Il Sassuolo, 3° in classifica e bestia nera storica del Milan, si presentava come un test significativo e i rossoneri hanno superato la prova con lode. Di questo va dato il merito anche (se non soprattutto) a un approccio alla partita del tutto diverso dai precedenti, cui non possono essere estranee le indicazioni di Gattuso ai giocatori.

Qualcuno ricorderà il tormentone anni ‘70 di Umberto Balsamo, quello che faceva: “sciogli le trecce e i cavalli corrono...”. Ecco, Rino ha sciolto le trecce, togliendo il pilota automatico che rendeva prevedibile il Milan.
Quando il Sassuolo provava a soffocare la manovra rossonera, il Milan non si ostinava a impostare una manovra ragionata a partire dalla propria area di rigore. Il primo gol è nato da una veloce sequenza di scambi stretti, rischiosi quanto si vuole, ma non meno del tenere la palla fra i piedi e pensare a chi darla per essere sicuri di non perderla. Poi Kessié si è liberato del marcatore e ha scoperto che l’esercito nemico si era perso per il terreno di gioco, lasciandogli una prateria deserta fino all’area di rigore avversaria. E man mano che la partita procedeva, i rossoneri si avventuravano nel match abbandonando il tabù che con “palla lunga e pedalare” si va all'inferno. E' una pratica che di solito fa inorridire i tayloristi del calcio, ma ti salva le chiappe quando non sei in grado di giocare come il Barcellona. Nel finale sì che i rossoneri hanno tenuto palla (e molto bene), ma davanti all’area di rigore avversaria, dove se il pallone ti sfugge, puoi ancora sperare di cavartela recuperando alla chetichella.. In alcuni momenti la squadra ha sofferto, ma la classifica del Sassuolo dice che in questo momento al Mapei Stadium non si può andare a dominare come se si giocasse contro delle scamorze.

La squadra non è modesta come non è il Barcellona. E’ una buona compagine che, se non crede di essere il team degli Avengers, può fare bene. Ci saranno altre belle vittorie e battute d’arresto. Accettiamo con serenità le une e le altre, sperando che Gattuso continui a lasciare i giocatori liberi di decidere al momento cosa fare, sia pure entro un canovaccio tecnico-tattico di fondo, rischiando qualche volta l’errore che, come il rischio, è componente irrinunciabile del gioco.

Ma passiamo ai voti.

Donnarumma 7: Nel 1°tempo resiste alla tentazione di aprire le gambe sul tiro ravvicinato di Di Francesco e, in generale, sembra essersi liberato della presunzione di essere un fenomeno che para per diritto divino, magari andando col braccino morbido morbido morbido. Alla lunga la presenza di un mostro sacro del ruolo come Reina potrebbe fargli bene, impedendogli di camminare fra le nuvole e ascoltare le lodi dei suoi adoratori. Nessun giocatore in nessun ruolo, anche un fuoriclasse, è mai stato esente da limiti e difetti, ma tenendo conto di averli, gioca con la dovuta umiltà che valorizza i punti di forza. Il futuro è ancora aperto davanti a lui, ma a patto di tenere conto  di essere sempre e solo un uomo, come i generali dell'antica Roma quando sfilavano in trionfo e uno schiavo glielo ripeteva.

Abate 6,5Molto contentrato, quasi perfetto nella diagonale, riesce a far sparire il pallone dai piedi di Di Francesco senza provocare il rigore, cosa che fa dimenticare il piedone ruvido datogli da Madre Natura.

Musacchio 6,5: Spazza il pallone in avanti senza fronzoli, come sarebbe piaciuto a Nereo Rocco e come piace anche a me.

Romagnoli 6,5Molto attento e preciso.

Rodriguez 6,5: Non è il mio milanista preferito, ma ieri è stato ineccepibile.

Kessie 8: A parte il solito grande lavoro da frangiflutti che sa anche proporsi ai compagni, segna un gol eretico. Si libera, infatti,  con una giravolta ai margini della propria area di rigore, resiste alla tentazione di far viaggiare la palla e, come Pasinato in un Bayern-Inter di molti anni fa, si lancia al galoppo nella prateria. Attende che i difensori si aprano, convinti che l'ivoriano serva i compagni sulle ali, e qui beffa Consigli con un tocco preciso di sinistro nell’angolo basso alla destra del portiere. 

Biglia 6: Un onesto lavoro di copertura e l'intervento su Di Francesco era regolare, perché l'argentino si è fermato ed è il romagnolo che gli si è fiondato addosso.

Bonaventura 6: Impreciso, ma nel complesso valido.

Suso 8: Mi ha ricordato Evaristo Beccalossi nelle giornate in cui era ispirato e gli avversari impazzivano nel cercare di capirci qualcosa. In occasione di entrambi i gol si è ostinato a tirare sul secondo palo, ma i fatti gli hanno dato ragione e conta soltanto quello.

Castillejo 7: Fa il centravanti arretrato, ruolo che fu del famoso Nándor Hidegkuti, e lo fa così bene che segna il bel gol che chiude la partita.

Calhanoglu 6,5: Molto lavoro di quantità, ma ci vuole anche quello. Di certo non è un signorino.

Laxalt 6,5Entra nel finale ed è molto prezioso nel possesso palla avanzato con cui il Milan controlla la partita.

Gattuso 9Ha avuto il merito di capire che un grande generale sa mutare strategia e tattica quando le circostanze gli dicono che deve farlo e ciò vuol dire che il soprannome di Ringhio è riduttivo, in quanto il nostro uomo sa riflettere. Ora non ceda alla tentazione di pensare che, salvata la ghirba, debba proseguire con il vecchio progetto tattico. I giocatori devono poter decidere al momento cosa fare, a seconda delle situazioni e dei frangenti. Se non torna sui suoi passi, farà strada.