Buongiorno a tutti, ci avviciniamo al novantesimo giorno di guerra e pare che la soluzione sia ancora lungi da divenire. La soluzione sarebbe la pace. Ma quale pace? Una pace che ci accontenti tutti basta che la smettano, oppure una soluzione che porti l'Ucraina a respingere l'offensiva Russa e Putin a più miti consigli?

Sento discussioni di ogni tipo e, come con i vaccini, espressioni veramente sconcertanti, come se tutto si riducesse ad una spy story, con strani personaggi che si camuffano, cattivi che in realtà sarebbero buoni e buoni che in realtà sarebbero cattivi. Qualcuno dice che siamo una colonia degli Stati Uniti, altri che l'Europa non funziona e che quindi per questo l'Ucraina si arrangi che noi non vogliamo noie. Per prima cosa vorrei chiedere se qualcuno volesse essere una colonia dei Russi. No? Eppure gli USA sono così cattivi, e poi sono imperialisti. La Russia invece no? Hanno distrutto Georgia, Cecenia e Siria, macellando e squartando ogni velleità di governi liberi e democratici. In Russia non sanno più cosa siano le elezioni democratiche, cioè libere e con l'opposizione che può competere senza la paura di essere arrestati o peggio assassinati. La corruzione in Russia è ormai una regola, e non c'è nessuno che riesca a fermare questa continua oppressione sui media che denunciano ma che poi vengono chusi in un modo o nell'altro.

Ora assistiamo anche alla liquidazione di uomini che erano vicini a Putin, miliardari che hanno fatto soldi e si sono inseriti nel gruppo di potere di Putin. Eppure, qualcuno sembra sia morto suicida. Chi per un dolore insistente alla gamba, chi dandosi coltellate da solo ma prima massacrando la famiglia. Insomma tutta una serie di situazioni nelle quali trovare che tutto sia normale porta ad un esercizio di follia mentale inaccettabile. E poi sono anche molti, e quasi tutti all'estero, si vede che l'aria fuori dalla Russia deve essere molto poco salubre.  Ritenere che Putin sia ormai in preda ad un oblio dal quale uscirà molto male diventa sempre più un'ipotesi realizzabile. La campagna di guerra non sta andando bene, e oltre alle sconfitte sul campo, si registrano molti soldati morti abbandonati, dei quali le famiglie chiederanno informazioni.

E' interessante notare che alla stessa televisione russa, fortemente controllata dal regime, un generale di lunga carriera ed esperto di guerra e geopolitica ha espresso critiche piuttosto pungenti sulla campagna militare in atto. Ha soprattutto posto in rilievo la scarsa capacità di invasione del territorio Ucraino, molto vasto, e che richiede un numero di mezzi e di uomini spropositato, attualmente insufficiente per un esercito russo che non ha molti combattenti come si potrebbe invece pensare. La Russia ha un problema titpico delle nazioni occidentali, la bassa natalità. Poi la disorganizzazione che l'esercito russo presenta a molti livelli, si pensi alla scarsa istruzione degli aviatori, che si esercitano poco nelle evoluzioni che richiedono un intervento di guerra. La presenza di pochi soldati esperti, e comunque demotivati. E sulla motivazione ha puntato il dito, risaltando che l'esercito ucraino può contare su un milione di effettivi, tra i quali sicuramente molti dilettanti, ma con una qualità: sono motivati e disposti a morire per la loro patria. Un commentatore gli ha chiesto se per caso un militare motivato possa diventare improvvisamente un militare esperto. La risposta è stata no, ma può fare la differenza in molti casi, nei quali un soldato obbedisce ciecamente agli ordini, mentre un altro seppure esperto, si defila e salva la pelle, non considerando essenziale morire per Putin. 
Questo porta a pensare che qualche crepa nel potere di Putin si sta presentando, e una parte di uomini dell'esercito siano ormai stufi di fare guerre senza alcun senso per consentire ad un soggetto instabile di esercitare il potere e non per proteggere la patria, che non ha nessuna minaccia da temere in quel momento.  

