Siamo sinceri e non pigliamoci per i fondelli: Gattuso lo abbiamo ormai mollato tutti.

La prima a non essere convinta è stata la nuova dirigenza, che tuttavia è arrivata un po' tardi e non se l'è sentita di esordire con l'esonero di un milanista storico. Mossa sbagliata questa, perché se non si crede in qualcuno, ci si prende la responsabilità di fugare ogni equivoco da subito. Invece la nuova gestione ha commesso lo stesso errore della vecchia, che l'anno scorso tenne Montella pur non credendoci. Ora ogni settimana che passa può comportare  un'esiziale emoraggia di punti.

I secondi a voltare le spalle a Rino sono stati gli opinionisti, ma qui ci ha messo del suo lo stesso Gattuso, inanellando alcuni errori gravi.

Alla fine anche i tifosi, affascinati dalla possibilità di avere in panchina qualche nome più illustre (almeno guardando la carriera da tecnico), si sono defilati. Senza troppi clamori, ma si sono comunque dileguati.

Quanto a me, già a fine gennaio del 2017 avevo notato negli incontri contro la Lazio (campionato e Coppa Italia) un eccessivo incaponimento degli uomini di Gattuso nell'uscire dalla propria area palla a terra, nonostante il pressing alto degli avversari. Avevo però concluso che, quando si inizia un percorso nuovo con un gioco nuovo, bisogna correre qualche rischio per acquisire i proverbiali automatismi. Adesso però il discorso non vale più perché la squadra è in gran parte la stessa e, se nel giocare in una certa maniera si va in difficoltà, si cambia registro. Lo dice il buon senso.

Non vorrei che il problema di Gattuso sia, inconsciamente è chiaro, l'eredità di un recente passato, quello delle critiche rivolte agli allenatori da Berlusconi, che avrebbe voluto vedere il Milan giocare come il Barcellona senza averne i giocatori. Berlusconi è ormai a Monza, ma come si cancellano 30 anni di presenza in sella alla società rossonera? Lo stesso Berlusconi, mesi or sono, aveva espresso perplessità su Rino il quale potrebbe aver somatizzato il tutto. Ricordate uno dei due film "Le 4 piume" (il primo degli anni '30 e il secondo di una quindicina di anni fa col grande Heath Ledger)? La storia è quella di un ufficiale inglese di cavalleria che si dimette alla vigilia di una spedizione in Sudan contro i fanatici Dervisci e, sbeffeggiato come vigliacco dai suoi ex-compagni, parte ugualmente come civile per l'Africa solo per dimostrare l'ingiustizia dell'accusa. E se Rino volesse a tutti i costi dimostrare qualcosa? Se volesse dimostrare di saper fare punti, dare spettacolo e inserire il misterioso Bayakoko nello stesso tempo? Mah!

Cosa può succedere ora? Può accadere che il Milan dia spettacolo nelle prossime partite fino alla pausa, perché quando gli altri non pressano i rossoneri sono perfino entusiasmanti, come può essere che i rossoneri rotolino ancora di più lungo la china della crisi. Può, tuttavia, accadere che, superato questo momento, i giocatori dimostrino di non essere da meno di quelli del Barcellona o del Milan di Ancelotti, quanto a possesso palla ovviamente. Ma qualsiasi cosa accada ricordate che, alla fine di Milan-Atalanta, Gattuso non ha accampato scuse e si è assunto tutte le responsabilità di ciò che è accaduto. E pensando a quanti allenatori sono pronti a dire che la colpa è dei giocatori che non fanno quello che viene loro detto o non hanno personalità ecc.. oh ragazzi almeno Gattuso potrà dire di essere un uomo onesto!

Non è poco.