Gente di Lucania parte V

Sandro, detto Cico, e i suoi amici come sempre si erano ritrovati al bar sport di Tricarico, che fungeva anche da sede dello Juventus club, per vedere insieme la partita di Coppa dei Campioni della Juve: si trattava della semifinale giocata in casa dalla Juve contro il Borussia Dortmund e, a giudicare dal passo mesto con cui alcuni si muovevano e dal tono di voce non certo allegro di altri, era facile intuire che la partita aveva preso una brutta piega, ed era poi finita ancora peggio. Tutto sarebbe stato recuperabile solo giocando la partita di ritorno senza la minima sbavatura. Non era ancora perduto nulla, ma un'analisi attenta andava fatta. Bisognava evitare di rifare gli stessi errori. Era per questo che si erano, a partita conclusa, trattenuti molto più del previsto, al bar sport di Gigi, il quale segretamente sperava sempre in una sconfitta della Juve, che obbligava tutti a rimanere un bel po’ di più per effettuare la solita doverosa analisi tecnica, accompagnata dai suoi drink. Le critiche ovviamente erano soprattutto nei confronti di Trapattoni, che aveva messo su una formazione davvero incomprensibile.

Si conoscevano praticamente da sempre, Luigi e Loredana; avevano persino fatto le elementari e le medie insieme, e quello che agli occhi di tutti prima era “solo” un legame di simpatia reciproca, per Luigi, poco alla volta era diventato qualcosa di diverso, un sentimento che non aveva mai provato prima, che ancora non conosceva, e che destava in lui una sorta di pudore. Ne aveva paura e lo teneva per questo celato anche a sé stesso. Il solo pensiero di dover prima o poi fare i conti con questo sentimento lo atterriva. Il tempo passava e Luigi non era ancora stato capace di dire a Loredana che quello che lei credeva fosse solo amicizia era in realtà, almeno per lui, amore. In tutto quel tempo non si contavano più le volte in cui Luigi avrebbe potuto dirglielo, ma poi succedeva sempre qualcosa: un pensiero, uno sguardo, la percezione che non fosse il momento giusto, gli consigliavano ogni volta di soprassedere, di aspettare un momento più propizio.

Erano quasi due mesi che Giorgio non metteva il naso fuori di casa, non poteva davvero permettersi di non passarlo questo benedetto esame di Geometria, la sua testa era tutta matrici autovalori e autovettori l'algebra lineare era diventata l'unica cosa di cui gli interessava. Quello dell’indomani era l'ultimo appello disponibile per quella sessione di esami, per lui l'ultima possibilità di passare l'esame e riuscire così ad ottenere anche per l'anno Successivo la borsa di studio senza la quale non avrebbe potuto proseguire gli studi. se non ci si fosse messa anche questa Benedetta pioggia che da giorni e giorni a Tricarico non smetteva mai.
Si diceva del Bradano che potesse addirittura esondare e portarsi via tutto. Figuriamoci, a Tricarico non succedeva mai niente. Nel bene, ma neanche nel male. Erano le solite previsioni apocalittiche dei soliti sfaccendati che, si vedeva benissimo che quasi speravano non smettesse per tutta la notte per poter avere poi il giorno dopo la scusa per tenere chiusa la scuola e tutto il resto. Gente che normalmente si ritrovava al bar, ognuno a spararla più grossa dell'altra, tanto per avere il gusto di attirare l'attenzione e di vedere la paura negli occhi degli altri.

Trapattoni stavolta aveva davvero cannato tutte le scelte, questo era chiaro a tutti e, a dire il vero, anche se non fosse stato chiaro, nessuno lo avrebbe ammesso, vista la perentorietà con cui venivano sostenute dai più facinorosi le proprie convinzioni. Ad un certo punto persino Tacconi, che aveva da qualche anno sostituito in modo egregio il leggendario Dino Zoff, era finito sul banco degli imputati sul secondo gol, che a parere di tutti poteva essere con un po’ più di prontezza intercettato. A fare da “controcanto” alle critiche, che di minuto in minuto diventavano sempre più feroci, i soliti ottimisti a oltranza che predicavano positività e si dichiaravano sicuri del fatto che nella partita di ritorno la Juve avrebbe saputo recuperare il terreno perduto.

