Alle 20:30 di sabato Rino Gattuso dovrà dare il meglio di se per far ripartire il Milan, ancora fresco reduce dalla sconfitta nel derby, che l'ambiente rossonero, troppo gasato, non aveva previsto. Bisogna riconoscere che l'unico preoccupato prima del match era proprio Gattuso, che tuttavia non è riuscito a tradurre in misure concrete tale preoccupazione. Può darsi che la preoccupazione si sia trasformata in timor panico, impedendo a Rino di preparare con lucidità il match e gestirlo bene durante il suo svolgimento, come può darsi che la squadra non abbia recepito i suoi ammonimenti e abbia sottovalutato il valore altrui, ma può anche essere che Gattuso non sia stato all'altezza della situazione dal punto di vista tecnico. E' anche vero che in campo ci vanno i giocatori e non il tecnico, ma l'allenatore è come un generale, se perde la battaglia è l'autentico sconfitto anche se sul campo ci sono andati i suoi uomini. Per quanto mi riguarda, è da 10 giorni che lo critico,  ma ora sta a lui, più che ai giocatori, reagire dimostrando che i periodici crolli, come quelli del Pireo o del derby, sono ampiamente compensati dalle prestazioni positive che li inframezzano.
E la prossima trasferta di Marassi contro la Sampdoria è un test molto insidioso per Gattuso, in quanto i genovesi giocano bene, hanno un buon allenatore, buoni giocatori e sono forti nel proprio stadio. In Coppa Italia il Milan ha steso i blucerchiati, ma ha visto le streghe e si è salvato grazie alla partita super di Pepe Reina, nonché alla doppietta di Patrick Cutrone... Patrick Cutrone... già quel Patrick Cutrone cui qualcuno sembra voler impartire una lezione di vita.

A proposito di Cutrone, nei giorni scorsi dopo la partita con la Croazia, ho letto un titolo secondo il quale Patrick non segnerebbe più. Mettiamola sulla battuta e diciamo che l'affermazione è del cugino o di un altro parente di quel misterioso signor X  che vuole impartire al ragazzo una lezione di vita. Sì, perché ho visto la partita con la Croazia e, dal momento che ci vedo bene, ho notato come questo giocatore non ha sbagliato un movimento, distribuendo una caterva di assist, tutti vanificati dagli errori di mira dei compagni di nazionale, cui nessuno si sogna di voler dare lezioni di vita. E' vero che Cutrone non sta segnando, ma nel Milan vede il campo col binocolo, mentre quel Cutrone visto contro la Croazia sarebbe proprio l'ideale per valorizzare Piatek, anche se questo vorrebbe dire ricorrere ai due esterni in maniera meno ossessiva, ma in una squadra un po' di varietà non guasterebbe, no?

Nel frattempo hanno dato notizie di se Balotelli e Pato, due ex-giovanissimi con un grandissimo futuro alle spalle. Balotelli ha fatto capire che, se un giorno venisse convocato in nazionale, potrebbe rifiutare. Sbaglierebbe, perché una convocazione nella propria nazionale è sempre un grande onore. Ci sono giocatori che hanno fatto ottime cose nei propri club, ma la maglia azzurra non l'hanno mai vista, forse ingiustamente, come Virdis, Beccalossi o Furino, per fare qualche esempio. Ma forse il problema di Balotelli è quello di essere un permaloso, cosa che lo ha reso anche molto vulnerabile alle provocazioni degli avversari e che comunque gli impedisce di accettare con serenità qualche fischio dagli spalti. Se non esce da questa trappola, rischia di rimanere ancora a metà del guato.

Pato, dopo aver risolto i suoi impegni contrattuali con la Cina, è tornato in Brasile. Meno male! Conoscendo la stima di Leonardo per questo giocatore, temevo davvero di ritrovarmelo a San Siro. Chiariamo, tecnicamente e tatticamente non è André Silva, anzi sa stare in campo e bene. Fisicamente però è sfiorito molto presto, non so se per colpa della sua gestione atletica in rossonero oppure no, ma ormai non ha più la brillantezza che aveva mostrato nei primi tempi. E poi ricordo sempre che il Milan non acquistò Tevez per tenere lui, che poi fu sbolognato per pochi soldi solo qualche settimana dopo. Un'operazione inspiegabile, "illogica" l'avrebbe definita il signor Spock di Star Trek, che non mi va giù ancora oggi.

E poi c'è il nazional-popolarismo dei telecronisti, giornalisti, commentatori e commentatrici Rai. Nel seguire Italia-Lichtenstein sopo stato preso da un'angoscia irrazionale ovvero dal timore di sentir gridare "Campioni del Mondo... Campioni del Mondo... Campioni del Mondo... Campioni del Mondo... l'Italia è Campione del Mondo!", come di sentir dire che non avremmo mai potuto ringraziare quei ragazzi di quei meravigliosi momenti ecc. Poi ho fatto spallucce e mi sono detto che, alla fin fine, la RAI è l'emittente dove si nega l'evidenza dei rigori negati al Milan o si grida al gol quando gli avversari dei rossoneri stanno ancora tirando... eh sì, ci siamo capiti, non aveva alcun senso arrabbiarsi.