Nella seconda giornata di campionato il Torino affronterà l’Inter molto probabilmente privo di alcuni giocatori titolari in difesa ed a centrocampo. All’infortunato di lungo corso Lyanco si sono ben preso aggiunti Edera, che è afflitto da problemi fisici fin dalla preparazione pre campionato, De Silvestri e Izzo per contusione e trauma discorsivo alla caviglia rimediati nella gara contro la Roma, Daniele Baselli per un trauma discorsivo al ginocchio procuratosi in allenamento.

Dunque, dopo la lunga serie di infortuni che hanno pesantemente condizionato lo scorso campionato tenendo periodicamente o per lunghi periodi fuori squadra giocatori come Obi, Barreca, Acquah, Ljajic e Belotti, anche quest’anno il campionato della squadra granata inizia in salita a causa dei problemi fisici prevalentemente di natura non traumatica che affliggono i suoi calciatori.

Il problema, però, riguarda tutti i club. Fin dal 2001 la UEFA ha compiuto uno studio che viene periodicamente aggiornato (Elite Club Injury Study Report) relativo al numero, alla frequenza e alla tipologia degli infortuni che si verificano nei club impegnati nelle coppe europee. Il dato più evidente di questa indagine è che una squadra impegnata su più fronti subisce una media alquanto elevata di infortuni, tale da renderla meno competitiva rispetto agli avversari in determinate fasi della stagione calcistica. Ecco perché le compagini impegnate oltre che in campionato, anche in Coppa Italia e nelle competizioni europee si dotano di una rosa molto ampia fatta di elementi intercambiabili di alto valore. Sembra l’uovo di colombo, ma il punto è che nel calcio moderno, fatto di un gran numero di partite, di una elevata velocità e intensità di gioco, di allenamenti che portano gli atleti ai limiti estremi, nessun team riesce a far fronte in modo adeguato agli infortuni. Quegli infortuni che penalizzano particolarmente le squadre che hanno minori possibilità economiche, anche se potenzialmente con l’organico titolare potrebbero ambire a qualche risultato di rilievo in campionato o in Coppa Italia. Questo è il caso del Torino che intanto quest’anno ha innalzato il valore tecnico della propria rosa e riuscirà a fronteggiare meglio un problema che non può essere imputabile alla sfortuna. Non si vuole gettare alcuna ombra sul lavoro dei tecnici che con i loro staff hanno preceduto Mazzarri o sullo stesso attuale tecnico granata. Si è già detto che il problema degli infortuni frequenti è proprio del calcio moderno. Tuttavia, quando gli infortuni condizionano pesantemente una squadra che come impegno ha il campionato allora bisogna porsi più di qualche domanda e fare analisi più approfondite su come prevenirli, sull’ottimizzazione dei campi da gioco e di allenamento, sulla responsabilizzazione dei calciatori in merito alla consapevolezza del proprio stato fisico e mentale, la sincerità nella comunicazione con il mister, i compagni di squadra, il medico, i preparatori atletici e i fisioterapisti.