qui per la parte II
“Nessun altro, quindi, di cui la mia memoria sia, per così dire, altrettanto satura.
E non ho altra memoria se non la sua per raffigurarmi il mondo degli anni ’50: gli uomini con il montone e il basco, la trazione anteriore, Emile des neiges, Fausto Coppi…”
Annie Ernaux, Premio Nobel Letteratura 2022
A Sandra
Messina, Facoltà di Biologia. Una rovente giornata di fine giugno di un anno che appartiene al passato, custodito nello scrigno dei ricordi.
“Dai sbrigati Nuccio, siamo in ritardo. Perché ci hai messo tanto?”
“La nave-traghetto ha aspettato il rapido Roma-Siracusa per l’imbarco. Quasi trenta minuti di ritardo.”
“Sbrighiamoci, dobbiamo fare una biopsia sulla cavia (La “biopsia” è un esame che consiste nel prelievo di una porzione o di un frammento di tessuto per accertarne (diagnosticare) la natura.ndr) come prova pratica per l’esame di istologia. Prendi il topolino…nel frattempo…
“Senti Sandra, non puoi farlo tu, poi magari io lo tengo mentre tu fai il prelievo…”
“Si…va bene…va bene…aiutami ad allacciare il camice da dietro…almeno!!
“Con vero piacere…hai cambiato profumo…oppure…è una reazione della tua pelle alla fragranza?
“Lascia stare e non indugiare sul mio orecchio…sei sempre il solito.Se ci sbrighiamo…possiamo poi andare a fare un bagno a Letojanni ho portato la macchina.”
“Sei semplicemente fantastica…ma io non ho il costume…”
“Ci ho pensato io…è in macchina…dai sbrigati.”
“Sei tanto bella quanto perfetta…”
“Piantala scemo…andiamo!!!
Sandra si distese al sole, indossava un bikini bianco. Un corpo bellissimo, vita sottile, fianchi colmi. La sua abbronzatura era una calda tinta uniforme. La guardavo estasiato. Si accostò e mi chiese di passarle il mangianastri… mi girai per prenderlo, mi rigirai e mi ritrovai a un centimetro dal suo viso…la baciai sulla bocca. Data la situazione era quasi un dovere da compiere. Socchiuse le labbra e la sensazione di quel contatto umido, caldo e fresco, nello stesso tempo fu inebriante. Inserì una cassetta e parti una melodia struggente, malinconica…
-Ti piace?
-Sì …mi ricorda qualcosa…
-L’altra sera in TV hanno ridato Scandalo al sole, un vecchio film del 1959. Il brano che stiamo ascoltando è A Summer Place, la colonna sonora in pratica.
-Adesso mi ricordo… l’attrice- protagonista si chiama Sandra… come te… bionda come te e bella come te…
- Sì, Sandra Dee… si chiama lei, ma è più bella di me.”
-Mi vedo costretto a dissentire, quello che vedo ne è una prova inconfutabile.”
-Smettila…”
“E’ la pura verità…”
Mi afferra per collo e mi dice: baciami scemo!
-Che leggi?
-La Gazzetta dello Sport. C’è uno speciale su Fausto Coppi in occasione del decennale della morte…
:- Mio padre ne parla sempre… era il suo idolo. Dovresti vedere come s’infervora quando racconta. Mi ha detto che aveva un fisico eccezionale: era un bradicardico, 38 battiti al minuto e una capacità respiratoria di quasi sei litri. Aveva una gabbia toracica che sembrava un mantice.”
-Finalmente sono d’accordo con il signor dottore, papà di una splendida fanciulla di nome Sandra…a proposito lo sa che stiamo insieme?
-No…non è necessario.”
-Su non ti arrabbiare…gli amori contrastati sono i più belli. Come Coppi del resto, che amava Giulia…
-Questo non me lo ha mai raccontato papà.
- Eh…Eh…provvedo io, allora.”
