Fatevi una domanda: a cosa serve il gioco d’azzardo, ha una qualche utilità? Oltre ad arricchire i soliti noti, serve alla società, ai ragazzi? E non mi dite per cortesia che non si può fare sport senza il gioco d’azzardo il quale è legale nel nostro paese solo dal 2003, e prima di tale data lo sport si faceva ugualmente.

DAL FATTO QUOTIDIANO, UN ESTRATTO: “2003-2009 Governo Berlusconi. L’azzardo cessa di essere una mera leva fiscale: si comincia a costruire un’economia basata sull’azzardo, per creare valore aziendale; crescono le grandi società concessionarie. Si decide di diffondere l’azzardo capillarmente, fuori dai precisi limiti di spazio e tempo. Inizia il boom, si diffondono 350.000 slot machines nonché i Gratta e Vinci. In tutto questo c’è la follia per cui (art 110 comma 6 del Tulps) le slot vengono considerate gioco lecito, in quanto giochi con abilità prevalente sull’alea. E come se non bastasse, follia nella follia, l’unico vincolo che hanno le slot è che non devono riprodurre i meccanismi del poker (e così i videopoker – che pure qualche minima scelta la consentivano – spariscono).”
Da questo estratto del Fatto (titolo dell’articolo: “Gioco d’azzardo, come si è evoluta la regolazione in Italia”) abbiamo capito come anche nel gioco d’azzardo che cancella intere famiglie portandole alla disperazione c’è l’amico Silvio Berlusconi.
Una volta il Gioco d’azzardo era reato. Ora agenzie di scommesse aprono senza sosta e senza che ci si ponga alcun problema di carattere sociale. Se da sempre le scommesse erano vietate, forse c'era un motivo derivante da una saggezza popolare ormai inascoltata. In virtù di pochi meschini che si arricchiscono con l'azzardo (con la complicità dei politici) si azzerano famiglie, si perpetua la disperazione. In passato, la “Comunità” con la C maiuscola e la “Politica” con P maiuscola servivano per mettere al riparo le persone più fragili dai vizi che potenzialmente potevano distruggere famiglie e individui.
Oggi le fragilità sono un valore aggiunto per chi si vuole arricchire. Per pochi ricchi devastiamo generazioni di giovani facendoli diventare “tossici da gioco d’ azzardo”, con tacita approvazione delle istituzioni: altro che sport! La quantità di pubblicità per il gioco d’azzardo è insopportabile per chiunque abbia un poco di etica politica, e ha raggiunto livelli impensabili solo 10 anni fa. La pressione pubblicitaria su canali incontrollabili come TV e Internet, con i quale si può giocare da casa, fa si che chiunque possa intraprendere la strada dell’azzardo. Si può giocare anche a 10 anni. Basta confermare i 18 anni con un clik. Ci prendiamo in giro?

LE GRANDI MULTINAZIONALI DEL GIOCO D’AZZARDO SONO RIUSCITE NELL’IMPOSSIBILE: DENOMINARE IL POKER UNO SPORT. Soprattutto è indisponente e inaccettabile che il poker e tornei vari -trasmessi dalle TV tematiche (per lo più sportive) vengano affiancati agli sport, e spesso denominati “sport”. Se penso al Poker del mondo reale -e non quello dei lustrini e delle paillette della pubblicità o dei tornei- mi vengono alla mente solo personaggi poco raccomandabili che nel mio piccolo paese hanno spolpato persone oneste di ogni bene. E che a loro volta sono state spolpate o uccise. Questa è la spirale del gioco. E ora alcuni arraffoni amici di politici, ‘stato’ compreso, ci vogliono far credere che il gioco d’ azzardo sia uno sport. Con questa ipocrisia che guarda solo all’arricchimento di una élite e queste decisioni che premiano i vantaggi dei pochissimi a discapito di popolazioni intere, lo sfascio sociale è tangibile.  

IL POKER E' GIOCO D'AZZARDO NON E' UNO SPORT! 

NON È STATO VIETATO IL GIOCO D'AZZARDO, MA LA PUBBLICITÀ, PER CUI NON INIZIATE A DIRE CHE ENTRIAMO NEL PROIBIZIONISMO. 
UN RAGAZZO SU DUE IN ITALIA È A RISCHIO AZZARDOPATIA, E CHE OGGI NON SI POSSA FARE "CALCIO" SE NON SULLA PELLE DELLE FAMIGLIE CHE SI ROVINANO, È UNA COSA INAMMISSIBILE. VIETARE LA PUBBLICITA’ CREDO SIA IL MINIMO.