Succede così ogni volta che si cerca di gonfiare il pupo oltre il lecito: alla fine il pupo scoppia o si sgonfia.

Giampaolo era ed è un buon tecnico che negli ultimi anni ha fatto molto bene a Empoli e si è distinto con la Sampdoria. Il tecnico, tuttavia, è arrivato solo dopo che una serie di allenatori della primissima fascia avevano gentilmente declinato la proposta di allenare la squadra rossonera. Nonostante ciò o magari a causa di ciò, il tam-tam di giugno è luglio ha continuato a trasmettere il seguente messaggio: "Giampaolo è un maestro di calcio... Giampaolo è un maestro di calcio... Giampaolo è un maestro di calcio...". Tale ritmo ossessivo serviva a far "sognare" il povero tifoso milanista, da tempo in attesa del Messia, ma nel giro di poche settimane si è rivelato un boomerang. Le prestazioni contro Feronikeli, Cesena e, soprattutto, Udinese, hanno, purtroppo, sgonfiato il pupo. Il fatto è che Giampaolo non è un maestro di calcio, ma un bravo allenatore, serio e niente di più, almeno al momento. Col tempo si vedrà.

Una parte dei critici è voce di parte, in quanto si tratta di orfani di Gattuso, lieti di infliggere la gogna a chiunque abbia osato posare le proprie terga impure su quella panchina riservata solo alle nobilissime membra del guerriero di mille battaglie ecc... (aggiungete tutti i luoghi comuni più beceri che vi vengono in mente).

In realtà, se il Milan di Udine è stato quella povera cosa vista all'opera da tutti, il tecnico deve avere le sue responsabilità, dalle quali ho l'impressione che stia cercando di fuggire. Giampaolo, infatti, ha puntato il dito sullo schieramento 4-3-1-2, annunciando che tale assetto potrebbe essere rivisto a favore di uno più consono alle caratteristiche dei giocatori. Ora, però, a Udine il problema non è stato lo schieramento, ma la forma indecente della compagine, nonchè l'assegnazione a Chala del ruolo di regista.

Prima di un match storico, Gipo Viani catechizzò i giocatori dal punto di vista tecnico, ma alla fine Rocco ammonì tutti che, se non avessero corso, lo avrebbero preso in quel proverbiale posto il quale, per ovvie ragioni, non può essere nominato qui. A Udine il Milan camminava, altro che 4-3-1-2 o 4-3-2-1, se non il 5-5-5 di Oronzo Canà! Quando c'è la gamba c'è già il 50% della prestazione, questa è la verità. Giampaolo non vuole ammettere che, per creare subito entusiasmo, ha anticipato il lavoro sulla velocità facendo correre la squadra contro Bayern, Benfica e Man-U, contando poi di recuperare nelle 3 settimane finali il lavoro di massa trascurato. Non vuole dirlo e parla di moduli. Giampaolo, inoltre, ha schierato Chala regista, cosa che lo stesso Gattuso aveva provato a fare, abbandonando il tentativo per disperazione. E se è vero che Biglia era rotto e Bennacer non al meglio, sarebbe stato meglio mettere un po' si forza fisica in mezzo con Kessie subito in campo e rinunciare, almeno per una partita, al regista.

Lasciando da parte l'improvviso offuscamento della stella nascente Giampaolo, noto che Mirabelli è tornato a dare lezioni di management calcistico, sostenendo che, per quanto Elliott ha speso, il Milan dovrebbe essere in testa. Forse, ma cosa dire dei 200 e rotti milioni spesi dal signor Massimiliano Mirabelli per "aumentare il valore della rosa", che oggi risulta imbottita di gente che nessuno vuole?

L'egregio signor Mirabelli ha anche accusato la società di svilire il prezzo di André Silva, mostrando di volerlo svendere. Ma sì dai! Forse ha ragione Mirabelli! E' male cercare di vendere un giocatore scadente, perchè se ne svilisce il prezzo, mentre è da grandi geni strapagare il giocatore scadente, perchè così se ne aumenta il valore. Come no? Se ne aumenta il valore finché non lo si rimette sul mercato e ci si accorge che non ha acquirenti. Ok, ognuno la vede a modo suo, ma la logica dovrà anche avere il suo posto nei ragionamenti, no?

Laxalt che, va detto per giustizia, non è stato comprato da Mirabelli bensì da Leonardo, andrà via in prestito, così contribuirà a diminuire il monte ingaggi e, grazie all'onerosità del prestito stesso, contribuirà parzialmente all'ammortamento del giocatore. Dubito che André Silva possa andare via con una formula molto diversa. C'è anche il rischio che lo stesso André Silva si metta di traverso per rimanere a Milanello e spassarsela allegramente senza grandi responsabilità agonistiche, come di traverso si è messo Kessie di fronte alla prospettiva di andare al Monaco. Del resto, i giocatori non sono assegni circolari da mettere all'incasso, ma ingaggi che, se ingiustificati, appesantiscono i bilanci.

Pellegatti ha pienamente ragione nel dire che Kessie potrebbe essere venduto solo se al suo posto arrivasse il sostituto. Concordo con lui, ma il problema è: chi? Sul mercato non vedo gente più forte di Kessie a prezzi più bassi di quello a cui verrebbe venduto l'ivoriano.