La paura di deluderla e quindi di perderla anche come amica lo bloccava. La timidezza di Luigi era di quelle che impari a nascondere dietro frasi e atteggiamenti che la vita ti insegna, ma che in realtà non guariscono mai veramente. Può succedere che si finisca per recitare come personaggi di una commedia, e più è ben recitata la parte, più disperato diventa il sentimento celato.
Se non succedessero di tanto in tanto queste cose in paese non si saprebbe neanche di cosa parlare. Certo un po’ di sole avrebbe contribuito a vedere le cose con un po’ di ottimismo. Senza pioggia, ad esempio, avrebbe potuto ogni tanto scendere per fare due passi. Ripassare camminando, si sa, è il modo più efficace di studiare scaricando la tensione. Qualche oretta di sole ci sarebbe voluta, per rilassarsi un po’, invece di sentirsi come una bestia in gabbia. Giorgio decisamente di meteorologia non poteva al momento occuparsi, aveva ben altro in testa che non qualche giornata di pioggerellina, o pioggia, o diluvio o il cacchio che dir si voglia. Se non fosse riuscito a passare questo esame altro che pioggia o sole, le giornate sarebbero diventate tutte sempre e soltanto di diluvio, per gli altri forse no, ma per Giorgio di sicuro sì.
Alcuni scalmanati che dalle parti di Tricarico non si erano mai visti addirittura speravano che Trapattoni venisse esonerato. Furono subito smascherati come tifosi dell'Inter, che erano andati al bar sport di Tricarico giusto per intorbidire le acque e gettare zizzania. Sapevano tutti benissimo che uno juventino vero non avrebbe mai contemplato minimamente la possibilità di un esonero anticipato, queste erano cose che potevano fare le altre società meno serie, ma non certo la Juve: noblesse oblige! Tornando all’analisi della partita, risultò subito chiaro dall’analisi che la difesa andava schierata con maggior spregiudicatezza. I tedeschi andavano affrontati e battuti con le loro stesse armi.

Finalmente quella sera Luigi riuscì a scrollarsi di dosso i fantasmi che popolavano la sua mente ed era stato capace, senza interrompersi, senza fermarsi a metà, a dirle che l’amava, e che sperava di essere ricambiato, di poter essere una coppia, essere per ognuno il ragazzo o la ragazza dell'altro. La mia ragazza! Che bella espressione! Quanto aveva aspettato Luigi per avere finalmente il “diritto” di parlare di Loredana dicendo: la mia ragazza.
Mentre pensava a questo, a Giorgio venne in mente anche di sua madre: chi avrebbe avuto il coraggio di andare da sua madre a dire che la borsa di studio non ce l'aveva più e che quindi non c'era nessun modo per continuare? Non sarebbe certo stato uno di quegli sfaccendati che Giorgio, dalla finestra, vedeva girare e rigirare con i lampeggianti e con un megafono gracchiante che, parla e parla, poteva anche star zitto, a giudicare dal così poco se ne riusciva a capire.
Mentre erano lì che discutevano sempre più animatamente sulle scelte tattiche entrò nel Bar un signore anziano che indossava un giubbino fosforescente, di quelli che sarebbe obbligatorio indossare quando ci si ferma in autostrada in una delle piazzole di sosta: aveva qualcosa di familiare ma ci volle del bello e del buono per accorgersi che si trattava del nonno di Cico a cui la “divisa” conferiva un ché di solenne e di autorevole.
Se non fosse stato per questa santa pioggia che li aveva costretti in quei giorni a vedersi sempre in macchina, invece di fare la solita passeggiata, forse Luigi non avrebbe trovato la forza di dirlo.
Nell'ambiente raccolto della macchina invece, era riuscito a trovare la forza e le parole giuste per dire a Loredana ti amo senza essere interrotto e senza interrompersi.

