Purtroppo la serata di ieri, come spesso accade, è stata oggetto di lamentele e rabbia. Il non intervento della Var in occasione del fallo di Can su Conti e  il fuorigioco dubbio di Cutrone tempestivamente chiamato dal guardalinee sono le due situazione più chiaccherate della giornata.

Nonostante gli episodi incriminati, che saranno oggetto di moviola in varie trasmissione televisive, è necessario sottolinerare un problema ben più grave nella società Milan, la società stessa.

La gestione della situazione Higuain dimostra la fragilità dell'assetto societario, la sua disorganizzazione. L'assenza  del numero 9 rossonero  nella foto di gruppo a Jeddah, è  inizialmente giustificata  con un trattamento muscolare al quale il giocatore era sottoposto, successivamente, il problema muscolare si è tramutato in febbre, ed infine in virus. Un virus che tra 25 giocatori ha colpito esclusivamente l'argentino, l'uomo più vociferato nel mercato invernale. Tutto ciò è molto strano, ma non significa che non potrebbe essere vero. La realtà sorprende più della fantasia. Ma ritenere veritiere la totalità delle affermazioni sul giocatore, non toglie la poco professionalità con cui l'intera storia è stata gestita.

Il colpo di grazia è dato dall'allenatore rossonero. Ringhio è un uomo verace, vero, sincero, ma esageratamente impulsivo e poco riflessivo. Sente eccessivamente le partite, come se fosse in campo, non riesce ad estraniarsi, a vedere il tutto in modo più distaccato, da mister. Forse il Milan è troppo per lui, è arrivato troppo presto, in un punto della sua carriera da allenatore in cui non era pronto ad imbarcarsi in un'impresa così difficile. Gestire una squadra senza una società stabile alle spalle, senza punti di riferimento, con un direttore sportivo come Leonardo, che non vede l'ora di metterlo alla porta, non è cosa semplice. Inoltre, vedere il proprio giocatore migliore, che dopo qualche mese desidera fuggire da Milanello, accettando un contratto tutto sommato poco coveniente pur di andarsene, è deprimente. Una società che non è in gardo di imporsi su un giocatore appena acquistato dà un segno di debolezza disarmante.

La situazione generale rende Gattuso inadatto a gestire il Milan, ma non perchè non in grado di fare l'allenatore, anzi, nessuno, secondo me, sarebbe in grado di sopportare una situazione così inverosimile e frustrante. La critica a Ringhio è esclusivamente nell'impulsività, nella veemenza, in questo momento deve crescere nella gestione comunicativa, rapportarsi con i giornalisti in modo differente, non come è accaduto la scorsa notte, episodio increscioso che spero porti Gattuso a delle scuse pubbliche. 
Deve fare buon viso a cattivo gioco, non far trasparire la confusione societaria alle sue spalle. Deve crescere come gestore, non rapportarsi con i giocatori alla pari, deve entrare completamente nelle vesti di Mister e spogliarsi di quelle di calciatore, non lo è più. Abbandonare l'impulsività e prediligere la riflessione.