Tra tutte le sfaccettature del momento complicato che sta attraversando il Napoli da un po' di tempo, l'abitudine alla sconfitta è forse quella peggiore. Perché ha un duplice effetto: distrugge contemporaneamente sia le residue ambizioni di classifica, sia la fiducia di un gruppo ormai disorientato e privo di certezze.
I numeri sono duri e crudi. Nelle ultime 10 partite di campionato, il Napoli ha perso cinque volte. Dall'inizio del campionato le sconfitte sono sette in 20 giornate. Il dato più alto nella parte alta della classifica. Complessivamente il Napoli ha rimediato nove sconfitte nelle 30 partite giocate in questa stagione. Numeri allarmanti, sul piano puramente statistico, per una squadra che ambisce a posizioni d'alta classifica. Un trend più o meno costante: da quando Rino Gattuso siede sulla panchina del Napoli, in 60 partite sono arrivate 18 sconfitte. Da dicembre 2019 il Napoli ha perso il 30% delle gare giocate. Più o meno una ogni tre. Sul piano del rendimento si tratta di un salto all'indietro di oltre 10 anni per il club azzurro, che non si assestava su una percentuale così alta dai tempi di Donadoni, sulla panchina azzurra per appena 19 partite, di cui otto terminate con una sconfitta: il 42%.
Dall'esonero di Donadoni nel 2009, nessun allenatore del Napoli ha perso quanto Gattuso nelle sue prime 60 partite. Dal 24% di sconfitte di Mazzarri si passa al 22% di Rafa Benitez, per poi crollare al 16% di Sarri e risalire al 21% di Ancelotti. Gattuso, dalla sua, ha il merito di avere una media punti dignitosa (1.83) ma drasticamente crollata negli ultimi due mesi.Il confronto, impietoso, rende l'idea di quanto sia cupo l'orizzonte del Napoli in questo momento.
È una squadra che perde troppo per ambire al traguardo fissato dalla società, la qualificazione in Champions. E una squadra che perde così facilmente ha evidentemente problemi seri da risolvere. La prestazione contro il Genoa è stata persino discreta da parte del Napoli, punito dal punteggio oltre i suoi demeriti. Ma anche a Marassi si sono intraviste alcune delle note dolenti che gli azzurri si trascinano da inizio stagione: l'imbarazzo in fase di costruzione dal basso; alcuni elementi che sembrano in difficoltà rispetto al sistema di gioco nel quale sono inquadrati; la necessità di dover produrre tante occasioni per convertirne una in gol. Un quadro generale di confusione tattica e approssimazione tecnica. Limiti su i quali bisognerebbe lavorare, ma tempo per lavorare – e qui ha ragione Gattuso – in questa stagione non ce n'è.
Di questo passo inizierà a scarseggiare anche per il Napoli, chiamato ad invertire il trend di sconfitte che rischia di tenerlo di nuovo (e sciaguratamente) fuori dalla Champions. In ogni modo possibile.