Il Campionato del Mondo di calcio è l'evento mediatico per eccellenza: nessun'altra trasmissione televisiva ha mai raggiunto il numero di telespettatori come fanno abitualmente  gli eventi calcistici più importanti, ma questa rilevazione statistica in Italia nasce nel 1984. Precedentemente esistono solo stime. 

Le stime appunto relative alla partita del 17 giugno 1970 ITALIA-GERMANIA OVEST, valida per l'ingresso alla finalissima della nona edizione della coppa Rimet, riferiscono che in Italia ci furono 17,7 milioni di telespettatori, nonostante la partita iniziasse alle ore 23 e, causa i supplementari, si fosse conclusa alle ore 2,00 del mattino.

Sareste quindi molto sorpresi, come me, se scopriste che c'era in quei giorni una trasmissione televisiva che raccoglieva davanti alla TV un numero ampiamente maggiore di telespettatori. Questa trasmissione era uno spettacolo d'intrattenimento, sottoforma di gioco a quiz, durante il quale  tre concorrenti rispondevano a domande di ogni tipologia, ma anche su una specifica materia di loro preferenza.

Il nome della trasmissione era RISCHIATUTTO perchè una sola risposta sbagliata causava la perdita di tutti i soldi accumulati con le risposte esatte; a fine gara, veniva nominato campione il concorrente con la cifra più alta, il quale accedeva a una lunga serie di domande finali sulla materia preferita: se rispondeva esattamente raddoppiava il capitale vinto (in gettoni d'oro) e poteva presentarsi alla puntata successiva; viceversa veniva eliminato.

Inizialmente la trasmissione ebbe un gradimento contenuto, anche se presentata dal celeberrimo RE del quiz, Mike Bongiorno, fino al momento che non divenne campionessa la signora Giuliana Longari. La concorrente vinse per la prima volta nella puntata trasmessa il 7 maggio 1970; la materia di sua scelta era la Repubblica Romana.

Quando il 31 maggio 1979 si inaugurò il Mondiale di calcio, la signora Longari era alla sua quarta partecipazione e per la sua bravura, cominciò a interessare un pubblico televisivo sempre più vasto, fino a raccogliere una MEDIA DI TELESPETTATORI SUPERIORE AI 22 MILIONI!
Insomma, per la Longari il giovedì e per la Nazionale Italiana al Mondiale, una moltitudine di italiani si posizionava dietro uno schermo televisivo. E in molti si chiesero chi avrebbe vinto l'insolita gara di gradimento e popolarità.
Dopo la esaltante vittoria per 4-3 sulla Germania Ovest e l'accesso alla Finale del Campionato del Mondo, il tifo, l'euforia, l'amore per la squadra azzurra toccano vertici inimmaginabili alla vigilia; tutti in Italia non avevano più dubbi circa l'esito del mondiale e non si aspettava altro che iniziare i festeggiamenti.

Non che gli italiani sottovalutassero il Brasile; anzi la selezione Sudamerica era quella che nella scala della simpatia nostrana, veniva subito dopo la nostra Nazionale; le si riconosceva un gioco spettacolare, una continua ricerca del gol, la più elevata abilità tecnica e il maggior numero di presenza di fuoriclasse, a cominciare dal leggendario Pelè.

Però, quando si parla del Brasile, fortissimo sempre, si sollevano sempre tanti dubbi di vario genere: loro sono più votati al divertimento che alla vittoria, vogliono arrivare al gol con troppi ricami, trascurano la fase difensiva, in attacco sono eccezionali, ma in difesa... hanno un portiere che non sa parare, hanno dei difensori che vanno all'assalto e non si curano degli avversari....Insomma il Brasile è forte, MA NON CI FA PAURA.....

Da parte loro i calciatori azzurri sentivano la grande stanchezza lasciata sui muscoli dalla partita di semifinale e quindi cercavano di recuperare le energie quanto più potevano: le ore di vigilia furono interamente dedicate al recupero fisico, perchè MEZZA SQUADRA ERA USCITA MOLTO PROVATA da quella guerra.

