Buonasera a tutti amici, nella nona puntata di "Storie di calcio", vi racconto la storia di un grandissimo attaccante che ieri ha compiuto 52 anni, è Gabriel Omar Batistuta.
Gabriel nasce a Avellaneda una città che conta 23.077 abitanti nella provincia di Santa Fe il 1 febbraio 1969. All'età di nove anni si trasferì a Reconquista, lui cresce insieme al nonno paterno Melchior che era il principale artefice delle fortune della famiglia, Gabriel ricevette anche la Prima Comunione e la cresima, era persino bravo a scuola e durante le superiori non riuscì a completare gli studi (mancando a sostenere l'esame finale) a causa della sua passione per il calcio, dall'età di dieci anni fino ai quattordici praticò pure la pallavolo e la pallacanestro. Era soprannominato Batigol (in Italia) o il Re Leone.

Gabriel iniziò a giocare in un campetto che si trovava nel barrio Chapero insieme ai suoi amici, lì nacque il Grupo Alegria, la prima formazione amatoriale dell'argentino, subito dopo si trasferì alle giovanili Platense (vi rimase per due anni) fino a quando non riceve una chiamata molto importante da un club argentino di eccezione: il Newell's Old Boys che grazie all'osservatore Jorge Grifa lo ingaggiò nel 1988. In quella rosa c'era un allenatore molto conosciuto in Argentina (dove allenerà pure in Europa), è Marcelo Bielsa (detto semplicembte El Loco). Al primo anno con i rossoneri, l'attaccante presentò delle difficoltà perchè era molto lontano dalla famiglia e dalla ragazza, doveva fare conti anche per il suo peso che lo tennero distante dal prato verde. Dopo l'esperienza giovanile e in prima squadra con il Newell's, venne ceduto in prestito al Deportivo Italiano una squadra minore di Buenos Aires dove partecipò al Torneo di Viareggio e tra l'altro vinse la classifica capocannonieri. Nel 1989 venne ingaggiato dal River Plate (altro grande club) dove segnerà 17 goal, nonostante questo però le cose non andarono per il verso giusto, complice anche con l'allenatore Daniel Passarella che a metà stagione lo mise fuori dalla rosa. L'anno successivo firmò per il Boca Juniors, dopo un anno fuori forma, nel 1991 con Oscar Tabarez in panchina si rivela avvincente dove vince il campionato di Clausura, (perdendo lo spareggio per il titolo) e la classifica marcatori con 13 goal.

Il momento più importante arriva nel 1991, quando Mario Cecchi Gori presidente della Fiorentina lo acquistò per 12 miliardi di lire portandolo così a Firenze. Nella prima annata, non proprio fortunata, ottenne 27 presenze e 13 goal fatti. Nella seconda stagione con i Viola realizzò tre doppiette contro Lazio, Inter e Sampdoria, in totale ottiene 32 presenze e 16 reti realizzate che purtroppo non basteranno alla Fiorentina di salvarsi, retrocedendo in Serie B dopo cinquantaquattro anni nonostante la vittoria contro il Foggia per 6-2; proprio in quella partita, Batistuta scoppiò a piangere per questa clamorosa retrocessione. Si rifà nella stagione 1993-1994 dove grazie ai suoi 16 goal contribuisce al ritorno in Serie A della Viola e soprattutto gli valsero la convocazione al mondiale del 1994. Al ritorno in massima serie, Gabriel rinascerà nel momento più importante della sua carriera, vinse la classifica capocannonieri con 26 goal e battè un record che apparteneva a Ezio Pasciutti da trent'anni, delle partite consecutive con almeno una rete segnata. Nella partita contro la Lazio nel campionato 1995-1996, raggiunse le 100 presenze, i tifosi gli dedicarono una statua esposta davanti alla curva Fiesole, nel frattempo si rivela sempre più profilattico e grazie all'argentino la Fiorentina vinse la Coppa Italia dove battè l'Atalanta in finale (1-0 in casa all'andata e 2-0 al ritorno a Bergamo) e la Supercoppa Italiana contro il Milan a San Siro. Nella Coppa delle Coppe 1996-1997 sfiora la seconda finale con i Viola per mano del Barcellona, proprio in quel match Batistuta segnò un goal pazzesco e zittì il Camp Nou, venne poi fischiato per tutta la partita. All'ottava stagione a Firenze, segnò 21 reti in 32 partite sotto la guida di Alberto Malesani, ma l'anno successivo con Giovanni Trapattoni in panchina, i Viola chiusero il girone di andata al primo posto laureandosi campione d'inverno e nella partita del 26 settembre 1998 segnò una tripletta al Milan e celebre fu la sua esultanza (poi divenuta tra le più iconiche della sua carriera) dove mima una mitragliatrice, nonostante una prima parte di campionato brillante, nel girone di ritorno la Fiorentina chiuse la stagione al terzo posto (complice dell'infortunio dello stesso attaccante argentino). Un'altro momento d'oro lo vivrà nella partita di Champions League contro l'Arsenal nell'annata 1999-2000, l'argentino ricevette palla dal tedesco Jörg Heinrich, dribblando il diretto avversario e segnando da posizione angolata il gol della vittoria, per lui si tratta della rete più bella in assoluta della sua carriera, la Fiorentina concluderà terza nel girone venendo così eliminata. All'ultima di campionato segnò l'ennesima tripletta, con 152 reti, diventò il maggior marcatore della Viola in Serie A, superando lo svedese Kurt Hamrin fermo a quota 151. Alla fine della stagione decise di lasciare per sempre Firenze, finisce una storia bellissima ed emozionante e i tifosi si ricorderanno per sempre di Batigol. In totale ha disputato 332 partite segnando 207 goal.

Nell'estate del 2000, si trasferì alla Roma dal presidente Franco Sensi per 70 miliardi di lire. Al primo anno segnò 20 goal in campionato, contribuendo soprattutto alla vittoria del terzo scudetto giallorosso, durante Roma-Fiorentina del 26 novembre 2000, l'attaccante argentino segna il goal vittoria della Roma, nell'occasione non esultò e non trattenne le lacrime, era dispiaciuto per i suoi ex tifosi. Con i giallorossi oltre allo scudetto, vinse anche la Supercoppa Italiana, ma fu meno incisivo a causa dei suoi problemi fisici e nel gennaio 2003 si trasferì all'Inter dove ottenne 12 presenze e due goal segnati contro Piacenza e Como, proprio contro i Lariani va a segno per l'ultima volta, raggiunse la soglia dei 200 goal nei campionati italiani. La sua carriera calcistica si concluderà in Qatar, nell'Al-Arabi una squadra di Doha, con 18 presenze e 25 reti fatte, vince il titolo di capocannoniere del campionato e la scarpa d'oro come miglior giocatore dei campionati asiatici.

Con la nazionale argentina ha disputato tre mondiali, ha vinto due edizioni della Copa América (Cile 1991 e Ecuador 1993) e la Confederations Cup in Arabia Saudita nel 1992 ottenendo 77 presenze segnando 54 goal, riceve inoltre la Scarpa d'argento ai mondiali del 1998. Dopo la carriera calcistica diventò collaboratore tecnico dell'Albiceleste nel 2010, il 16 dicembre 2011 ottenne un'altro incarico, quello da Segretario Tecnico del Colon de Santa Fe a partire dal 2012 (lasciando poi nel 2013), nel 2018 riceve pure la qualifica UEFA A di Converciano. Il 3 ottobre 2016 ricevette anche la cittadinanza onoraria di Firenze su proposta del sindaco Dario Nardella.

Un abbraccio Il Tifosino