Nel frattempo, la guerra si sposta sul versante economico. Le sanzioni che hanno interessato le banche e le aziende russe,   sembra che non facciano molti danni. Intanto Putin ha tirato fuori dal cilindro la regola dell'obbligo dei pagamenti in rubli per il petrolio e il gas esportati all'estero. E all'inizio sembra che il provvedimento abbia funzionato. Infatti il rublo si è subito rafforzato, arrivando quasi alle quotazioni prebelliche. ma il goco perverso potrebbe invece portare dei danni futuri alla stessa Russia. Perché se i vari paesi importatori vendono valuta in dollari ed euro, per ottenere rubli per pagare le forniture, dall'altra la banca Russa dovrà stampare una somma spropositata di rubli, il che porterà tra qualche mese ad un'inflazione spaventosa per il popolo russo, che già deve fare a meno di merci essenziali e beni di consumo che non possedevano in grandi quantità in precedenza. Qualcuno ha detto che i russi sono molto bravi a sopportare le restrizioni che patiscono, come se la loro vita sia sempre stata un continuo sacrificio, e che con la propaganda nazionale del regime, sono pronti a soffrire ulteriormente. Ma intanto molte aziende e capitali occidentali sono andati via dalla Russia, e questo ha comportato un alto tasso di disoccupazione che non era basso neanche prima della guerra. E se la televisione sembra avere molto potere sull'opinione pubblica, qualcuno ha già messo in preventivo che quando il frigorifero sarà vuoto, questo prevarrà sulla propaganda putiniana.  
Intanto le sanzioni stanno procurando problemi anche ai paesi che le impongono. Ed è questa la guerra che stiamo  combattendo noi cittadini occidentali, perché se vogliamo dare una mano agli ucraini, dobbiamo anche noi fare la nostra parte. E' come con la pandemìa, non andiamo in guerra, ma la combattiamo nei nostri salotti e sulle nostre poltrone. I governi europei stanno comunque prendendo provvedimenti che possano mitigare la crisi economica che soprattutto le famiglie più povere dovranno sopportare, lo stesso governo italiano ha mobilitato 14 miliardi per distribuirli una tantum per le famiglie che hanno redditi sotto i 35 mila euro. Intanto si è provveduto al blocco degli aumenti della benzina e del gasolio, mentre stiamo contattando paesi esportatori di idrocarburi per ottenere forniture ulteriori e provvedere al fabbisogno nazionale. Stiamo anche alimentando le risorse energetiche alternative, seppure con troppa lentezza e colpevole ritardo.
Ma il problema più grosso è lo stallo nei porti del Mar Nero, dove milioni di tonnellate di grano non vengono lasciati partire dai Russi ed anzi, se ne impossessano per regalarli ai loro partner, come la Siria di Assad. Quel grano serve soprattutto per i paesi africani che hanno sottoscritto quelle forniture e che essendo travolti da siccità e carestie, ne hanno un bisogno essenziale. In tutto questo bisogna anche tenere conto dei problemi sulle materie prime, che si sono evidenziati nel dopo Covid, e che ha rallentato notevolmente i commerci tra Asia ed Europa, mortificando una ripresa produttiva che le aziende speravano di intraprendere. 
La Russia è considerata uno stato "canaglia", nel senso che è nella Black List dei paesi che sono considerati autori di continue violazioni sull'antiriciclaggio di denaro "sporco". E molti soggetti imprenditori, e pure qualche politico, hanno cercato di fare affari con la Russia al solo scopo di potere occultare somme altrimenti non più occultabili nelle banche occidentali. Non vorrei che alla base di taluni divieti e strane simpatie su Putin, non ci sia proprio la ricerca di recuperare i capitali evasi o occultati, che a questo punto saranno forse persi definitivamente. 

Se pensavamo che la guerra non ci riguardasse, dobbiamo fare un passo indietro, e sperare che le imprese sul campo dei combattenti ucraini riducano le velleità dei Russi, e solo a questo punto si arriverà a trattare, su piani di parità e non con la forza spropositata messa in campo prima. Per tutto il tempo della guerra, Putin si è rifiutato continuamente di discutere di pace se non alle sue condizioni inaccettabili. Molti governanti internazionali hanno tentato di portarlo al tavolo della pace, ma lui ha sempre risposto no.
A questo punto, nessuno può pensare che Putin possa continuare a sostenere la situazione sul campo e internamente molto a lungo, e quando avrà la sensazione che non potrà più vincere, dovrà venire a miti consigli. Allora, la diplomazia troverà le armi adatte per consentire a tutti una pace onorevole, anche se le azioni orribili compiute dai Russi sulla popolazione ucraina sono una ferita difficilmente sanabile.
Ma il tempo della pace dovrà fare dimenticare molte cose, seppure il tempo successivo porterà le vendette e le sanzioni morali e materiali delle quali ognuno dovrà rispondere.
Pax vobiscum!