All'interno del ritiro l'aria era migliorata; la contesa tra Rivera e Mazzola sembrava essere stata messa da parte, a seguito dell'incredibile vittoria contro i tedeschi; dall'Italia giungeva l'eco dell'enorme gioia dei connazionali, ebbri di felicità, di trionfalismo e Amor Patrio. In quei giorni sembrava regnasse l'armonia, MA NERI PRESAGI SI ADDENSAVANO MINACCIOSI: erano i dubbi sulle scelte dei giocatori del CT Valcareggi per la finalissima.

Valcareggi era stato intelligente a cogliere spunto da una mezza battuta di Artemio Franchi, che - giunto precipitosamente in Messico insieme a Rocco,  per tacitare la "pericolosa" polemica accesa da Rivera contro il capodelegazione Mandelli- rispondendo a una retorica domanda del CT "....e ora che facciamo?" rispose con la battuta "...ma falli giocare, no? magari un po' per uno, non scontenti nessuno".

Da quelle parole Valcareggi trasse l'idea di inventarsi "la staffetta Mazzola-Rivera", odiata dagli interessati, ma che invece aveva incontrato, oltre che il favore dei risultati, il gradimento dei tifosi: "Mazzola li sfianca, Rivera li sbanca!" Solo che ora ci si giocava la finale e NON SI SCHERZAVA PIU'.

La sera prima della partita la comitiva azzurra viene informata che subito dopo la finale si sarebbe andati in aeroporto per il rientro in Italia, quindi bisognava organizzarsi prima per i bagagli; furono molti i calciatori che sacrificarono ore di sonno alla bisogna; è un indizio di come ci sia poca attenzione e concentrazione per la gara di finale. 

Domenica 21 giugno 1970, ore 12,00: agli ordini dell'arbitro tedesco GLOCKNER, scendono in campo per l'Italia: Albertosi, Burngnich, Facchetti, Bertini, Rosato, Cera, Domenghini, Mazzola, Boninsegna, De Sisti Riva.

I brasiliani schierano: Felix, Everaldo, Carlos Alberto,Brito, Piazza, Clodoaldo, Gerson, Jairzinho, Tostao, Pelè, Rivelino

Sono le solite formazioni per entrambe le squadre eppure qualche moto di sorpresa lo destano; prendiamo l'Italia: si aveva notizia che Domenghini e De Sisti non avessero recuperato dallo sforzo e che Bertini e Rosato (quest'ultimo addirittura sostituito da Poletti in semifinale, dopo i tempi regolari) avessero acciachi fisici, che ne mettevano in dubbio la presenza; eppoi c'era la tediosa, stucchevole, questione Mazzola /Rivera, con l'opinione pubblica favorevole al milanista, dopo il gol vittoria, segnato alla Germania. INVECE SQUADRA INVARIATA. Ma è ancora presto per capire il disegno tattico nella mente del CT.

Anche nel Brasile si è parlato di formazione alla vigilia, MA NON DELLA LORO; è stato Pelè che ha acceso il focherellino dell'italica polemica asserendo "....mi aspetto che contro di noi giochi Rivera dall'inizio"!

Sono le 19 in Italia di un giorno festivo, ma non un auto, una  persona, un movimento, si nota nelle strade deserte e avvolte in un insolito silenzio; L'AUSTERITA' NON C'ENTRA. Verrà attuata durante la crisi petrolifera del 1973, con la famosa alternanza delle targhe pari e dispari, che limitava l'utilizzo delle autovetture; ma in quel frangente la metà degli automobilisti era nelle strade, mentre quel fatidico giorno in strada NON C'ERA ANIMA VIVA. Quel giorno gli italiani DAVANTI ALLA TV FURONO OLTRE 28 MILIONI! (stima Blog Auditel 2010, ndr), Con buona pace per la grandissima campionessa di Rischiatutto Giuliana Longari.

