Alcuni giorni fa stavo rileggendo con molto piacere alcune pagine del libro scritto da Gianni Brera "L'arcimatto", che nella sua essenza suol essere una sorta di diario in uscita nei numeri del "Guerin Sportivo" editi tra il '60 ed il '66.
Si tratta di un volume il cui autore non ha bisogno di presentazioni, soprattutto per i lettori del Guerin Sportivo, e per chi non lo avesse mai letto, una volta fatto, capirà perché Gianni Brera è considerato, a tutt'oggi, uno dei più importanti giornalisti che hanno scritto di calcio, di sport in generale e non solo.
Stimando enormemente l'innovativa impronta data al giornalismo sportivo del rivoluzionario scrittore padano ricca di neologismi tanto da essere definito come l'onomaturgo (onomaturgia: sostantivo di origine greca e stante per colui che conia parole nuove, inventore di neologismi) per eccellenza di avvincenti aneddoti a latere dell'evento sportivo commentato, ho modo di pensare, vedendolo ancora magistralmente indaffarato con la sua inseparabile Lettera 22 accerchiato da nuvole di fumo della sua pipa, mentre sta godendo dall'alto dei Campi Elisi gli accadimenti della nostra Terra e maggiormente le vicende del nostro calcio immerso in questa odiosa pandemia.
È lì con la sua pipa e la sua carta pronta per essere dattilografata intento alla stesura di un suo articolo inerente questo particolare momento, ma che sicuramente si troverebbe in profondo disaccordo su quanto si legge in questi giorni nelle prime pagine dei più titolati tabloid sportivi riguardanti i pronostici sul futuro campionato nel pieno delle trattative riguardanti l'attuale calcio mercato.
È mio espresso desiderio omaggiare la memoria del grande giornalista scomparso in un tragico incidente stradale avvenuto a Codogno trent'anni fa, all'età di 73 anni, raccogliendo nelle seguenti righe alcune tra le sue invenzioni lessicali legate al mondo del calcio e risultate tra le più celebri e diffuse.

"ABATINO" - Molto vicino al cicisbeo. Omiciattolo fragile ed elegante, così dotato di stile da apparire manierato e qualche volta finto. Questa definizione nacque per battezzare Gianni Rivera, considerato troppo poco atleta, fu estesa poi a tutto il popolo italiano, fino a classificare una condizione antropologico-esistenziale del calciatore nostrano. "Abatini siamo e Abatini resteremo", un termine già usato, anche se in altri contesti, nelle Opere di Ugo Foscolo. (Forse nelle sue movenze, nei suoi funambolismi Gianni Brera rivedrebbe di sicuro Cristiano Ronaldo).
"BONIMBA" - Epiteto coniato nel 1971 per Roberto Boninsegna, allora centravanti dell'Inter. Nelle intenzioni dell'inventore, il desiderio di evocare onomatopeicamente il nano circense Bagonghi. (Forse nei suoi gol, 18 in totale tra C.L. e Serie A, Gianni Brera ravvedrebbe nell'attaccante argentino Lautaro Martinez il "Bonimba" di mezzo secolo prima).
"CENTROCAMPISTA"- Indica generalmente il giocatore che opera a centrocampo, un termine coniato negli anni '50 e poi mutato nell'anglosassone "midfielder" o nel francesismo "milieu de terrain". Trattasi di un lavoro indifferenziato, solo se ha dei compiti ben precisi può diventare "regista" o "incontrista". (E qui il nostro Gianni Brera avrebbe l'imbarazzo della scelta e dei relativi soprannomi, ne cito solo alcuni: Douglas Costa (Juv) Fabian Ruiz (Nap) Lazzari (Laz) Sensi (ex Int) Bennacer (Mil) Traoré (Sas) Ribery (ex Fio) Castro (Cag) Soriano (Bol)  Kucka (Par)  Kurtic (Spal) Mancosu (Lec).
"CURSORE" - Dal vocabolo risalente al latino del medioevo "cursor" indica il centrocampista di fatica e quantità. A quei tempi il cursore per antonomasia era Domenghini, seguito più modestamente negli anni successivi da Crippa ed Evani. (Oggi, direbbe il nostro Gianni Brera, ce ne sono molti, ma purtroppo non di assoluta qualità).
"DELTAPLANO" - L'apertura alare di Walter Zenga, il suo maestoso planare per l'area, questa fu la definizione espressamente coniata per il portiere dell'Inter e della Nazionale (Oggi Gianni Brera lo accosterebbe senza ombra di dubbio a Gigione Donnarumma!).
"EUCLIDEO" - Definizione del gioco geometrico e razionale. Tipico giocatore euclideo fu Fabio Capello, ribattezzato poi nella sua carriera di allenatore, Gran Bisiaco, date le sue origini anagrafiche. (Quando Brera perse la vita in quell'incidente del dicembre '92, Francesco Totti, 16nne, esordiva nella Roma alla guida di Mazzone. Sarebbe sicuramente stato lui il suo secondo "Euclideo").
"FORCING" - Termine traslato dal gergo della boxe, indicante un'azione aggressiva e continua sulla squadra avversaria. Nel linguaggio calcistico, la fase più pressante ed insistente dell'attacco portato all'avversario, che comporta il massimo sforzo da parte degli atleti.
"GOLEADOR" - Questo attributo è maggiormente meritato dall'attaccante che segna con destrezza e scaltrezza, così come suole fare il "toreador". Al goleador sono apparentati anche il goleare (segnare una rete) e la goleada ( vittoria con numerose segnature).                                                                                                                                                                     ("Goleador" termine ispanico ormai logoro per l'uso... ha sostituito l'italianissimo "cannoniere"!).
"LIBERO " - Termine, ormai di accezione internazionale (almeno in quegli anni), che identifica il difensore, libero appunto da impegni di marcatura, che agisce alle spalle di tutti gli altri compagni.  Il neologismo nacque nel 1949  dopo un Juventus - Milan terminata 1 a 7, una delle partite che allora suggerì una diversa disposizione delle difese. (...il libero per antonomasia fu per un ventennio la maglia Rossonera N°6 di Franco Baresi poi ritirata!)
"PALLA GOL" - Indica la concreta possibilità, nata da favorevolissime circostanze, alla realizzazione di un gol.  Il termine è usato quando la suddetta circostanza è clamorosamente fallita. Per la bellezza del calcio spesso e volentieri da palloni "impossibili" il giocatore inventa realizzazioni altrettanto impossibili. (.....vedi: "Clamoroso al Cibali!" oppure il famoso "....quasi Gol!!" di Nicolò Carosio ). 
"PIPER" - Soprannome dato al mediano dell'Inter Gabriele Oriali, nell'apice della sua carriera. Quando il giocatore cominciò a declinare fu retrocesso a "Gazzosino"...e qui direbbe il buon Gianni Brera, le nostre squadre sono piene di bei puledri all'alba e bolzi stalloni al tramonto!!
"PRETATTICA" - Le schermaglie che precedono la partita e con le quali gli allenatori cercano, con informazioni più o meno veritiere, di ingannare gli avversari celando loro la reale formazione che scenderà in campo. Fu un termine di gran diffusione negli anni '70 quando la pretatttica era in gran voga. Da allora, per il silenzio sempre più ermetico degli allenatori è via via andata a scemare.                                                                                                                                   (...con le PayTV e gli obblighi dei contratti delle visioni e dichiarazioni prima e dopo gli incontri, specie in questi ultimi anni questo scenario è ricomparso con molto seguito di ascolti).
"PULICICLONE" - Più che un nome un ritratto. Con questo termine di sapore futurista venne etichettato  Paolo Pulici, grande ala del Torino.  Nell'epiteto è racchiuso tutto il suo vorticare di gambe in confusionarie azioni a mulinello del giocatore. (....e il buon Gianni Brera ci rivedrebbe volentieri un po'... di cresta del Gallo Belotti!)
"ROMBO DI TUONO" - Così venne definito Gigi Riva. In alternativa era pronto il titolo di Re Brenno. Fosse nato ai tempi dei Galli lui e non altri li avrebbe condotti alla conquista di Roma. (...non è Gigi Riva, ma è pur sempre il miglior marcatore dei sardi negli ultimi campionati... il Brenno di turno è l'attaccante brasiliano naturalizzato italiano e convocato in Nazionale da Mancini Joao Pedro).
"UCCELLARE" - Beffare l'avversario, superarlo con astuzia e abilità. Termine recuperato dal "Boccaccio" e tradotto dal francese "oisleur".                                                                                                                                                                                        (...il verbo produce la sua massima efficacia quando la squadra in vantaggio di un gol o alla pari si fa "uccellare" dall'avversario proprio negli ultimi secondi del match!!).

