E' vero, gli arbitri dovrebbero avere sempre ragione, perché una volta fischiato, non si torna indietro. Semmai si può lievemente protestare, ma senza esagerare, altrimenti scattano i cartellini, gialli o rossi. Il problema nasce dal fatto che, attualmente, le critiche sono feroci e le incomprensioni viaggiano a velocità supersonica. 

Qual è l'oggetto del contendere? Innanzitutto, l'interpretazione del regolamento, che sembra diverso da quello che i giocatori si aspettano. Infatti, se un giocatore spinge con le mani o sposta con le braccia l'avversario, dovrebbe essere sempre fallo. Invece, gli arbitri permettono questi contatti, fino al fallo di ieri commesso da Messias del Milan, che chiunque avrebbe fischiato, per la sua dinamica e per il fatto che normalmente un arbitro accorto avrebbe intravisto più che visto un irregolare approccio del giocatore dietro al difensore, e la caduta innaturale è un indice di contatto non regolare. Come se Bongiorno, avesse avuto un mancamento improvviso, ma se il VAR, come ha solertemente fatto in altre occasioni, interviene, si evita l'ennesima figuraccia arbitrale e di sistema tecnologico. Invece qui, il silenzio assoluto. 
Abisso ne ha fatte delle altre, perché se c'è una cosa che non si può accettare è la mancanza di coerenza, e se non era intervenuto a fischiare fallo nell'occasione citata, aveva invece fischiato contatti molto lievi, contro gli attaccanti del Torino, colpevoli di avvicinarsi troppo ai difensori del Milan.
Qual è il metro di direzione di gara? Non si sa! Non si capisce più niente. Così l'arbitro Chiffi ha comminato quattro cartellini gialli ai giocatori della Juventus in dieci minuti, dimostrando una certa severità. Ma non ha espulso Di Francesco, che verso la fine della partita ha azzoppato con un'entrata assassina il giovane Iling. Eppure la dinamica era chiara, entrata da dietro tendente unicamente a prendere le caviglie del giovane juventino, e la palla molto lontana dalla disponibilità del giocatore.
Ed il VAR non è minimamente intervenuto, mentre interviene spesso in altre situazioni, come quando anni fa a Roma decise di fare espellere Cuadrado perché a detta del sistema tecnologico il suo era un fallo da ultimo uomo. Oppure annullare il gol di Locatelli contro la Roma, perché all'inizio dell'azione Vlahovic aveva sfiorato il pallone con la mano, incuranti del fallo che subiva ad opera di Cristante. E il risultato dell'intervento del "buon" Di Francesco è che ora il ragazzo inglese se ne starà fermo ai box per venti giorni. E meno male che si sono escluse infrazioni ossee, altrimenti perdeva qualche mese.
Ritengo il signor Chiffi, un arbitro che non ha considerato nessuna moralità calcistica, perché l'articolo uno del regolamento del gioco del calcio prescrive per tutti il comportamento leale e corretto quando si gioca una partita, e l'atteggiamento del leccese, è parso di una gravità veramente imbarazzante.
Chissà cosa si prova ad essere orgogliosi ad avere azzoppato un giovane che pensava di giocare contro avversari certamente ruvidi,  ma almeno leali e non così vigliacchi? E la giustizia sportiva, sempre pronta a colpire la Juventus per ogni foglia che si muove, cosa fa, si gira dall'altra parte? Calciopoli è finita, e la Juventus ha pagato abbondantemente ed anche oltre al dovuto! Ma resta la prima cosa che deve fare un qualsiasi operatore del calcio e di tutti gli sport in generale: la preservazione della salute degli atleti e giocatori che vanno in campo ed hanno diritto alla tutela del loro benessere e soprattutto, di non essere presi in giro da un sistema viziato da interessi e negatività difficilmente spiegabili a quei giovani che con entusiasmo si avvicinano allo sport. 