Calcio d'inizio a favore degli azzurri: avvio favorevole ai nostri, con Riva che spara dai trenta metri una bordata di snisistro, alzata dal portiere Felix sopra la traversa; poco dopo ancora ROMBO DI TUONO, sugli sviluppi di una punizione, trova un colpo di testa appena alto di un palmo sopra la traversa. All'ottavo minuto c'è però una rimessa laterale in favore del Brasile, in prossimità dell'area di rigore degli azzurri; batte Tostao per Rivelino che scodella al volo di sinistro; la palla sorvola l'area piccola altissima; sul secondo palo sono appostati Pelè e Burgnich: staccano insieme con ottima elevazione, LA DIFFERENZA LA FANNO QUEI TRE SECONDI IN PIU' CHE PELE' RESTA SOSPESO IN AREA, mentre la forza gravitazionale riporta a terra il nostro difensore. Il colpo di testa è una frustata che imprime una velocità inarrestabile alla palla, che tra palo e portiere, si infila in rete. GOL. Brasile 1-Italia 0.

Siamo in svantaggio è vero, ma l'andamento della partita non ci vede sottomessi; le nostre difficoltà sono dovute all'insufficiente apporto di Domenghini che fino alla finale aveva giocato in modo superbo, ma che, come subodorato, era uscito senza energie dalla sfida coi tedeschi e non ha recuperato; in attacco abbiamo difficoltà a servire le punte, anche perchè Mazzola è un po' fuori dal gioco, mentre De Sisti ha soprattutto compiti di contenimento; Boninsegna svaria con molto dinamismo e viene premiato.

Trentasettesimo minuto, nella propria tre quarti difensiva i brasiliani improvvisano un giro palla dal settore destro a quello sinistro; BONIMBA intuisce il tacco al volo con cui Rivelino cerca di servire Carlos Alberto sulla fascia, si interpone col corpo, rubando la palla e avviandosi centralmente verso la porta; in chiusura arriva Clodoaldo, che viene saltato di netto dall'attaccante azzurro quando è ancora ai 25 metri da Felix; tra di loro NESSUNO PIU'.

Così mentre Felix esce di porta alla disperata, anche il terzino destro Everaldo si muove accentrandosi verso Boninsegna e conseguentemente seguito da Riva: Felix e Everaldo addirittura cercano l'intervento su di lui simultaneamente al limite, i due brasiliani si scontrano, mentre Boninsegna sposta il pallone conservandone il possesso: è un attimo in cui Riva fa da involontario ostacolo, ma solo un attimo, perchè ormai non resta al bravo giocatore dell'Inter che appoggiarla in rete. GOL. Brasile 1 Italia 1 SIAMO IN PARITA' e Forza Italia che "...MAZZOLA LI STANCA, RIVERA LI SBANCA"!

Il primo presupposto perchè diventi profetico l'incitamento anzidetto, dovrebbe essere l'ingresso di Rivera in campo, come ormai siamo abituati a vedere all'inizio del secondo tempo; Il CT Valcareggi ha deciso però di cambiare il solito copione che ci aveva portato sino alla finale: probabilmente non è superstizioso e neanche "Riveriano"....

Le squadre tornano in campo NELLA STESSA FORMAZIONE. Pelè, nelle interviste del dopo partita dirà che quello fu per il Brasile un momento molto importante: erano convinti che l'Italia operasse ancora l'avvicendamento Mazzola/Rivera, che era stato fatto col Messico e con la Germania, con il punteggio in entrambe le partite di 1-1 e che poi si erano concluse con l'Italia vittoriosa, con ben 4 gol all'attivo. 

E QUELLO ERA IL RISULTATO DEL PRIMO TEMPO ANCHE DI BRASILE-ITALIA!!!!

