Il vecchio Milan tiene bene contro un Manchester United che ha già la gamba per la stagione. Giampaolo non crede che lo scopo di una squadra di calcio sia mantenere, onanisticamente, il possesso di palla, bensì di uscire dalla propria area il più presto possibile e poi arrivare in porta. Quando la squadra va in disimpegno, i giocatori non assumono posizioni statiche come i pupazzi del Subbuteo, ma scambiano la palla in velocità rischiando di sbagliare, perché non si può eliminare il fattore rischio da una partita di calcio. Inoltre, Giampaolo ha eliminato l'equivoco tattico dei due sfigati confinati sulle fasce, né centrocampisti né attaccanti (un 4-3-3 solo per i non vedenti ovvero per chi ascolta la voce del cronista, ma non vede chi c'è in campo). C'è un trequartista dietro due punte, pronto a sfruttare anche gli inserimenti di un terzo uomo che si fionda in avanti dal centrocampo. L'allenatore abruzzese, inoltre, ha capito che Calabria è un fior di giocatore quando spinge in avanti, ma ha i ferri da stiro al posto dei piedi, come a suo tempo li aveva Abate. Non chiede quindi a Calabria di crossare, ma di darla corta, cosa che al terzino riesce abbastanza bene (Corrado Viciani, 45 anni fa, inventò alla Ternana il c.d. gioco corto, perché, confessò, i suoi avevano una tecnica limitata e non riuscivano a far viaggiare la palla con precisione su distanze medio-lunghe).

Di fatto, ieri il Milan ha pareggiato 2-2, almeno per quel che conta davvero. Ha perso ai rigori, sì, ma in campionato i rigori non ci saranno, per cui un 2-2 fuori casa contro un'avversaria di vertice (il Man-U lo è) sarà... un 2-2 fuori casa contro una squadra di vertice. Sputateci su, se avete il coraggio.

La nota negativa è che il Milan della stagione appena iniziata non sarà quello visto ieri. Non lo sarà perché la società ha bisogno di plusvalenze e il sontuoso Suso visto contro i Red Devils potrebbe rimanere solo se nessuno volesse mettere mani al portafoglio. Il partitone contro il Manchester, tuttavia, ha evidenziato la sua bravura e, di fatto, ha reso la sua permanenza più problematica. Giampaolo, del resto, è sincero quando dice che Suso è un grande giocatore e che vorrebbe tenerlo. E la cosa gli fa onore, dato che per le sue idee uno come Correa, per le linee che percorre in campo, è di certo più adatto. Il tecnico rossonero sa, comunque, che lo spagnolo porta appesa al collo la targhetta con la scritta "plusvalenza" e quindi, da navigato  uomo di calcio, sa che i suoi complimenti resteranno un sincero e doveroso omaggio a un campione che solo il gioco senza senso dell'anno scorso e la pubalgia non hanno fatto apprezzare dai tifosi. E parlando di spagnoli, anche l'eccellente Castillejo di ieri finirà probabilmente per andare via.

Partita orrida quella di Piatek, ma non mi preoccupa. Il polacco dava l'impressione di avere dei sacchi di sabbia legati alla vita come zavorre. I giocatori reagiscono in maniera diversa alla preparazione atletica e Piatek è in evidente ritardo, ma l'importante è che si ritrovi rimesso a nuovo contro l'Udinese.

Mi è capitato di leggere qualche lieto e rassicurante ritornello cantato in lode di André Silva, il terrore dei portieri perché fa i suoi bisogni nei portoni. Ieri ha dimostrato di non essere rotto, ma non è per quello che l'affare col Monaco è saltato. I francesi avevano già fatto sapere che il vero problema è stato il mancato accordo fra le società sull'aspetto economico. Tradotto in misere parole, è col cavolo che i monegaschi sono disposti a pagare 30 milioni di euro per quello lì!!! Se il Milan 2 anni fa ci è cascato, non è un buon motivo perché ci caschino loro. Mendes ha convinto i rossoneri a inviare André Silva alle visite mediche, sperando di trasformare la cessione in prestito, magari moderatamente oneroso, con diritto di riscatto a favore dei monegaschi (i quali, come il Siviglia, dopo un anno avrebbero potuto senza problemi rispedire al mittente il ragazzo dai capelli impomatati). E poi possiamo anche cercare di farlo passare per quello che non è, lodando un tiro casuale in tutta una partita, ma non so quanto chi caschi chi di calcio ne capisce.

Un'altra considerazione riguarda Laxalt, da sempre centrocampista esterno tipicamente offensivo, ma da un anno presentato come un terzino solo perché, vulcano Gattuso, l'uomo che reinventò il calcio in quanto unto come grande allenatore dagli ultrà della curva rossonera, lo ha schierato terzino. Ormai mi ci sono abituato a leggere che, se viene venduto, va via un terzino, ma è un'imprecisione evidente.

Borini non è un fenomeno, ma ha una dote che pochi anno, è duttile. Apprezziamola e non critichiamolo quando mostra i suoi limiti nel singolo ruolo. Non ha un ruolo, però si adatta bene a ricoprirne più di uno.

Concludo facendo notare che in settimana è stato finalmente fugato un equivoco che durava da tempo: Donnarumma non ha mercato. Il Milan non vedeva l'ora di portare a casa una plusvalenza da 45-50 milioni per Gigio, lanciando Plizzari con la copertura del bravo ed esperto Reina. La cessione in prestito di Plizzari a Livorno è il segnale di resa. Il Psg? Il Manchester United? Nessuno è stato disposto a pagare cifre rilevanti per un portiere che, sarà anche bravo, ma è considerato un fenomeno solo dai tifosi milanisti e dalla critica rossonera. Forse chi non crede in lui ha torto, ma tant'è.