Se ne sentono, ma soprattutto se ne leggono di tutti i colori. La scelta di rinnovare il contratto di Rino Gattuso potrebbe essere messa in discussione dalla società per non si sa quale precisa alternativa. Il rinnovo fino al 2021 dell'attuale allenatore del Milan è l'unica scelta saggia fatta da Mirabelli e Fassone in questa travagliata stagione, e bisogna riconoscere a Gattuso il coraggio di voler continuare un'avventura nonostante tutte le incertezze societarie che avvolgono il Milan. Le difficoltà sul rifinanziamento del debito, una campagna acquisti che difficilmente potrà esaudire i suoi desideri e la certezza di dover rinunciare a qualche importante giocatore in nome del fair play finanziario avrebbero messo in fuga qualunque allenatore. Invece, in tempi non sospetti, Gattuso ha prolungato, testimoniando grande attaccamento alla maglia.

Adesso qualcuno afferma che la posizione di Ringhio potrebbe essere a rischio. La squadra con lui ha trovato grinta e determinazione, e nonostante la chiara inferiorità rispetto alle altre pretendenti all'Europa, ha giocato partite dignitosissime, come la stessa finale di coppa Italia persa malamente ma giocata alla pari per un'ora con la prima della classe. O anche la partita di domenica scorsa contro l'Atalanta, una squadra in casa temibilissima. E' necessario inoltre ricordare che Rino ha ereditato una squadra non sua, modellata sulle esigenze del suo predecessore. Quindi, cosa si chiede ancora all'attuale allenatore del Milan è un mistero.

Gattuso è l'uomo giusto per ricominciare, perchè è un milanista, perchè il marchio di fabbrica del Milan della prossima stagione dovrà essere la grinta e la determinazione, e Rino ne è pieno. Infatti, difficilmente la società potrà mettergli a disposizione una rosa competitiva e, anzi, il rischio di indebolirsi rispetto alla stagione in corso è serio. Lo stesso Fassone ha affermato che sarà necessario prima fare cassa per rispettare i parametri imposti dall'Europa. Ciò significa che, quando i conti saranno tornati a posto, il Milan dovrà continuare a vendere per poter fare mercato, per non rischiare di sforare nuovamente i paletti del fair play finanziario. Infatti, i ricavi della società, sui quali si può misurare la disponibilità economica per la prossima stagione, sono maledettamente al palo. E quindi, il mercato del Milan dovrà concludersi in assoluto pareggio: tanto spendo, quanto incasso. 

Quindi, mi sembrano del tutto irragionevoli, fuorvianti, le voci su una campagna acquisti sontuosa. I tifosi potrebbero restarne profondamente delusi. I nomi che circolano sono assolutamente inaccostabili al Milan per le ragioni che sopra ho spiegato. Giocatori con ingaggi faraonici, o con cartellini molto costosi non possono essere acquistati. Al più sarà possibile cercare di vendere al meglio per trovare quel minimo di liquidità per acquistare qualche giovane promessa da far crescere sotto l'ala protettiva di Gattuso. E qui sorgono gli altri problemi. Sono solo tre i giocatori del Milan che hanno davvero un mercato, cioè dai quali è possibile trarre plusvalenze: Donnarumma, Suso e Romagnoli. Gli altri potrebbero essere ceduti al valore di bilancio alleggerendo così il monte ingaggi, ottenendo di conseguenza qualche risparmio.

Il Milan dovrà ripartire dal basso, con pazienza, e i tifosi dovranno stare vicini alla squadra. Da questo punto di vista, a rischio sembra essere anche la campagna abbonamenti, e se così fosse, toglierebbe a Mirabelli ulteriore spazio di manovra. Il fatto di essere già certi del nome del futuro allenatore è invece un elemento di stabilità, forse l'unico, e metterlo a rischio per non si sa quale fantasmagorica alternativa è imprudente: Gattuso avrebbe tutte le ragioni per sbattere la porta di casa in faccia alla società!

Potrà meravigliare l'accanimento con cui ne parlo, ma una Champions senza il Milan è come un Mondiale senza l'Argentina. Nessun sportivo al mondo potrebbe digerirlo.