Nel momento in cui si scrive, un fatto abbastanza eclatante sta forse passando abbastanza inosservato. Nei cinque principali campionati europei, al vertice delle rispettive classifiche vi sono squadre che, se non propriamente rivelazioni, di certo non possono considerarsi come le grandi favorite per la vittoria finale dei vari tornei. Per carità, siamo a un terzo delle partite disputate (giornata più, giornata meno), ma sicuramente questo aspetto assume una rilevanza non di poco conto. Facciamo chiarezza.

- Premier League

Nel campionato considerato quasi all'unanimità il più bello del mondo ormai da anni, vi è una coppia in testa. Da una parte, i campioni in carica del Liverpool (che non sono ovviamente una sorpresa), dall'altra il Tottenham. I londinesi, sebbene divenuti oramai a pieno titolo una delle big six del torneo di Sua Maestà, non sono quasi mai considerati come veri e propri principali candidati alla vittoria finale. Sì, è una squadra che può ambire ogni anno al piazzamento Champions League, ma parte sempre dietro le due di Manchester, i Reds e le concittadine Chelsea e Arsenal. Eppure, con in panchina uno dei più importanti tecnici della storia del calcio, un campione ritornato alle origini e un attaccante tra i più forti al mondo, non è un delitto sognare di strappare il titolo a sessant'anni dall'ultima volta, che rappresenterebbe qualcosa di leggendario. Ora, è chiaro che i favoriti rimangono i team che conosciamo, ma la partenza degli Spurs accende ulteriormente una competizione già di suo affascinante e unica.

- Liga

Sebbene con due gare in più, la rivelazione in terra iberica si chiama Real Sociedad, appaiata insieme all'Atletico Madrid e davanti al Real Madrid. Sì, è vero, potenzialmente è la squadra di Simeone davanti a tutti, ma la squadra di San Sebastian sta compiendo un percorso importante. I fasti degli anni '80 sono lontani, ma è significativo trovare una squadra simile in testa ad un campionato eternamente conteso tra due, massimo tre squadre. Ma ne parleremo dopo.

- Bundesliga

Chi segue distrattamente il calcio estero potrebbe ritenere che il solito Bayern Monaco stia dominando in lungo e in largo in terra teutonica. Ovvio, lo strapotere tecnico dei bavaresi è fuori discussione, ma dopo undici giornate è il Bayer Leverkusen ad essere davanti a tutti, con lo scontro diretto di sabato che si preannuncia tutto da gustare. Non stiamo parlando degli ultimi arrivati, ma ancora una volta salta all'occhio l'assenza delle favoritissime della vigilia in testa.

- Ligue 1

Il passaggio a vuoto del PSG ha condotto il Lione in testa al torneo, insieme al Lille e con un Marsiglia che ha due gare da recuperare. Parliamo delle principali squadre d'Oltralpe, ma rispetto agli ultimi anni, la squadra di Parigi non ha quella forza di allungare in modo devastante già dopo le prime battute.

- Serie A

E veniamo a casa nostra. Lo sappiamo tutti: il Milan di Pioli sta incantando, complice un ruolino di marcia impressionante e un gioco spensierato, ponendosi davanti alle grandi favorite della vigilia, Inter e Juventus. Una partenza sprint, che ha permesso ai rossoneri di ritrovarsi ai piani alti dopo tante, cocenti, delusioni.

Esaurita questa rapidissima panoramica, è chiaro che stiamo parlando solo di una porzione di campionato. Alla lunga, i valori dovrebbero venire fuori, ma quest'anno è probabilmente quello più avvezzo alle grandi novità. Lo so, è una frase tipica di tantissime stagioni, ma stavolta non può non essere condiviso questo pensiero. La compressione degli impegni causa Covid, unita alla persistente assenza di pubblico negli stadi, ha avuto e continua ad avere un impatto sui risultati a cui stiamo assistendo. Inutile girarci intorno: non è il calcio che amiamo, quello che stiamo vivendo. È un riempitivo, un modo per portare avanti (giustamente, sia ben chiaro) l'intera industria. Sì, il calcio è un mercato, non lo scopriamo di certo adesso. Quindi, ben venga quello che ci viene offerto in questo periodo (e chissà ancora per quanto tempo, sebbene tutti speriamo ancora per poco).

