Per anni, anzi, da sempre ci siamo sentiti dire da tutti gli intellettuali di questo sport che ciò che conta veramente in una squadra per arrivare a certi risultati è lo spessore umano dei giocatori, l'umiltà di questi è la voglia di sacrificio per la squadra in primis e poi per se stessi. Ecco la squadra cha sta dominando l'Europa in questi anni è tutto l'opposto. 

Grandi campioni ma nient'altro, eppure.... Eppure per la terza volta consecutiva alzano la coppa dalle grandi orecchie e fanno un record incredibile. Ma se guardiamo attentamente questa squadra non riusciamo proprio a trovare quel gruppo coeso di uomini pronti a tutto per il bene della squadra. 

Partendo da Sergio Ramos uno dei più grandi difensori della storia, su questo non ci sono dubbi, ma reo nella sua carriera di gesti e comportamenti tutt'altro che sportivi degni del suo valore. Da sceneggiate che hanno costato ammonizioni o addirittura espulsioni di avversari, fino al fallaccio di ieri sera su Salah condito con la risata e la linguaccia al momento della sua sostituzione tra le lacrime. Fino a Cristiano Ronaldo che discuterlo come giocatore sarebbe come bestemmiare in chiesa, ma lo avete visto ieri sera? o nel ritorno contro la Juve? Lui è lì solo ed esclusivamente per sé stesso e la propria gloria, sono gli altri che devono sacrificarsi per il suo bene mai il contrario. A tal punto di dimostrarsi perfino estraneo alla vittoria ieri sera perché lui non è stato il protagonista assoluto ma bensì un suo compagno. O è lui oppure non conta la vittoria della squadra. Ma nonostante questo il Real sta dettando legge con tredici coppe campioni e riconfermandosi la squadra più blasonata e forte del mondo. In barba agli intellettuali di questo sport.