Il big match di domenica sera tra Juventus e Milan si è concluso come ci si aspettava: vittoria dei bianconeri e la maledizione dello Stadium che continua ininterrotta da nove lunghissimi anni per i rossoneri.
Quella tra la squadra otto volte campioni d’Italia e la nobile decaduta (giusto per usare un eufemismo) doveva essere una sfida impari ed invece sono state necessarie diverse parate dell’ottimo Szczęsny e una prodezza di Paulo Dybala al settantasettesimo per lasciare a mani vuote i giocatori di Pioli. L’opinione generale è che il Milan abbia giocato la miglior partita della stagione e che il pari finale sarebbe stato ampiamente meritato. Sono convito che il Milan abbia addirittura creato le occasioni più pericolose ma vado controcorrente definendo un azzardo parlare di guarigione. “Per arrivare alla fonte bisogna nuotare controcorrente” (cit. Stanisław J. Lec) ed io andrò subito al dunque: la partita è stata equilibrata più per demeriti della Juventus che per meriti del Milan. Novanta minuti per nulla spettacolari con tantissimi errori da entrambe le parti e con il “talento” (e Sarri ne ha a disposizione più di qualunque altro allenatore in Europa!) che alla fine risolve i problemi.
Se producendo il massimo sforzo non si è comunque capaci di vincere contro avversari di certo al momento non brillantissimi, dove sta il miglioramento? In controtendenza rispetto ai numerosi pareri positivi, io non parlerei di progressi fino a quando non verrà data una svolta ai risultati. Scusate se sono stanco di sentir ripetere: “abbiamo perso ma lo abbiamo fatto a testa alta”. Io invece ho come l’impressione che si sia buttata alle ortiche la rara occasione di battere la Juventus. L’emblema della partita mal giocata dai bianconeri è la condizione fisica non ottimale, o meglio precaria, di Cristiano Ronaldo. L’asso portoghese è stato giustamente sostituito e sicuramente da un top giocatore super pagato ci si aspetterebbe una diversa reazione dal mandare a quel paese il proprio allenatore, dirigersi direttamente verso gli spogliatoi e addirittura lasciare anzitempo lo stadio. Di norma si parla di CR7 per le sue prestazioni in campo da assoluto fuoriclasse, ma del suo egocentrismo siamo un po' tutti a conoscenza: considerata la sua inguardabile prestazione (con molta probabilità un problema al ginocchio!) avrà deciso di far parlare di sé con una esibizione in lingua portoghese ma tipica della sceneggiata napoletana.

A Napoli il clima è rovente anzi “tanto tuonò che piovve”. La frase attribuita a Socrate non riguarda il maltempo che sta imperversando in queste ore su tutta la Campania. Le notizie diffuse sono molteplici e tutte poco confortanti e tante poco credibili: Ancelotti, esonerato, andrà al Milan (magari!) e Gattuso prenderà il suo posto; Mertens vuole andare in MLS; il Daily Mail rivela persino che De Laurentis sta per cedere nell’immediato il Napoli alla famiglia Al-Thani (spero che si scriva così perché non so chi siano). Quanto c’è di vero in tutto questo? Penso che siano tutte fandonie. L’unica notizia che “non ha bisogno di alcun giornale e che come una freccia dall'arco scocca e vola veloce di bocca in bocca” (grazie Maestro De Andrè) è quella relativa ai furti che stanno subendo diversi giocatori napoletani.
La Procura conferma che non ci sono legami col “vergognoso” ammutinamento dei giorni scorsi, ma intanto sembra che diverse mogli dei calciatori impegnati con le nazionali abbiano lasciato le loro case e già c’è chi si chiede se i migliori giocatori d’Europa sarebbero disposti a giocare nella città partenopea. Il danno d’immagine è ormai compiuto ma alcuni titoloni di noti giornali sportivi andavano evitati: perché buttare fango e veleno su un’intera popolazione? Bisognerebbe parlare più di calcio piuttosto che alimentare tensioni mediatiche che non fanno sicuramente bene a nessuno.