E tante cose sono cambiate dai miei tempi, allora le corride non si lasciavano impunite, non si potrebbe, ad esempio, intervenire in due o più contro un giocatore, spostandolo e spingendolo, e prendere palla senza essere sanzionati per intervento irregolare. Una volta l'attaccante che faceva "ponte" sbilanciando il colpo di testa del difensore, commetteva fallo. Ora è fallo del difensore. Dzeko, contro la Fiorentina, sbilancia irregolarmente Milenkovic, ma l'arbitro non lo considera irregolare.
Ma come si fa ad interpretare questi interventi in modo così lieve, considerato che  spingere un giocatore che salta dovrebbe sempre essere fallo, a meno che non si salti entrambi, e ci sia un contatto di corpo, ma non di braccia. Per non parlare dei rigori! Non si capisce perché ogni intervento che se commesso fuori area non è fallo, all'interno dell'area diventa rigore. E non si può assegnare un rigore per due punte di scarpa che si toccano, o perché qualcuno rinvia ed in quel momento l'avversario gli passa davanti con la gamba tesa e viene colpito.
Ed ancora, se il portiere si butta e colpisce la palla, anche se poi prende con il corpo l'avversario, non si può sostenere che sia rigore. Il portiere non si può eclissare improvvisamente, ed il movimento classico del portiere deve essere capito dall'arbitro. Ed un'altra cosa che non vedo più fare è l'attaccante che si avvicina al portiere e, mentre il portiere si butta sulla palla, lo salta. Che bel gesto!
Invece oggi si tenta anche di dargli il calcetto per prendergli la palla o farlo sbagliare. Che brutto gesto!
C'è una crisi di interpretazione delle regole, ma soprattutto di un'eccessiva propensione allo scontro fisico, che però deve avere una giusta commisurazione dell'intensità e della forza usata. Nel regolamento si parla infatti di eccessiva violenza nell'impatto, non solo per giudicare il fallo, ma persino per comminare un cartellino giallo o l'espulsione. Quindi dov'è il limite? Dovrebbe essere della decenza. E comunque alcuni parametri dovrebbero essere osservati, come la spinta di spalla o l'appoggio del corpo, che possono essere considerati regolari, ma la spinta con le mani e le trattenute spesso non vistose, dovrebbero essere sanzionate. In area, deve essere rigore se l'intervento ha una forte intensità, se c'è lo sgambetto, se avviene una trattenuta prolungata, ma in altri casi, non si interviene.   

C'è poi il capitolo simulazioni. Ci sono zone del campo dove spesso rimangono tutti in piedi, ma come si entra in area, si cade improvvisamente. Forse che il terreno dei sedici metri è soporifero? Oppure è inquinato da materiale radioattivo? Oppure si fa solo i furbi? Ma anche in altre zone del campo si attua la tattica del dolore acuto! Ci sono partite che ad un quarto d'ora dalla fine non si giocano più. Infatti la squadra in vantaggio comincia ad esibire espressioni di dolore, come crampi, emicranie, dolori articolari, storte, mal di stomaco, manca solo la flatulenza ed il meteorismo ed il quadro è perfetto. Ci vorrebbero anche qui delle regole o delle astuzie per pescare questi artisti del'inganno. Quante volte si vede il giocatore che si rotola a terra in preda a spasmi terribili (forse ha le doglie) e mentre si mette le mani sul viso, spunta un occhietto beffardo che spia la situazione per vedere che effetto ha sortito la sceneggiata. Se poi nessuno lo considera, risorge improvvisamente, tipo Gesù dopo i tre giorni. 
Il VAR potrebbe intervenire e sanzionare severamente queste sceneggiate, tendenti solo a perdere tempo e smorzare la carica offensiva della squadra che attacca in quel momento. Per evitare inutili polemiche, la sala VAR potrebbe di fatto aumentare il tempo di recupero, sollevando così la responsabilità dell'arbitro, il quale non dovrebbe fare altro che ratificare la decisione, e spegnere ogni protesta. Ma potrebbe anche segnalare l'episodio e fare ammonire, se non espellere, il giocatore poco onesto.
Ripeto, la regola principale è nella lealtà e la correttezza dei giocatori, oltre ad una giusta commisurazione dell'impatto, e dell'uso degli arti nell'impatto tra atleti. Altrimenti, se si continua così, non se ne esce più.
Ad majora!