AI CONFINI DEL PROPRIO TEMPO PERDUTO
Dissolvenza… la bella spiaggia di Letojanni cede il posto a un arido panorama urbano. Il rumore dell’onda che s’infrange, sulla battigia, viene sostituito da altri più triviali. Il caldo, che sulla spiaggia è un delizioso tepore, in città è qualcosa di molto simile alle fiamme di un girone infernale e senza il fresco umido delle labbra di Sandra. Steso su un divano, che si trasforma in un letto di Procuste, sfoglio Memoria di ragazza di Annie Arnaux, scrittrice che adoro. Dal Pc le note di A Summer place stendono un velo di nostalgia sulla scena. La scrittrice francese non riproduce il passato, si sforza di inserire lo scorrere del tempo nella scrittura. Anch’io vorrei condividere, con chi si avventura nella lettura dei miei racconti, il passaggio del tempo storico in uno individuale. La memoria è una forma di conoscenza. Ha ragione quando scrive che «ci sono solo due tipi di letteratura, quella che rappresenta e quella che cerca, e l’una non vale più dell’altra se non per colui che sceglie di dedicarsi all’una piuttosto che all’altra. Alla fine dei giochi scopri che c’è sempre un elemento mancante. L’incomprensione di ciò che si vive nel momento in cui lo si vive, quell’opacità del presente che invece dovrebbe bucare ogni fase., “Per fortuna – conclude Arnaux-perché la vita non è fatta per finire proprio tutta in un libro.”
NOVI LIGURE AGOSTO 1954 ESTERNO NOTTE
I fari della jeep bucano la sottile nebbia che, in questa notte di fine agosto, annuncia l’arrivo dell’inverno. La vettura scorre sull’asfalto umido della Statale che da Novi Ligure porta a Serravalle. A bordo due uomini in divisa e un terzo in borghese. Non parlano molto. La mèta è Villa Clara, il nido d’amore degli adulteri, dei peccatori, così il linguaggio di un’epoca ancora non emancipata, descrive l’unione di Giulia e Fausto, come in certi brutti romanzi dell'800. Dormono, tranquilli, nella loro camera da letto, al primo piano. Nella beatitudine di un sogno lungamente sognato e che niente, sperano, potrà spezzare.
Però all’improvviso, una voce terrorizzata, bussa, disperatamente alla porta.
“Signora Giulia, signor Fausto. Per favore aprite, ci sono i carabinieri..”
E’ Tilde, la giovane fedelissima cameriera di Giulia, che l’ha seguita nella nuova casa e nella nuova vita. Dorme al secondo piano della villa, si è accorta subito che qualcuno chiamava e bussava. E’ così è scesa di sotto per avvertire Fausto e Giulia. Si destano di soprassalto, aprono la porta e Tilde li avvisa che c’è anche il dott. Locatelli, marito di Giulia. Fausto indossa una giacca da camera sul pigiama. Giulia una vestaglia bianca. Gli uomini del’Arma entrano, il dottor Locatelli rimane fuori. Il brigadiere De Munari e il carabiniere Biancardi salutano senza guardare Fausto. Sono imbarazzatissimi, non sanno come cavarsi d’impaccio. Il graduato pone la domanda d’obbligo: “Abita qui la signora Occhini Giulia? Alla risposta affermativa tira fuori dalla tasca un foglio e comincia a leggere:
ADULTERIO A CARICO DELLA CONSORTE
“Alle 23,45 del 25 agosto 1954, presso la stazione dei carabinieri di Novi Ligure, avanti a noi Dutto Virginio, maresciallo maggiore comandante della suddetta stazione, si è presentato il sig.Locatelli Enrico, residente a Varano Borghi (Varese)medico chirurgo, che ha dichiarato di essere a conoscenza che questa notte sua moglie si trova nella villa del corridore ciclista Fausto Coppi. A questo proposito sporge formale denuncia per adulterio a carico della consorte e chiede che sia eseguita una visita a sorpresa in detta villa al fine di constatare quanto esposto.”
A quel tempo l’adulterio era un reato penale. Si rischiava il carcere, il codice contemplava condanne fino a quattro anni di prigione.
Fausto ne era consapevole, ne aveva parlato con il suo avvocato che lo aveva avvertito del pericolo che la signora correva.
Fausto guarda il brigadiere De Munari che imbarazzatissimo si rivolge a Tilde: ”Vuole accompagnarmi dalla signora, per cortesia? La ragazza indica la stanza, ma non bussa. Lascia che lo facciano i militi. Giulia è a letto, il brigadiere entra e praticamente le rivolge solo un’occhiata fugace. Apre l’armadio, osserva e poi scandisce con voce ferma: “Niente indumenti maschili".