Santo Dio! Quando una persona ha da studiare un po’ di rispetto non sarebbe fuori luogo. Nonostante la pioggia torrenziale sotto c'era un via vai di mezzi con lampeggiante che non si capiva neanche bene cosa volessero fare. Come se il lampeggiare del lampeggiante di una volante potesse in qualche modo far sì che la pioggia finisse. Ad indossare una pettorina fluorescente e dire “tu fai questo, tu fai quello” sarebbero stati capaci tutti. Stando a quello che gli era parso di capire, secondo loro Giorgio avrebbe dovuto lasciare li tutto per andare dove, poi? E a fare cosa?
Guardando meglio, notarono che il giubbino era il medesimo utilizzato dai pensionati distaccati dal comune presso le scuole che ne facevano richiesta, per garantire alle famiglie i migliori standard di qualità. Considerato che di sera le scuole erano chiuse, capirono subito che la presenza del Nonno di Cico con il giubbino riguardasse non la scuola e i bambini ma piuttosto il fatto che era intervenuta la protezione civile perché , mentre loro erano impegnati ai massimi livelli per cercare di analizzare al meglio la partita col Borussia, la pioggia non aveva concesso nemmeno un minuto di tregua.
Santa pioggia! La stessa, però, che ora preoccupava più d’uno. Sarebbe passata anche quella, sarebbe passato anche il Bradano.
Quello che a Luigi importava è che senza quella pioggia probabilmente non avrebbe trovato mai il momento giusto per prendere il coraggio a due mani e dichiararsi. Quella sera Luigi finalmente c'era riuscito e non vedeva l'ora che arrivasse la mattina per poter aprire gli occhi e ripetere a se stesso che lui era il ragazzo di Loredana e Loredana era la sua ragazza.

Una cosa era certa: la mattina dopo alle 07:00 Giorgio aveva l'autobus che l'avrebbe portato a Matera. Pioggia o non pioggia avrebbe fatto quel Benedetto esame. Tricarico, coi suoi lampeggianti, gli sfaccendati con la pettorina, che andavano e venivano, il fiume Bradano sempre più grosso e di cui tutti sembrava cominciassero ad avere paura, avrebbero tutti dovuto farsene una ragione.
Quella sera il nonno di Cico non aveva bambini da far attraversare, era venuto per far evacuare i locali del centro di Tricarico perché il Bradano, (avendo dovuto aprire almeno parzialmente la diga per evitare il peggio) era certo ormai: sarebbe esondato. I presenti, che avevano ben altro per la testa rassicurarono il nonno di Cico che, conclusa l'analisi tecnica della partita, mettendo giustamente in evidenza la pessima prestazione che sia Platini che Boniek avevano offerto, avrebbero individuato quali erano le contromosse da mettere in campo nella partita di ritorno per poter sperare di passare il turno e raggiungere una finale storica che da tanti anni veniva accarezzata e mai raggiunta.
Sulla via di casa, Luigi incontrò il personale della protezione civile che gli impedì di rientrare: troppo pericoloso! Bisognava evacuare tutto e allontanarsi dal Bradano che di lì a poco sarebbe esondato. Probabilmente anche Loredana avrebbe passato la nottata fuori casa, peccato non poter stare vicini, e passare ogni istante della loro nuova vita insieme già quella sera stessa…
Il piano di battaglia che Giorgio si era preparato prevedeva di ripassare tutto il programma entro la mattina successiva, per cui avevano da suonarne di citofono per farlo scendere. Neanche le trombe di Gerico l'avrebbero fatto desistere.
Presto ognuno sarebbe tornato a casa propria, ma non prima di aver trovato le contromosse e soprattutto la possibilità di far giocare Boniek più libero, senza dovergli chiedere di sostenere la doppia fase che per 90 minuti non avrebbe saputo sostenere.
Messe a verbale le proposte migliorative che erano emerse dall'analisi tattica effettuata sulla partita Juventus-Borussia Dortmund, Gigi, il proprietario del bar sport dichiarò chiusi i lavori, e raggiunto un risultato più che soddisfacente.
… Ma pazienza, il rischio di esondazione era concreto e faceva paura, ma non certo a Luigi! Cosa volevate che gli importasse? Luigi era felice come una pasqua di poter essere finalmente il ragazzo di Loredana, di poterla riempire di baci.

Il giorno dopo alle 7 sarebbe passata la corriera che l'avrebbe portato a Matera, avrebbe passato l'esame di Geometria. Avrebbe solo dovuto stare attento a non confondersi con gli autovettori e i versori ortonormali.
Tutti non vedevano l'ora che arrivasse la partita di ritorno per verificare se Trapattoni avrebbe adottato le contromisure che erano emerse nel corso dell'analisi.
La pioggia sarebbe presto finita, e il sole avrebbe ancora una volta preso il suo solito posto, al centro di un fantastico cielo blu.