L'altoparlante comunica che i presenti sono 107.412: i tricolori italiani sono in minoranza rispetto allo sciame gialloverde; ancor di più lo è il numero di tifosi contro gli azzurri, perchè il tifo neutrale dei padroni di casa, si è orientato a favore del Brasile. FORSE SI SONO RICORDATI CHE L'ITALIA HA ELIMINATO IL MESSICO.

Si ricomincia.
Abbiamo visto le difficoltà tattiche che si sono create nella difesa azzurra, avendo messo il terzino Burgnich a uomo su Pelè, che svaria su tutto il fronte d'attacco, in posizione di trequartista o seconda punta; ma sono in netta difficoltà anche Bertini su Rivelino, Rosato a spasso per il campo dietro a Tostao. TUTTI FUORI POSIZIONE, PERCHE' I BRASILIANI NON HANNO PUNTE,  ad eccezione dell'ala destra Jairzinho, anch'egli abituato a svariare....

Su di lui, gioca il Grande Capitano Giacinto Facchetti, ma anche questo duello lo vincono i brasiliani, anzi, neppure consentono  al nostro miglior fluidificante, di partecipare alla fase offensiva della squadra; bisognerebbe intervenire già per queste situazioni, in più presto sarà inevitabile risentire nelle gambe il peso della dispendiosa semifinale.

E' una crescita graduale ma continua quella dei brasiliani: sovrapposizione di Carlos Alberto servito a destra da Jairzinho; cross fucilata che attraversa l'aria di rigore: Pelè devia fuori di pochissimo in scivolata oltre il secondo palo. Pochi minuti e su tocco punizione a due, Gerson serve Rivelino che scaglia un missile sul quale Albertosi compie la sua parata più bella della finale, deviando in tuffo in angolo; l'effimero tentativo di Domenghini sull'esterno della rete, dà un' azione del solito Boninsegna, liberato dall'unica discesa di Facchetti nella partita, precede l'azione che dà la svolta alla partita: è il 21^minuto: Rivelino sul limite destro della nostra area, serve indietro a Gerson; il tiro è potente, preciso a mezz'altezza in diagonale; Albertosi è sull'altro palo e in tuffo vola alla sua sinistra: QUANDO LUI ARRIVA, LA PALLA STA GIA' USCENDO DALLA NOSTRA PORTA: Brasile 2- Italia 1.

Sono tantissimi tra addetti ai lavori, giocator e tifosi che quello sarebbe stato il MOMENTO OPPORTUNO PER QUELLA MALEDETTA O BENEDETTA STAFFETTA!  Per dare un senso a quella partita, un segnale alla squadra, un riconoscimento a Rivera. Non fu così; non era scritto; FORSE SEMPLICEMENTE NON CI FU IL TEMPO....

Cosa sono infatti 5 minuti? potrebbero sembrare magari di più se ci fosse un minimo di reazione da parte nostra; invece NOI SIAMO ALLA FRUTTA e il Brasile passeggia, anzi letteralmente CI CAMMINA SOPRA: Gerson, ancora lui avanza indisturbato nella nostra metacampo, letteralmente camminando palla al piede; poi improvvisamente lancia lungo nella nostra area di rigore, dove siamo due contro due: Pelè salta ancora altissimo e Burgnich questa volta neanche ha il tempo di contrastarlo; l'appoggio di testa al compagno ha i giri contati; Jairzinho è scattato a tempo e Facchetti non lo potrà recuperare; Albertosi resta colpevolmente tra i pali e il brasiliano segna quasi dalla linea di porta, persino con un tocco disarticolato, con la pianta del piede.

Mentre Jairzinho si inginocchia a ringraziare il suo Dio, i nostri difensori accennano a una timida protesta, per la posizione di partenza dubbia; che i replay dimostrano invece assolutamente regolare: NEANCHE L'APPIGLIO DELL'ERRORE ARBITRALE....

