante l'estate annunciato come il salvatore della patria (ero in Duomo anche io alle 4 del pomeriggio a sfidare il caldo per dargli il benvenuto) è stato un fallimento totale dal punto di vista tecnico e finanziario.

Potremmo dirci che Maldini e Leonardo hanno costruito in tutta fretta e vincolati dai paletti Uefa (la nuova società è subentrata molto tardi per i fatti cinesi che conosciamo molto bene) una squadra che non è riuscita ad ingannare un vero cuore rossonero come me che ha visto passare tante vittorie e tanti campioni.
Potremmo parlare di Gattuso che si è ritrovato dov’è tutt’ora più per necessità che per un’intuizione del “caro” Mirabelli, e che probabilmente non aveva e non ha ancora le “skills” che gli hanno permesso di dare un gioco che sfruttasse appieno le abilità e il talento del Pipa.
Potremmo parlare dei suoi problemi alla schiena e dei due turni di squalifica che lo hanno allontanato dall’avere una condizione ottimale. Basterebbe questo per dare delle attenuanti ad Higuain nel non essere riuscito a far breccia nei cuori di noi tifosi a suon di goal e ha dare un grande contributo per scalare la salita che porta alla qualificazione in Champion’s.

Tutto questo un vero tifoso lo può mettere in conto, può aspettarselo. Quello che in tutta questa storia a me non va giù (da professionista del mio settore) non è neanche “guadagni 9 Milioni zitto e pedala” ma la sua mancanza di leadership, la sua incapacità ad essere un “ driver”, quello che con la sua esperienza da professionista io mi sarei aspettato. Prima ancora del suo apporto tecnico avrebbe dovuto contribuire a cementare uno spogliatoio giovane, acerbo e non abituato a vincere, avrebbe dovuto essere un testimonial di un Milan 2.0. Avrebbe dovuto fare come Reina.

Ecco cosa mi ha deluso. E credetemi essere dei professionisti vuol dire anche questo e non solo andare a letto presto ed essere puntuali agli allenamenti. Campioni vuol dire soprattutto questo. Good by Mr Higuain, nessuno si ricorderà di te.