Tutti sappiamo che il Milan si sta cominciando a formare, ma tutti sappiamo anche che per fare un grande gruppo serve una voce importante. Nulla a togliere a Gennaro Gattuso, ma qui serve una voce forte.
Ricordo in tempi remoti quando si entrava in campo e ascoltavi le parole del mister, c'era quello che s'incazzava sempre e puntualmente perdevamo, c'era quello silenzioso in panchina, ma che negli spogliatoi ti faceva il cazziatone e che cazziatone.
Mi ricordo che con i mister che urlavano, noi giovani eravamo intimoriti, avevamo paura di sbagliare un passaggio, tanta la cosa che per un errore arrivava puntuale la sgridata dalla panchina con minaccia di essere sostituito al prossimo errore, quindi vivevamo con la paura di sbagliare, ma non c'era tranquillità, mentre con il mister silenzioso, eravamo tranquilli quanto bastava, si poteva errare, ma non subivamo quelle urla in campo, ma dopo nello spogliatoio, che anche uno dall'altra parte del campo sentiva tanto incazzato quanto fosse. Il tecnico urlatore serve a ben poco, se poi nel suo bagaglio tecnico ha poco più che due o tre panchine all'attivo, mentre l'esperto e paziente sa leggere molto meglio le partite e tirare le sue somme.

Gattuso mi ricorda un tecnico che aveva quando giocavo a calcio, era irrequieto, sempre arrabbiato, urlava, sbraitava, alla fine finimmo un campionato a metà classifica, ma avevamo una rosa per lottare per lottarci il campionato, venne esonerato. Poi arrivò il nuovo mister detto 'la Pace', visto che era silenzioso e seguiva gli allenamenti, poi chiamava tutti in cerchio attorno a lui e spiegava con molta tranquillità cosa era giusto e cosa era sbagliato.
La domenica mattina - all'epoca si giocava spesso di mattina - diramava la formazione e in campo quella squadra faceva faville, battemmo addirittura la Roma di Daniele De Rossi e la Lazio di Giampiero Pinzi in due stagioni, tutti sanno che Roma e Lazio partecipano ai campionati vincendoli a mani basse, ma si calcola sempre che le due romane non vengono calcolate dicendo che la più forte sotto loro è la vincente del campionato dai pulcini alle giovanili.
Detto questo vincemmo poi due campionati di fila sempre con questo allenatore che fece della nostra squadra l'invidia di molti altri club, ricordo nessuno accettò altre offerte di club di pari livello - ricordo che nessuno aveva lo stipendio dal club in quegli anni come succede ora - tutti erano legati a quella società e a quel tecnico. Sbaragliammo tutti, vincemmo tornei e coppe, medaglie, alcuni poi divennero importanti, altri dopo l'addio del tecnico decisero di ritirarsi, altri ancora come me cominciarono a lavorare e decisero di appendere al chiodo gli scarpini.

Tutto questo racconto per dire che un tecnico bravo è quello che usa la testa e non le urla per allenare, cosa che fa Gennaro Gattuso, che fa Antonio Conte, ma tra i due c'è di mezzo sempre che Conte ha allenato dopo l'Atalanta due grandi club come Juventus e Chelsea ed ha avuto sempre ottimi giocatori in rosa, mentre Gattuso si è calato in una realtà che nessuno avrebbe accettato.

Quindi a mio avviso al Milan serve un tecnico mite, uno che però tira fuori la rabbia non davanti agli schermi, ma dentro gli spogliatoi, perchè un tecnico in primis deve essere il miglior comunicatore per un giocatore, non visto come un rompi palle che appena lo vedi speri non ti dica niente, ma uno che appena vedi carpisci quello che ti vuole far capire.
Lo 'Strillone' nel calcio non serve, Allegri era mite, poi si è incazzato con chi gli diceva che non aveva le palle, ma Allegri può incazzarsi con una rosa del genere che non fa il suo dovere, ma Gattuso sapendo che da quel gruppo non può chiedere la luna dovrebbe cominciare a comunicare tranquillamente e non essere aggressivo come noi tutti sappiamo.