Fuori la voce...
è così che i tifosi del Milan iniziano i cori per sostenere ogni domenica i colori rossoneri.

Fuori la voce è l'urlo che ora i tifosi del Milan elevano non per i cori di sostegno, ma per esternare la delusione nei confronti della squadra.
Una voce che si sente più con i comportamenti che con le urla.

Ieri sera al termine della partita contro il Torino, per la prima volta in questa stagione, i calciatori, chiamati a onorare e rispettare i colori che indossano, non sono stati salutati dalla curva del Milan ed oggi il Barone Giancarlo Capelli, storico ultras rossonero, ai microfoni di Radio Sportiva ha rilasciato una intervista sull'attuale situazione della squadra, condivisa da tutti i tifosi facendosi inconsapevolmente portavoce del popolo milanista.

Il Barone ha dichiarato che la squadra è spenta, i giocatori sono svogliati, scendono in campo solo perchè devono farlo, commettono errori elementari, non hanno ritegno con tutti i soldi che prendono.

La squadra è sempre stata messa nelle migliori condizioni per rendere in campo e per far sì che la stagione in corso non sia una riparazione di quelle precedenti, ma alla luce delle ultime sette partite il trend è sempre lo stesso.
Paradossalmente il periodo migliore si è avuto quando la squadra era in difficoltà a causa dei tanti infortuni concentrati nello stesso periodo costringendo Gattuso a schierare Abate, in alcune partite, al centro della difesa.

I tifosi del Milan meritano rispetto da parte dei calciatori; rispetto che non si dimostra avvicinandosi sotto la curva al termine di ogni partita, ma mostrando di essere all'altezza del Milan con le prestazioni sul campo, così come è avvenuto nel periodo di maggiore difficoltà dovuto gli infortuni.

Oggi Gattuso è stato chiamato in sede dalla dirigenza la quale ha confermato la fiducia al tecnico e cercando insieme di trovare la terapia giusta per far guarire il diavolo. 
La speranza è che la terapia venga trovata subito, con i primi segnali di guarigione già contro il Bologna, affinchè i tifosi possano urlare: fuori la voce non per esternare il loro disappunto ma per cantare cori di sostegno.