Sta per lasciare la stanza, il giovane carabiniere che lo accompagna gli fa notare, borbottando, che i cuscini sono gualciti. Il graduato fa finta di non sentire. De Munari sta vivendo il momento più brutto della sua carriera di carabiniere. Conosce Fausto da una vita. Lo scorso maggio è andato a vederlo al Giro D’Italia. Impreca, tra sé, per il turno di servizio che lo ha portato in un posto dove, per nulla al mondo, vorrebbe essere. Andare a frugare nella vita intima del ‘campionissimo’ è qualcosa che gli riesce doloroso e insopportabile. Con quale faccia andrà a chiedergli un altro autografo per il figlio?
LA CONDANNA E IL CARCERE
Un codice medievale che non metteva su un piano di parità, di fronte alla legge, l’uomo e la donna, portò in prigione Giulia Occhini.
Dopo il processo, che vide imputati i due amanti, la ‘dama bianca’ fu condannata ai sensi dell’art.599 del Codice Penale.
“La moglie adultera è punita con la reclusione fino a un anno. Con la stessa pena è punito il correo dell’adulterio. La pena è di reclusione fino a due anni in caso di relazione adulterina. Il delitto è punibile a querela del marito".
Bisognerà aspettare il 1968 per porre fine a questa ingiusta discriminazione.
Fu la Corte Costituzionale a sancire l’illegittimità del primo e del secondo comma in quanto violavano l’articolo 29 della Carta Costituzionale che stabilisce l’eguaglianza morale e giuridica dei coniugi.
Nel settembre del 1954, Giulia e Fausto sono a Villa Clara. Comincia a fare freddo e nel camino il fuoco è acceso. Il crepitio dei ceppi rompeva, di tanto in tanto, il silenzio nella stanza.
Trilla il campanello di casa. Tilde si affretta ad aprire. Torna, sbiancata in volto, e angosciata dice: “C’è una capitano dei carabinieri. Chiede della signora Giulia.”
L’ufficiale viene fatto accomodare in salotto. Fausto lo saluta cordialmente e il tenente Notarangelo (Tilde probabilmente fece confusione con il grado. Ndr) dice subito senza convenevoli. “Signora Giulia Occhini, ho l’ordine di condurla ad Alessandria per un interrogatorio.”
Sale sulla vettura di servizio e partono in direzione di Alessandria. Percorrono i viali del centro e poi alla fine la macchina si ferma davanti a un edificio cupo, alto e grigio. All’ingresso, su uno scudo con lo stemma della Repubblica, c’è scritto “Carceri Giudiziarie”.
NO, NON TORNO INDIETRO
Giulia, quando entra nella brutta prigione di Alessandria, è incinta di Faustino, il figlio che ha concepito con Coppi.
Non ha più paura, ha smesso di piangere e sprona se stessa a non soccombere, e si appresta a difendere le sue idee con tutte le sue forze. Viene condotta davanti al procuratore capo Augusto Mazzoni che ha qualche difficoltà a guardarla in faccia.
Si limita a spostare le sue carte e le dice con voce sommessa: ”Signora, se torna a casa da suo marito a Varano ogni cosa finisce qui."
Giulia, puntandogli in viso, i suoi bellissimi occhi, replica senza paura: “No, non torno indietro”.
Rimane in cella quattro giorni.
Dopo le viene notificato che il giudice ha stabilito l’obbligo di dimora ad Ancona, presso una zia. Tutte le domeniche dovrà presentarsi in Questura per firmare il registro.
Il ritiro della Bianchi, quell’anno, venne fissato presso un Hotel sulla Riviera del Conero. A dispetto di una legge stupida e disumana i due amanti trascorrono giornate indimenticabili. Godono un’estate punteggiata da giornate bellissime, fanno il bagno sulle belle spiagge marchigiane, giocano a cavalcare le onde come due adolescenti innamorati.
Fu il loro A Summer Place. Il loro scandalo al sole.
Una notte, Fausto, rientra da Padova, dopo un’esibizione, Piove a dirotto. Il temporale ha fatto saltare l’impianto elettrico. Quando Giulia apre la porta e al lume di una candela gli dice: ”Sono incinta di nostro figlio. Se è un maschio si chiamerà come te.”
(SEGUE )
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