Fa parte di quella schiera di allenatori che prediligono il bel gioco, far giocare bene le proprie squadre e far divertire il pubblico con un calcio gradevole che ammalia e stuzzica i palati degli esteti di questo sport. Gian Piero Gasperini ha deliziato i palati degli esteti calciofili con la sua Atalanta, che ha addirittura portato in finale di coppa Italia, poi persa 2 a 0 contro la Lazio. Ma Gasp non è solo Atalanta, è molto di più.

La difesa a 3 è un suo marchio di fabbrica, ma non è stato il suo inizio.
Gasperini ha iniziato con la difesa a 4.
Ha cominciato la sua carriera da coach nelle giovanili della Juventus, che ha allenato dal 1994 fino al 2003. Ha dichiarato che usava il 4/3/3 all'epoca, mentre il 90% delle squadre in Italia in quel momento giocava con il 4/4/2, sulla falsariga delle ideologie di Arrigo Sacchi. Fu "folgorato sulla via di Damasco" vedendo l'Ajax, che in europa giocava con il 3/4/3. A tal proposito, sulla sua conversione tattica, che lo ha portato a rinunciare alla difesa a quattro per attuare la difesa a tre,  Gian Piero Gasperini ha dichiarato: "A metà degli anni Novanta allenavo le giovanili della Juve. Usavo il 4/3/3 ma in Italia il 90% era 4/4/2, era tutto uno scimmiottare Sacchi. In Europa invece l'Ajax era fantastico, giocava 3/4/3 e i calciatori ballavano. Dopo averli visti, mi sono stufato e mi sono messo anche io a tre dietro. I due attaccanti avversari non vedevano la palla, avevamo il possesso del gioco".

Genoa e Atalanta sono le piazze nella quale ha lasciato più il segno. L'Inter la piazza dove ha più deluso. Gian Piero Gasperini  nasce a Grugliasco il 26 gennaio 1958. Dopo aver allenato le giovanili della Juventus, con il quale ha vinto un Torneo di Viareggio nel 2003, e dopo essere stato un calciatore, di ruolo centrocampista, cresciuto nelle giovanili della Juventus,  e aver esordito nei professionisti con la maglia bianconera e aver militato come calciatore in squadre come Reggiana, Palermo, Cavese, Pistoiese, Pescara, Salernitana, Vis Pesaro, e aver vinto un campionato di Serie B con il Pescara nel 1986/87 e un campionato di C2 con la Vis Pesaro nel 1991/92,  ha allenato il Crotone dal 2003/2004 fino al 2005/2006, il primo anno in C1, e i restanti due anni in B. Nel luglio del 2006 ha inizio la sua prima venuta a Genoa in Serie B, e ottenendo il primo anno la promozione diretta in Serie A. In questo lasso di tempo sulla panchina del grifone è il primo tecnico a vincere  tre derby consecutivi contro la Sampdoria. Nel 2008/2009 ottiene la qualificazione in Europa league raggiungendo il quinto posto in Serie A. L'8 novembre del 2010 viene esonerato dal Genoa dopo aver ottenuto soli 11 punti in classifica in Serie A. Viene sostituito da Davide Ballardini.

Nell'agosto del 2011 firma per l'Inter. Qui fallisce clamorosamente quella che è l'esperienza più negativa della sua carriera da coach. Le cose non vanno bene sin dall'inizio. Divergenze di vedute sulla scelta dello staff che deve affiancare il mister tra la società Inter e lo stesso Gasperini, in più insiste nel far giocare l'Inter a tre dietro nonostante non abbia gli uomini per farlo. Perlomeno è questo quello che gli si imputa. Perde la Supercoppa Italiana contro il Milan di Allegri ad inizio stagione. In 4 gare sulla panchina dei nerazzurri in campionato ottiene 3 sconfitte e un pareggio che gli costano l'immediato esonero. Con l'Inter perde anche una partita in Champions league.

Con il Palermo nel 2012/2013 le cose vanno male, ma dura di più rispetto alla precedente esperienza nerazzurra. Tuttavia anche a Palermo ha avuto una esperienza deludente e altalenante. Viene esonerato il 4 febbraio 2013 con il Palermo ultimo in classifica. Viene sostituito da Alberto Malesani che a sua volta viene esonerato e al suo posto il 24 febbraio 2013 viene richiamato Gasperini, che a sua volta si dimetterà dalla panchina del Palermo l11 marzo del 2013 dopo aver perso un match contro il Siena. Una annata surreale.

Il 29 settembre del 2013 c'è la sua seconda venuta sulla panchina del Genoa. Sostituisce Fabio Liverani e porta il Genoa dopo otto giornata dal quart'ultimo posto al settimo posto. Chiude la stagiona 2013/2014 al tredicesimo posto salvando il Genoa. Succesivamente raggiunge un sesto posto e un undicesimo posto. 

Nel 2016/2017 passa alla guida dell'Atalanta. Valorizza giovani e raggiunge rispettivamente un sesto e un quarto posto in campionato nei successivi due anni qualificando l'Atalanta all'Europa League. Nel 2018/2019 raggiunge la finale di coppa italia persa contro la Lazio, come ho scritto in precedenza.

Ma come gioca Gasperini? Il modulo è 3/4/2/1 o 3/4/3. I difensori sono rocciosi e grintosi e devono stare larghi. In genere utilizza almeno un terzino sulla linea difensiva, come terzo centrale o a destra o a sinistra. Il centrocampo deve essere formato da gente di corsa e qualità, abili nelle due fasi, difensiva ed offensiva. Non utilizza un playmaker che smista palloni o che fa lanci lunghi. Ama far giocare palla a terra. Gli esterni sono instacabili e i fantasisti tecnici. Sulla punta centrale è camaleontico. Utilizza sia come punta centrale un"ariete" forte fisicamente e molto impostato e bravo nel gioco aereo oppure una punta piccola, veloce, sgusciante e leggera. 

In fase di possesso palla il modulo diventa un 3/2/4/1 con gli esterni che si alzano verso i trequartisti, mentre in fase di non possesso diventa un 5/4/1 con gli esterni si abbassano in difesa e i trequartisti si abbassano a centrocampo. 

Il giro palla è veloce, i movimenti sincronizzati, le sovrappisizioni continue. Il calcio di Gasperini è offensivo, spettacolare e per nulla sparagnino. Raramente viene usato il lancio lungo, la palla è spesso giocata rasoterra. In difesa accorciare ed aggredire. Questo è il suo motto. Il terzino usato nel centro destra o sinistra serve perchè i terzini sono più bravi ad impostare da dietro e ad uscire palla al piede. La squadra è corta e i movimenti sono sincronizzati tra i calciatori e fatti consequienzali al compagno che gioca la palla.

L'unico effetto collaterale che si può avere nel vedere le squadre di Gasperini è il divertirsi troppo. L'essere saziati se si è esteti del calcio dal suo bel gioco.
Tutto questo è il magico mondo di Gasperini. Gasp, respiro e profumo di bel calcio.