In virtù di ciò, questa è probabilmente la stagione in cui le vere grandi sorprese potrebbero concretizzarsi. Ripeto, sono solo ipotesi, ma se un nuovo Leicester deve esserci, questa potrebbe rappresentare la circostanza più adeguata per assistere a vittorie impronosticabili. Con la ripresa a pieno ritmo, difficilmente si avrà spazio per risultati così rocamboleschi.
Pertanto, se quest'anno è da considerarsi aperto a qualsiasi scenario, quali sono le tendenze che si possono proporre per gli anni a venire, tanto a livello locale, quanto a livello internazionale? Per carità, non è facile neanche immaginare cosa possa succedere nei match della prossima giornata, figuriamoci intere stagioni. Vi sono però degli indicatori che possono aiutarci a sviluppare alcune considerazioni in merito.

- Premier League: l'ascesa continua

Incensare la struttura britannica sarebbe troppo facile. Suddivisione dei diritti televisivi equa, anticipazione dei tempi, visione d'insieme, stadi all'avanguardia, capacità economiche e finanziarie attrattive per investitori e addetti ai lavori. Non c'è paragone: la Premier League è il top di gamma della produzione calcio. Ogni qualvolta vi è in ballo una qualche innovazione, gli inglesi sono sempre in prima linea, soprattutto quando si parla di diritti di trasmissione. Nell'ultimo decennio, nessun altro dei grandi tornei ha visto cinque squadre vincere il campionato nazionale. Esatto: l'Inghilterra ha il grande merito di essere imprevedibile, di riuscire a scombinare le carte. In quale torneo avremmo potuto assistere alla vittoria di una squadra candidata a inizio stagione alla retrocessione? Qui, dove i sogni si possono realizzare. Parrebbe uno slogan, ma è la forza del campionato britannico.

Negli ultimi anni, Liverpool e Manchester City hanno dominato la scena, e tutto lascia presagire che ancora per qualche anno saranno loro a dettare legge. Eppure, personalmente ho la sensazione che tutto possa accadere. Non mi stupirei nel vedere una squadra di Londra (Chelsea o Tottenham) ergersi sul trono. No, non lo farei perché è un campionato stimolante sotto ogni punto di vista. Pertanto, nei prossimi anni probabilmente assisteremo al consolidamento delle due corazzate, magari cercando gloria a livello internazionale (finora appannaggio solo dell'armata di Klopp), e al continuo innalzamento del livello interno, con le due succitate che insieme al Manchester United rappresenteranno il gruppo delle principali potenze. Non dimentichiamo, poi, realtà come Leicester, Leeds, Everton e Southampton: squadre che possono candidarsi a prendere il ruolo dei Gunners come mina vagante. Già, la gloriosa società Arsenal, di contro, appare sempre più una nobile decaduta. Ha fatto la storia del calcio in patria, ma da qualche anno è ormai l'ombra di ciò che è stato. Sarà necessario prendere consapevolezza della nuova dimensione il prima possibile, lavorare sodo e ideare un progetto ben calibrato. Deve ripartire assolutamente da zero, senza proclami.

- Liga: se non ora, quando?

Detto che questa stagione è imprevedibile per qualunque federazione, in terra spagnola la domanda vale per un lasso di tempo più ampio. Barcellona e Real Madrid sono in una fase critica, lontane parenti degli squadroni che hanno dominato in lungo e in largo. E allora, come non approfittare del momento propizio? In prima fila vi è la terza incomoda ormai storica, l'Atletico Madrid. La squadra di Simeone ha già raggiunto i connotati di big europea, ma a causa della concorrenza ha vinto forse meno di quanto avrebbe potuto. Ecco perché l'occasione è di quelle ghiotte. Il tecnico argentino potrebbe avere la grande chance di prendersi la Liga e magari vincere qualcosa in più. Da non sottovalutare il Siviglia, che si è sempre presa le soddisfazioni in Europa League, ma che adesso potrebbe finalmente inseguire qualcosa di diverso. Attenzione, che le due big se ne stiano in disparte è un'utopia, ma nel prossimo triennio le occasioni di assitere ad una Liga con un altro padrone sono percentualmente più elevate della norma.

- Bundesliga: l'antagonista del Bayern Monaco? Non è il Dortmund!

Tra i cinque campionati top, quello più preoccupante è proprio quello tedesco.
Ma come, la nazione con i campioni d'Europa in carica?
Ebbene sì: oggettivamente, avere una vittoria costante di una sola società non garantisce vendibilità e interesse. Stesso dicasi per Francia e Italia, sebbene con delle differenze che verranno illustrate nel prosieguo.

