Gattuso si dimette dalla carica di allenatore del Milan, depone le armi rossonere.
Come tutti i grandi Condottieri lascia un altro segno indelebile, rimarrà agli atti ai posteri, rinuncia a 2 anni di contratto, in totale 5,5 Milioni a stagione, ma chiede che almeno il suo Staff, i suoi compagni di avventura, vengano liquidati con una buona uscita.
L'orgoglio della tigre calabrese si fonde con la nobiltà d'animo di un Uomo con la 'U' maiuscola, come un amante che lascia la sua donna senza rimorsi ma con la coscienza a posto, con l'ultimo gesto di colui che sa di aver amato alla follia ma non può più accettare la situazione di sfiducia ricevuta.
Se ne va, il Condottiero, non ci sta a farsi licenziare, Lui ha troppo rispetto del lavoro svolto da tutto il suo Staff, sa di aver dato il massimo. Ha capito che la società vuole cambiare tutto, ma ha intuito che non ci sarà un futuro roseo nel breve termine. Il Milan farà un mercato povero, mirato, contenuto. Ha gli occhi della Uefa puntati. Lui non avrebbe permesso che la sua squadra del cuore giocasse per il settimo o l'ottavo posto, perché verrà probabilmente azzerato tutto.
Ci ha messo la faccia in questi 18 mesi, s'è giocato la reputazione da allenatore, ha mostrato il suo valore. La squadra era calata fisicamente, psicologicamente, ma egli capisce che deve badare al sodo, non può ottenere più il buon calcio mostrato nei primi 9 mesi di Milan e ha ragione, giocano male i suoi giocatori, ma non mollano, perché lui ruggisce, è un martello, gli dona le armi giuste per resistere e meravigliosamente chiudere la stagione al quinto posto.
Una parte della tifoseria gli è ostile, crede che sia lui il maggior responsabile della non qualificazione alla Champions League, si otturano le orecchie e si coprono gli occhi, non valutano la campagna acquisti della società insufficiente. Loro dicono che il Milan ha speso tanto. Si è vero, ammetto io, ma poi bisogna anche saperli spendere i soldi. Io credo che negli ultimi 2 anni gli acquisti azzeccati siano soltanto due: Bonaventura e Paquetà. Stop.
E allora, chissenefrega degli errori di mercato, i rossoneri non possono arrivare dopo l'Atalanta, non possono rimanere fuori dalle competizioni che contano. Dunque fa bene la società attuale, pensano loro, "i tifosi", a cambiare tutto. Io però credo che non si debba gettare il bambino con tutta l'acqua sporca. Ma Rino non è stupido, vede tutto, ascolta tutto e tutti. Poi va via, come un Uomo che non riesce ad accettare il destino del suo Milan, così s'immerge nella costernazione e nella rassegnazione.
Cosa si può dire ad un Signore che lascia il suo mondo dimostrando così tanta appartenenza, moralità e fierezza? Nulla, si rimane attoniti, pensierosi. Il guerriero ha commesso anche degli sbagli, ma li giudico veniali. Non si possono accettare le sue dimissioni, ma probabilmente Gadzidis è nelle condizioni di non promettere nulla.
A tal proposito meglio lasciare il Milan adesso che dopo, quando forse ci sarà qualcuno che lo rimpiangerà, gli stessi che ora lo contestano di essere inesperto e un cattivo allenatore. Vai Rino, come in tutte le migliori favole e storie d'amore, quando si chiude una porta, si apre un portone. Spero sia così per te, lo meriti sia come Uomo che come Allenatore.
Un campione del Mondo italiano non può farsi bastare solo il Milan. Continua così e il calcio italiano si accorgerà di aver in casa un gran allenatore, perché innanzitutto ne sei convinto tu in primis e basta guardarti negli occhi, quelli della tigre calabrese sono ancora ardenti e affamati.
Buon riposo estivo Campione!
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