Gattuso mi perdonerà, ma un dubbio tremendo mi ha torturato per tutta la durata di Betis - Milan. Mi chiedevo infatti se il tecnico rossonero sia un genio inarrivabile, le cui intuizioni possono essere comprese solo quando i fatti hanno dato loro ragione, oppure sia un pazzo sfrenato il cui ideale sarebbe schierare Cutrone in porta e Donnarumma al centro dell’attacco.

Il Milan è sceso in campo con un 3-5-2 da brividi. Sì, perché nella linea di centrocampo c’erano ben 4 portatori di palla in una squadra che si propone invece di farla viaggiare. Di questi 4 pportatori, 2 erano offensivi, ma col compito di presidiare le fasce anche in difesa, mentre gli altri 2 erano mediani. Come quinto centrocampista c'era  Chala, che doveva fungere da raccordo con l’attacco, settore in cui Suso giocava da seconda punta vicino a Cutrone (come piacerebbe all’ex-presidente Berlusconi). Il risultato di questa soluzione è stato che, nel primo tempo, i rossoneri hanno subito più che 2 settimane fa a San Siro contro lo stesso avversario.

L'allenatore del Betis, Setien, studiando idealmente col binocolo lo schieramento nemico, ha  concentrato il peso del suo esercito contro l’ala destra dello schieramento opposto. In questa maniera ha costretto Borini a indietreggiare, per cui il 3-5-2 di Gattuso è diventato un 4-4-2 con un ex-attaccante nel ruolo di terzino destro. Tutta la linea mediana rossonera è andata, quindi, sbilanciandosi, perché si è sollevata come una leva per la pressione sul fuclro Borini, ma si è spezzata all'estrema sinistra a causa di Laxalt, che rimaneva a sua volta  inchiodato  sulla linea della difesa. In questa maniera il centrocampo si è trovato nell’impossibilità di sfruttare i 5 elementi schierati. Chala è scomparso, proiettato chi lo sa dove dalla  rotazione improvvisa del centrocampo, lasciando quindi la prima linea rossonera priva di palloni.
Borini è stato maciullato dai nemici con uno schema semplice, ma efficace: un avversario attendeva che il possesso palla del Betis transitasse sulla mezza sinistra e qui la dava a un compagno che faceva l’elastico sulla fascia proiettandosi in avanti per metterla in area. Là c'era sempre un un uomo che, seguendo l'azione, si faceva trovare pronto a battere il rigore in movimento, Tre volte questo schema ha colpito in maniera devastante ai danni di del povero Borini. Nella prima occasione ha segnato Lo Celso, nella seconda (in cui Borini si era attardato più avanti) e nella terza, il Betis ha buttato al vento l’occasione di vincere.

La storia racconta che Napoleone a Waterloo abbia perso perché il giorno prima della battaglia non inseguì i Prussiani in ritirata e questi gli capitarono fra capo e collo il giorno dopo, proprio quando gli inglesi stavano per cedere. Il Betis ha perso l’occasione di chiudere la partita quando il Milan era alle corde. Inoltre, se a San Siro i Sivigliani erano visibilmente crollati negli ultimi 20 minuti finali, ieri sono andati in crisi prima, forse perché Setien, come l'ultimo Liedholm, crede troppo nell'allenamento con la palla e non nella preparazione atletica. Lo scrivo tanto per buttare lì un'ipotesi.

Gattuso, dal canto suo, ha mantenuto lo schieramento del primo tempo, perseverando nelle scelte iniziali, ma per buona sorte ha tirato indietro Suso, che così ha iniziato a infastidire il Betis con una serie di schermaglie sulla fascia destra. Il gol è arrivato, e forse non poteva andare diversamente, in maniera rocambolesca. Una punizione diabolica del solito Suso ha attraversato indisturbata l’area spagnola e ha beffato Pau Lopez, tratto in inganno da un incursione di Bakayoko in cerca della rete...

Tornando al dubbio iniziale su Gattuso, convengo che il lavoro di Rino non sia stato facilitato dagli infortuni e dalla visita di poca cortesia che la Juventus farà domenica ai rossoneri.  Ma data l’evidente riluttanza dell’allenatore a fare giocare Abate, non sono certo che il giocatore sia stato tenuto fuori a scopo precauzionale, in quanto aveva giocato poco e non poteva ritenersi spremuto. Se poi Rino avesse avuto paura di un infortunio prima della Juventus, allora avrebbe dovuto tenere fuori anche Suso, forse il più prezioso dei rossoneri in questo momento. E c’è anche la questione Montolivo, che sarà anche il Mosciolivo o il Moviolivo di cui si sono a lungo lamentati i tifosi, ma è l’unico centrale di ruolo abile e arruolato del momento, con un curriculum internazionale e in azzurro di notevole rispetto. Un 4-3-2-1, con Abate terzino e Montolivo fra Kessie e Bakayoko sarebbe stato più razionale, anche perché avrebbe permesso di portare avanti Borini in aiuto di Cutrone.

In conclusione, non so davvero cosa dire. Forse sarebbe stato più azzeccato il 4-3-1-2 con Abate in difesa e Montolivo in mezzo a Kessié e Bakayoko, ma alla fine avrebbe vinto il Siviglia in maniera rocambolesca, sfruttando una delle tante variabili che rendono il calcio una realtà complessa. Forse, tuttavia, il rossoneri sarebbero usciti in bellezza dal Villamarin con uno 0-2 classico. Magari Gattuso vede così lontano che i comuni mortali non riescono a seguire le sue intuizioni, ma può essere che ieri si sia rivelato il classico Fortunello con un mazzo grande quanto la Piramide di Cheope.

Mah... forse il segreto di Rino è di non essere come gli altri ed è pensando a quelli come lui che i Kinks, molti anni fa, cantavano “I’m not like anybody else. E pertanto, almeno al momento, mi tengo stretto anche il Gattuso che ieri ne ha combinate più di Carlo in Francia, pensando che anche Colombo sbagliò a calcolare la distanza dell’Europa dalla Cina (i dotti di Salamanca avevano rilevato correttamente il suo errore), ma fu grazie a tale errore che decise di partire e arrivò in America.

Con ogni probabilità, Wenger avrebbe fatto bene i calcoli, ma sarebbe rimasto a guardare le caravelle attraccate al molo di Porto Palos.