In Germania, la parte del leone la recitano i bavaresi. Da sempre, con poche eccezioni. Il trend non sembra essere migliorativo (ovviamente parliamo dal punto di vista della competitività): il Bayern Monaco è attualmente la più forte in patria e, probabilmente, la squadra più brillante al mondo. Dunque, per il resto della compagnia si profilano poche soddisfazioni. Ma siamo sicuri? Ovviamente no, retoricamente parlando.
Per molti anni è stato spesso indicato il Borussia Dortmund come la principale antagonista. In parte è riuscita a frenare l'egemonia, e anche oggi potrebbe apparire come l'unica in grado di fermare la corazzata. Ha in casa il centravanti del futuro, il predestinato a divenire il più forte del pianeta, eppure il norvegese Haland sembra già con le valige in mano al termine della stagione. Difficile rivedere un novello Kane, legato al Tottenham nonostante l'assenza di titoli. E questo perché, allo stato attuale, la distanza rispetto ai campioni in carica pare troppo esagerata per poterla colmare nel breve periodo.
Se proprio dovessi lanciarmi in una spericolata predizione, credo che l'unica realmente in grado di spodestare il Bayern e di rendersi protagonista di un ciclo vincente sia il Lipsia. La storia della società e della sua crescita esponenziale è abbastanza nota. Finora, il percorso è stato lineare e molto produttivo. Manca l'acuto, il coronamento. E se qualcuno dovesse uscire fuori... io punterei su di lei.

- Ligue 1: il regno del PSG sta per finire?

Non so se è solo una sensazione (tanto per cambiare), ma il PSG non sembra più invincibile. Probabilmente saranno gli anni di dominio, ma rispetto al precedentemente citato Bayern Monaco, non pare più avere quella potenza che suggeriva fino alla scorsa stagione. Paradossale, visto che la squadra in riva alla Senna è arrivata a un passo dalla conquista dell'Europa, eppure è come se quel traguardo avesse dato maggior consapevolezza internazionale alla squadra, mettendo abbondantemente in secondo piano il campionato. Ed è effettivamente così, probabilmente da tempo. Il «problema» è che negli ultimi anni il calcio transalpino è stato davvero poca cosa, al punto che un PSG non irresistibile riusciva ad accumulare un vantaggio tale quasi da poter smettere di giocare in primavera. Ora, lungi da me affermare che siamo di fronte ad un movimento che rivoluzionerà il gioco del calcio (ci mancherebbe), ma credo che la Francia calcistica stia, lentamente, cominciando a maturare. E, onestamente, sarebbe anche ora. Una Nazionale tra le più vincenti di sempre non può avere un campionato con un livello non eccelso. Come detto in apertura, già quest'anno si profila un torneo molto più combattuto, dove potrebbero spuntarla in 4. Da non sottovalutare, per il futuro, Monaco e Lens. Insomma, a mio avviso la Francia sta avviando un percorso di crescita, molto difficile perché parte da una posizione di partenza molto arretrata, ma due finali europee negli ultimi tre anni non le ha fatte neanche il calcio italiano. Così, per dire...

- Serie A: Inter-Juve e poi tutto il resto

E finalmente giungiamo al nostro campionato.
Come intuibile dal titolo, credo che le due regine dei prossimi anni saranno Inter e Juventus. Certo, la mia fede interista gioca un ruolo non da poco nell'affermare ciò, ma ci sono motivi più oggettivi del mio amore per i colori nerazzurri che sostengono questa tesi.
La squadra interista, con tutte le sue contraddizioni, ha avviato da qualche anno un progetto di crescita esponenziale, che fin qui vi è stato. Ha conquistato la qualificazione in Champions League, confermandola per tre volte di fila; è arrivata a giocarsi una finale internazionale e a raggiungere il secondo posto. Insomma, i risultati si stanno vedendo. Ora, è il momento della raccolta. Di contro, vi è una Juventus che ormai è qualcosa di spaventoso. Una squadra che vince da nove anni di fila e che non vuole fermarsi, è evidente. Però... però, la Juve vuole la coppa dalle grandi orecchie. Ecco perché potrebbe concedere qualche spazio ai rivali.