Nella notte tra il 18 e il 19 dicembre 1992 Gianni Brera moriva in un incidente stradale tra Codogno e Casalpusterlengo sulle strade della sua Bassa Padana, della quale in mille occasioni ne aveva scritto in articoli e libri. Il giovane alla guida di una Lancia Thema che, invadendo la corsia opposta, causò l'urto fatale nel quale rimasero uccisi, oltre al giornalista, altri due suoi amici, è stato condannato per omicidio colposo. L'appena 24nne autista, allora rimasto solo ferito, e il suo amico milanese vennero ambedue operati nel vicino ospedale di Codogno e dopo pochi giorni dimessi. In una sentenza del Tribunale il guidatore pluriomicida è stato riconosciuto colpevole, il processo è durato appena un quarto d'ora, direttamente dal Pretore al Magistrato, dove gli è stata riconosciuta la reclusione con la condizionale della pena e la condanna inflitta sarà solo di un anno e dieci mesi, con l'aggiunta di una multa di £ 250.000. (Tratto da "La Repubblica" del 15.4.1994 quotidiano ove Gianni Brera scriveva).
Mia figlia un mese fa è stata multata per eccesso di velocità da un Autovelox, viaggiava a 92 Km/h in un tratto di strada ove il limite massimo era di 70 Km/h. Abbiamo pagato una multa di 165 Euro (sarebbero circa 300.000£ che con la svalutazione che c'è stata arriverebbe a circa mezzo milione di Lire).
Dunque, la vita di Gianni Brera sarebbe valsa quanto due "velocisti" pizzicati dall'Autovelox. Vien da riflettere seriamente sulla giustizia della nostra "Giustizia" (ed il bisticcio di parole è volutamente coniugato!)

Caro Gianni, tu cultore del giornalismo sportivo, ricostruttore assoluto con i tuoi neologismi delle cronache dei nostri quotidiani sportivi arricchiti dalle tue trasversali ma intonatissime divagazioni, tu l'onomaturgo per antonomasia del nostro dopoguerra, solo preceduto, nel secolo scorso, da importanti scrittori quali Giacomo Leopardi e Gabriele D'Annunzio ci hai dovuto prematuramente e fatalmente lasciare nella tua amata terra.  Non ho parole adeguate, degne del tuo lignaggio, per poterti ricordare... userò la frase di un tuo valente discepolo... Gianni Mura, recentemente anche lui prematuramente scomparso: "Gianni... ti sia... lieve questa terra!"
Grazie, grande Gianni per essere stato con noi e averci narrato le vicende sportive viste dai tuoi occhi!
Riposa in pace... e... semmai avessi del tempo... leggi di noi!... Magari suggerendoci... qualche cosa di nuovo... come solo tu hai saputo scrivere!

                              Massimo 48