Ribadisco per l'ennesima volta che non sono una vedova di Maldini, almeno nel senso che non ho l'ossessione delle bandiere. Valuto i fatti e questi dicono che Maldini ha vinto largamente il match contro la nuova gestione tecnica rossonera ovvero Furlani-Moncada (Pioli continua a fare telefonate).

Il mese di giugno ha chiuso questo match per 1-4 a favore di Maldini con l'acquisto di Romero da parte della nouvelle vague (diamolo per fatto), ma anche  e soprattutto con l'ufficializzazione di Sportiello e Loftus Cheek per l'ex capitano rossonero (che si uniscono alle sberle prese da Furlani-Moncada per 'Ndicka e Thuram).

C'è chi dice che il mercato si chiude fra diverse settimane e i conti vanno fatti alla fine, ma il 90° della partita Furlani-Maldini è già scoccato. Maldini ha ormai concluso la sua avventura di dirigente e, per quanto potrebbe ancora siglare il quinto punto con Kamada, non potrà avere altre chance di farsi valere. La competizione, inoltre, si è già chiusa, perché comunque Maldini non se la vedrebbe più ad armi pari con Furlani. L'imminente cessione di Tonali al Newcastle, infatti, farà arrivare nelle casse rossonere tanti soldi per chiudere qualche affare con cui i nuovi dirigenti potrebbero farsi belli.

Maldini quei soldi non li aveva e, nonostante tutto, aveva virtualmente concluso ben quattro affari importanti sfruttando solo una parte dei 35 milioni di budget messi a disposizione della società.

Certo, se qualcuno credesse alla panzana circolata in questi giorni, secondo la quale Furlani avrebbe tolto ogni vincolo economico al mercato, meriterebbe un sorriso ironico. Molto più banalmente, Furlani si prepara a ricevere i soldi della cessione di Tonali che verranno sommati a ciò che resta del budget iniziale. Furlani non ha cambiato di una virgola le condizioni iniziali secondo cui il budget era 35 milioni più il ricavato delle cessioni.

Fateci caso, sono giorni che la conclusione della vendita di Tonali slitta, per un motivo o per l'altro, e sono giorni che vengono fuori da un immaginario cilindro figurine dietro figurine da Chuwemeze a Reijnders, da Yunus Musah a Pulisic, da Openda a Dia ecc. . Les trompettes de la renommée, le c.d. trombette della celebrità (riprendendo un titolo di Georges Brassens) continuano a ripetere che il Milan ha il gradimento di tutti quei signori, dimenticando che il mercato calcistico è fatto di cessioni di contratto. Il cessionario e il ceduto sono d'accordo, ma cosa ne pensa il cedente? Come la vede la società che ha in mano il cartellino dei giocatori? Aspetta i dindi, che non ci sono, perché la cessione di Tonali al Newcastle, per ora, è solo virtuale.
Se poi si torna a parlare delle telefonate di Pioli (v. per Chekwumeze), allora le cose si complicano, visto l'esito delle altre chiamare a 'Ndicka e Thuram.

Alla fine i giocatori arriveranno, perché picchia e mena, con i soldi in mano, anche se sei un neofita finisci per battere chiodo. Ma arriveranno solo perché ci sono bei soldi freschi e contemporaneamente non ci sarà più Tonali. La bontà di un mercato va pesata anche, se non soprattutto, tenendo conto delle cessioni.

E qui, parlando di Tonali, torna in ballo Pioli. Mi spiego.
Stefano Pioli, oltre che essere un tecnico di calcio, dà l'impressione di essere una specie protetta e sembra che ci sia una specie di WWF che si occupa di preservarla dall'estinzione ovvero di assicurarne la permanenza al Milan. E in questi giorni, gli autorevoli portavoce dell'associazione sono insorti per ricordare che, con la cessione di Tonali, Pioli non avrà colpe di ciò che accadrà durante la stagione. In poche parole, quest'istituzione benefica, nata con il pio (anzi il pio-li) scopo di tutelare Stefano Pioli da Parma, sta già mettendo le mani avanti con un'excusatio non petita, una cosa che, di norma è anche accusatio manifesta.

A parte il fatto che questi signori stanno sfrocoliando la mazzarella di San Gennaro dal 2020 con le loro campagne, si potrebbe già far notare che, così posta la questione, Pioli passerebbe per un coach da farsa. Eh sì, perché quello di coach è un ruolo alla Ferguson, per cui Pioli, anche se non facesse il mercato, dovrebbe avere voce in capitolo nelle cessioni, magari un diritto morale di veto. Delle due l'una quindi:
1) Pioli è d'accordo con la cessione di Tonali, ma allora qualsiasi cosa succeda, è anche colpa sua;
2) Pioli non è d'accordo, ma allora, se non si dimette... se si abbarbica allo stipendio insomma, è un coach che non conta un fico
, quanto il due di briscola a coppe se la briscola è a bastoni.

Una quarantina di anni fa abbondanti, Gigi Radice si dimise da allenatore del Bologna appena Roberto Mancini fu ceduto alla Sampdoria, perché negli accordi con la dirigenza felsinea c'era un'intesa per tenere il ragazzo. Ah certo, i membri dell'associazione contro l'estinzione di Pioli in rossonero direbbero che Pioli non si dimette per senso di responsabilità. E come no? Questo senso di responsabilità ricorderebbe tanto quello dell'Onorevole Cocchetelli in Totò turco napoletano, quando accetta sì di mollare la ballerina francese, ma perché il paese ha bisogno di lui e un onorevole deve sapersi sacrificare per... il bene del paese.

Totò turco napoletano è solo una pochade che deve rimanere tale! Il Milan, di certo non deve diventare una farsa.

I nuovi acquisti arriveranno, bisognerà vedere quali, ma non è questo il punto. Il punto è che Maldini esce bene da questa storia, al di là di quelli che saranno gli sviluppi della vicenda. Quello che doveva e poteva fare lo ha fatto bene. Gli errori del passato restano, ma in questa stagione si stava dimostrando all'altezza della situazione.