Sia ben chiaro, io sto parlando di tendenze: è abbastanza palese che quest'anno anche il Milan potrebbe vincere il titolo o, perché no, il Napoli. Se, però, pensiamo ad un periodo più corposo, vedo le due squadre principali come strutturate e in grado di poter lottare ogni anno per lo Scudetto, mentre i rossoneri e gli azzurri come potenziali future contendenti, ma ancora un po' distanti. Il cammino intrapreso è indubbiamente quello giusto, e questo va detto.
Atalanta, Sassuolo e Verona, a mio avviso, sono dei piccoli capolavori che dipendono però molto dalla conduzione tecnica: le società dovranno essere preparate a sostituire adeguatamente i loro allenatori, una volta che questi ultimi avranno (legittimamente) colto delle opportunità professionali più ambiziose.
Capitolo romane: la Lazio deve essere soddisfatta del periodo storico che sta vivendo e credo che potrà continuare ad essere una delle mine vaganti. La Roma, al contrario, non riesco davvero a inquadrarla: mi pare, però, molto lontana dal poter essere una squadra vincente, allo stato attuale.

- Geografia del calcio: che cosa dobbiamo aspettarci a livello internazionale?

Snoccioliamo un po' di numeri relativi all'ultimo decennio.

VITTORIE CHAMPIONS LEAGUE
Spagna 6 (4 Real Madrid, 2 Barcellona)
Inghilterra 2 (1 Chelsea, 1 Liverpool)
Germania 2 (2 Bayern Monaco)

FINALI CHAMPIONS LEAGUE PERSE
Inghilterra 3 (1 Manchester United, 1 Liverpool, 1 Tottenham)
Germania 2 (1 Bayern Monaco, 1 Borussia Dortmund)
Spagna 2 (2 Atletico Madrid)
Italia 2 (2 Juventus)
Francia 1 (1 PSG)

VITTORIE EUROPA LEAGUE
Spagna 6 (4 Siviglia, 2 Atletico Madrid)
Inghilterra 3 (2 Chelsea, 1 Manchester United)
Portogallo 1 (1 Porto)

FINALI EUROPA LEAGUE PERSE
Portogallo 3 (1 Braga, 2 Benfica)
Inghilterra 2 (1 Liverpool, 1 Arsenal)
Spagna (1 Atletico Bilbao)
Ucraina (1 Dnipro)
Paesi Bassi 1 (1 Ajax)
Francia 1 (1 Marsiglia)
Italia 1 (1 Inter)

Palese: è stato il decennio della Spagna. Vittorie e cicli straordinari, tanto delle big storiche quanto delle altre (Siviglia e Atletico). Hanno costruito un'epoca, c'è poco da dire. Se però osserviamo gli ultimi anni, noteremo che il calcio inglese è andato in crescendo (tralasciando la scorsa stagione, su cui grava la pandemia).

Analizzando la tendenza, pare evidente come il Liverpool si candidi ad essere la squadra protagonista dei prossimi anni, insieme al Bayern Monaco detentore del titolo. In generale, il calcio britannico appare quello più lanciato. La Spagna, appagata dai tanti successi, potrebbe dover affrontare un periodo più o meno lungo di transizione a livello internazionale e sarebbe fisiologico. Oltre alle ultime due squadre vittoriose della Champions League, PSG, Juventus e Manchester City sono coloro che si apprestano ad essere le vere alternative.
Preme sottolineare una cosa che riguarda il calcio italiano: è stato il decennio peggiore della storia. Basta guardare gli sconfortanti numeri. Persino il Portogallo è riuscito a fare più finali del nostro Paese. Qualcosa non va, eppure il vento sta cambiando.

Grandi campioni stanno ricalcando i nostri palcoscenici, i club si stanno finalmente facendo valere (eccetto l'Inter di quest'anno, ma è un'altra storia) e potrebbe davvero essere giunto il momento di tornare protagonisti. Se la Champions League è in questo momento solo nelle corde della Juve, va posta maggiore enfasi sulla Europa League, e questo deve partire da tutti. I media in primis devono sottolineare quanto sia rilevante l'incontro della manifestazione. I tifosi non devono considerarla come un peso. I calciatori e gli allenatori devono viverla come un'opportunità per mettersi in luce.
Si pensi al Liverpool: ha fatto una finale (persa) nel 2016, e tre anni dopo è divenuta la squadra più forte del mondo.
La crescita parte da lì.

La geografia del calcio è una materia appassionante, stuzzicante, di difficile interpretazione e che si presta a tantissime variabili.
Non sappiamo chi potrà prendersi la scena, ma possiamo limitarci ad osservarne gli andamenti: Inghilterra e Germania (o meglio, il Bayern) sono davanti a tutti. Dietro, prima della Spagna, ci siamo noi.
Se solo volessimo.

Indaco32