Non c'è più nessuno, né allo stadio Azteca, né in Italia che abbia ancora un briciolo di speranza; al 74' finalmente si intravede una maglia azzurra che sta per entrare in campo; sarà Rivera pensano in tanti, ma è strano che ad uscire sia però Bertini....infatti chi entra è Juliano. JULIANO?

Il tempo di vedere Albertosi fermare un tiro di Pelè da distanza ravvicinata, ma partito in off side ed ecco l'84' minuto, quando Valcareggi manda in campo Rivera, mancano solo SEI MINUTI alla fine e benchè per l'ITALIA NON ACCADRA' NULLA DI MEMORABILE, QUEI 6 MINUTI PASSERANNO ALLA STORIA! Ciò che sembra oltremodo assurdo è farlo entrare al posto del migliore in campo da parte azzurra: Roberto Boninsegna.

Nel calcio c'è il vezzo di omaggiare il migliore della squadra, facendolo uscire qualche minuto prima della fine della psrtita, per concedergli una meritata ovazione; nel caso specifico, fu subito chiaro che l'intendimento del nostro CT non era questo. E non si potè neppure far passare il tardivo impiego di Rivera, come un omaggio al fuoriclasse del Milan, perchè quella scelta, eventualmente la si riserva a giocatori esordienti o giovani alle prime armi. I sei minuti di Rivera furono quindi un'offesa, un oltraggio, un insulto al giocatore, allo sport e alla ragione. 

Il Brasile ora si comporta come il gatto con il topo: UN GATTO CHE VUOLE PIU' GIOCARE CHE FARE PAURA. Abituati a considerare, se non scarsi, sicuramente meno dotati i difensori del Brasile rispetto ai fuoriclasse che schierano in attacco, ci pare strano vedere il numero 5 Clodoaldo, uscire in dribbling da un accerchiamento portato da Rivera, Domenghini, De Sisti e Juliano sulla nostra tre quarti offensiva; passaggio a sinistra dove all'ala è andato jairzinho con Facchetti ancora costretto a inseguirlo anche lì; il passaggio al centro trova Pelè, che come un direttore d'orchestra "chiama" nella zona destra, completamente sguarnita di azzurri, il difensore Carlos Alberto: bordata in diagonale imparabile BRASILE 4-ITALIA 1.

La naturalezza disarmante dell'assist di Pelè è persino umiliante per gli azzurri, che non meriterebbero questo punteggio; il Brasile è stato nettamente superiore, ma l'I'Italia dopo un'ora abbondante era ancora sul punteggio di 1-1 non dimentichiamolo. Non dimentichiamo neanche le vittorie convincenti a suon di gol e la trionfale semifinale con la Germania Ovest, destinata a essere immortale e ricordata come LA PARTITA DEL SECOLO.

In Italia la delusione provoca un rigurgito di contestazione, anche questa assolutamente immeritata, al rientro della comitiva azzurra in Italia: in trionfo un solo calciatore Gianni Rivera! Uova e pomodori furono lanciati con disprezzo dalla folla, com'era avvenuto al ritorno del Mondiale del 1966: ma lì subimmo una disfatta avendo perso con una squadra di dilettanti; IN QUESTO CASO TORNAVANO IN PATRIA COL TITOLO DI VICECAMPIONI DEL MONDO!

I tifosi alla fine dimenticano e anche nel post MONDIALI '70  il giovedì continuano numerosi a seguire le vicende di RISCHIATUTTO, con la signora Longari che riuscirà a prendersi una piccola rivincita sugli azzurri: resterà campionessa fino al 16 luglio 1970.

Dall'altra parte del pianeta il Brasile TRICAMPEON festeggia la vittoria, accolto in Patria come un trionfatore; il ventinovenne Pelè, detto O'REY, era l'incontrastato calciatore più forte del Mondo; l'impresa di vincere tre "Mondiali" in quattro edizione, non è mai stata ripetuta da nessun altro al Mondo!

Anche se nel 1986, un calciatore argentino di nome Maradona... Ma questa è un'altra storia.