La Serie A 2021-2022 si tinge di nuovi colori, nuovi volti e anche nuovi format. Dal girone di ritorno asimmetrico, prima volta nella storia del nostro calcio, ad un possibile ritorno a 18 squadre, come succedeva negli anni novanta, per un campionato più slim.
Allenatori nuovi e cavalli di ritorno. Spalletti si trasferisce a Napoli, per ridare stimolo ad una piazza che, dopo il quinto posto dell'ultima stagione, ha bisogno di nuovi incentivi per ripartire alla grande. Alla Juve riecco Max Allegri bis, mentre Sarri e Mourinho preannunciano battaglia sulle sponde opposte del Tevere, rispettivamente alla Lazio e lo Special One al timone dei giallorossi.
I campioni d'Italia invece puntano tutto su Simone Inzaghi, per rimpiazzare il dimissionario Conte, con l'intenzione di difendere il tricolore conquistato e se possibile bissarlo, nonostante siano in cantiere alcune cessioni dolorose ( per il momento solo Hakimi al PSG).
Il Milan fino ad ora è l'unica società ad aver effettivamente fatto mercato, almeno per quel poco che il periodo di vacche magre di questi periodi concerne. Dopo la dolorosa querelle Donnarumma, finito al PSG a parametro zero, e l'addio del turco Chalanoglu, anch'egli trasferitosi senza indennizzo proprio ai cugini nerazzurri, il club rossonero riesce a portare in Italia il campione d'Europa Olivier Giroud, ingaggiando inoltre il portiere del Lille campione di Francia Mike Maignan. A questi arrivi fanno eco i riscatti di Tomori, Tonali, l'arrivo di Ballo-Tourè e la conferma dello spagnolo Brahim Diaz, a completare una rosa che può dire la sua anche quest'anno.
E allora si sprecano le griglie di partenza, frutto dei pronostici dei vari intenditori calcistici, opinionisti e giornalisti più o meno accreditati.
Il peso degli allenatori sembrerebbe essere decisivo, e che mai come quest'anno promette scintille su ogni panchina sin dalla prima giornata.
Il ritorno del conte Max e di Mourinho spariglierà le carte in tavola? Riuscirà Inzaghi jr. a ricucire sulle maglie nerazzurre lo Scudetto appena messo in bacheca da Conte? Il maestro Sarri con la sua Lazio ce la farà ad impressionare il popolo biancoleste ed a candidarsi per i posti più ambiti? Oppure San Gennaro farà il miracolo e darà a Spalletti la forza necessaria per competere con le potenze del nord?
Già, ma in tutto questo sembra che ci si stia dimenticando di una pretendente più che reale, che in questi ultimi tre anni ha disegnato il calcio migliore d'Italia, togliendosi anche mille soddisfazioni in Champions League.

Attenti alla banda di Gasperini, che dal 2016 è alla guida della Dea, e che dallo stesso anno ha iniziato a dipingere su tela bianca un arcobaleno di schemi, traiettorie e tattiche varie.
Ad oggi i nerazzurri bergamaschi sono la squadra che meno ha cambiato per quanto riguarda l'organico, sostituendo il solo Gollini con l'argentino Musso dell'Udinese, ( probabilmente andando a migliorare).
Ed è proprio l'acquisto dell'ex estremo difensore friulano a dare una maggiore importanza alla cosa, in quanto l'Atalanta non è società che storicamente spende tutti quei soldi per un portiere.
E' un segnale, un segnale di come la squadra del Presidente Percassi abbia deciso volutamente di annunciare a tutte le altre sorelle che per la vittoria finale del campionato c'è anche lei.
L'Atalanta è uscita allo scoperto?
Muriel e Zapata sono ormai due certezze assolute in termini di gol, per non parlare del neo campione d'Europa Pessina, ormai passato dallo stato di giovane promessa a garanzia certificata.
Inoltre i vari pezzi pregiati che ad oggi, e ribadisco ad oggi, sono rimasti in rosa come il tedesco Gosens, l'ucraino Malinovskyi ormai in forte ascesa, l'esperienza fondamentale di Ilici e tutto il comparto squadra che ormai gioca a memoria secondi binari prestabiliti.

L'Atalanta c'è, e non è un sogno ma una solida realtà (parafrasando una nota pubblicità), e farebbero tutti bene a non prenderla sotto gamba.
La Dea ormai s'è fatta grande e non ha paura di nessuno.