Se anche voi “non ve la state passando bene”, colpiti dai primi malanni della stagione fredda, vi starete chiedendo: <<Perché proprio io? E’ normale?>>. Non sono un medico ma mi sento di rispondere: si, è normale! Con il freddo i germi trovano condizioni ambientali perfetti per svilupparsi e le temperature ballerine aiutano i virus ad intaccare le vie respiratorie (più o meno è questo che ripetono nei vari TG da pressoché sessant’anni). Chiudete dunque tutte le pagine, le schede e i tab con ricerche relative a raffreddore, febbre, influenza, tosse, mal di gola e soprattutto lasciate perdere i “rimedi naturali per prevenire" e pure chi cerca di svelarvi le strategie “certificate” per affrontare i malanni. Andate piuttosto a vedere le giocate più belle del dodicesimo turno di Serie A. Vi descrivo qualcosa in ordine sparso.

Il goal di Barella: amici interisti e non, ve lo dicevo che, alla lunga, vi sareste innamorati di Barella ancor più di Sensi? Corsa, grinta, dinamismo e un tiro dalla distanza niente male. Col Verona serve una magia di Nicolò, classe 1997, per ridare il sorriso a Conte e far esplodere San Siro. Minuto ottantatré, il giovane nerazzurro avanza dalla sinistra verso il limite dell’area avversaria, tanti compagni di squadra appostati ad aspettare un suo cross; accelera, si accentra, lascia partire un missile terra aria da venti metri con la palla che a giro va a finire all’incrocio della porta difesa da Silvestri. Formidabile. 

Il salvataggio di Koulibaly: l’attaccante Pinamonti ha la possibilità di portare in vantaggio il Genoa con un tocco facile facile. Cross dalla sinistra di Agudelo, a pochi metri dalla porta vuota l’ex Inter si coordina per il facile tap-in di piattone ma, in spaccata, arriva il possente difensore del Napoli che con il collo del piede destro riesce a salvare sulla linea. Il giovane genoano dirà a fine partita che sognerà il recupero dell’avversario per un po' di tempo, ed ha ragione. Miracoloso.

Il Ninja ritrovato: sulle note di “Freed from desire”, una canzone dance che negli anni novanta fece ballare in tante le discoteche moltissimi giovani, tutta la “Sardegna Arena” applaude il figliol prodigo Radja. Respinta corta della difesa fiorentina, recupera palla Cigarini che scarica subito su Nainggolan; controllo orientato e “botta” secca che finisce all’angolino. Se a questa prodezza aggiungiamo tre assist, la domanda sorge spontanea: il Ninja, simbolo del Cagliari stellare, è tornato ad essere il miglior centrocampista del Campionato? Devastante


P.S.: quest’oggi vorrei sfatare un tabù. Guardare la partita con l’amico super tifoso della Juve è possibile. Stabilite però prima dei paletti. I nostri accordi erano i seguenti: io avrei voluto cenare prima della partita, conscio del fatto che una sonora sconfitta mi avrebbe di certo fatto passare l’appetito; io di contro, durante la visione del match, non avrei dovuto pronunciare la locuzione “siete dei ladri” anche davanti al solito intervento di mani di De Ligt in area di rigore.
Preparare la squisita cena è stato più impegnativo di quanto preventivato e quindi si inizia a mangiare dopo il fischio di inizio cosicché al tiro di Bernardeschi che sfiora l’incrocio sono state necessarie dieci vigorose pacche sulle spalle e altrettanti bicchieri di acqua per farmi mandare giù il primo boccone rimasto di traverso.
Alla fine della gara, la frase ignorante mi scatta spontanea: “ci avete rubato la partita!”. Adesso a mente fredda me ne pento: la Juve non ha rubato, ma è stato il Milan a mettergli la vittoria in tasca.