Il Milan vince 3-0 sul Cagliari. Non ho potuto vedere la partita ma sono contento che gli innesti di Paqueta' e Piatek stiano dando quella qualita' alla squadra che senza Bonaventura e Biglia si era un po' persa dopo un buon inizio di campionato.

Silenziosamente molti lo pensano ma pochi lo dicono, Frank Kessie' potrebbe diventare un fenomeno. Gattuso stesso ha detto che potrebbe essere da pallone d'oro. Leggo che e' stato tra i tre finalisti del pallone d'Africa nella sezione giovani. Certo Frank, a discapito di facili ironie, e' molto giovane ma sta raccimolando numeri impressionanti. Potrei sbargliarmi ma credo sia senz'altro l'uomo del Milan con piu' minutaggio/km percorsi/palle recuperate/ripartenze. In serie A detiene il record di piu' partite giocate nell'arco di una stagione includendo tutti gli impegni sia di coppa che le amichevoli precampionato. E questo record lo ha costruito fin da subito, a partire dal suo arrivo a fine giugno della scorsa stagione di assestamento, e mantenuto fino alla partita di ieri sera diciotto mesi dopo. Non esiste ad oggi un vice-Kessie , di certo non l'osannato Bakayoko. Cosi il minutaggio dell'ivoriano continua a cresce in maniera vertiginosa. Frank ha dunque evidenti ed eccezionali doti atletiche che emergendo presto nella sua Costa d'Avorio gli fanno fare presto il grande salto fuori dai patri confini prima nel Cesena e poi nell'Atalanta. 

Mirabelli strappo' con grande scelta di tempo Kessie alla Roma di uno spavaldo Pallotta. Chiaro che un poco piu' che ventenne puo' attirare queste attenzioni solo se ci sono caratteristiche straordinarie. Kessie' e' letteralemente una montagna di muscoli, 83 chili per 183 cm di pura potenza. Si capisce la complementarieta con Paqueta e i suoi normali 70 kg per 180 cm di altezza. L'ivoriano ha una massa muscolare straordinaria, e' un armadio. Come dicono molti tifosi. E' un carro armato. Corre per tre, cerca e trova spesso ripartenze di pura prepotenza, non e' timido nel tirare e qualche volta segna. Un centrocampista 'in erba' ideale nel 433, il modulo del calcio moderno. Questo e' Kessie' di conformazione. Il suo rendimento continua a crescere. Per quel che vale leggo di un aumento del voto medio da 5.95 dell'anno passato al 6.1 di quest'anno. Sempre per quello che vale, il valore su Transfermarkt e' passato da 20 a 35 milioni da quando l'ivoriano originario di Ouragahio si e' spostato da Bergamo.

Poi c'e' Kessie' il giocatore e l'uomo, almeno per l'idea che mi sono fatto abbonandomi con entusiamo in tribuna la scorsa stagione per seguire da vicino l'inizio di un potenziale nuovo ciclo milanista. Questo inizio finalmente si vede, anche se la gara di Bergamo e' chiaramente importantissima. Mi sono fatto un'idea ma sopratutto sento che la strada e' sicuramente quella buona. Saro' schietto. Sono d'accordo con la linea della dirigenza di allora che lo convinse a sposare il progetto Milan con la promessa di farne un campione. Che ci siano queste potenzialita' ne sono sempre piu' convinto ogni partita che passa. Perche' il calciatore Kessie' e' molto piu' del faticatore per il quale lo si confonde. Frank e' anche un finissimo palleggiatore, sostanzialmente ambidestro che capisce facilmente come muoversi in tutto il centrocampo. Lo ha dimostrato con un adattamento immediato di Gatttuso al centrocampo a due per 'accomodare' Bakayoko dopo l'infortunio di Biglia. Ma il suo regno e quello del Milan che sta nascendo ed e' il 433. Kessie abbina potenza, copertura, ripartenza, pressione ad una ottima tecnica di base, buone capacita' di fraseggio e una buona visione delle geometrie verticali. E' il giocatore che fa tutto e lo fa con una forza e sopratutto un fondo atletico che lo rende ancora piu' straripante negli ultimi venti minuti di gara quando spesso i calciatori cominciano a tirare un po' il fiato. Kessie insomma e' il figlio che ogni allenatore vorrebbe avere. Un diamante grezzo, potenzialmente la perfetta mezz'ala moderna, un Gattuso 2.0 per intenderci.

Nel fare tutto come richiesto dalla modernita' del suo ruolo incappa piu spesso dei suoi compagni in errori individuali. Tra l'inizio di un fraseggio, un ultimo passaggio, o un anticipo nel movimento a volte Frank non e' preciso come dovrebbe. A volte questi errori possono essere gravi come la perdita di certi palloni nella nostra trequarti, sopratutto i primi mesi della scorsa stagione. Altre volte dovendo, volendo e potendo giocare di prima sbaglia la misura o la potenza. I piedi pero' ci sono, lo ha dimostrato in eccellenti coast-to-coast, fraseggi e assist ma sembra che insomma, a volte sul piu' bello, spenga come si suol dire "la lampadina". Gattuso giustamente lo difende perche' la lucidita' non puo' essere perfetta sempre con quel tipo di minutaggio da record assoluti. Credo che Rino abbia ragione, come sempre, ma solo in parte. Frank e' un atleta straordinario con delle potenzialita' evidenti. E' dovuto crescere molto ed in fretta anche con le difficolta' di venire da un paese con opportunita' diverse. Ha certamente dovuto subire il bieco razzismo italiano, accentuato probabilmente nelle serie cadetta ma tristemente riemerso prepotentemente anche nel massimo campionato in una piazza 'moralmente' importante come Milano. Frank tuttavia ha tenuto sempre duro avendo grandi esempi nel padre scomparso e nella madre. Si e' fatto temprare non solo dalla ricchezza tecnico tattica del calcio italiano ma anche dal freddo del Nord Italia. Dunque un ragazzo fattosi uomo molto rapidamente. Da qui la saggezza di tenersi la 79 anche dopo la partenza di Bonucci e rinunciare dunque completamente alla 19, la maglia che lo legava ancora a suo padre a cui spesso dedica il suo saluto da 'militare'. Questo gesto di rinuncia, passato in sordina, a mio avviso suggerisce grande maturita', sia sua ma anche di chi lo consiglia. Tutto cio' sono delle ottime premesse.

Quello che manca in Frank, a mio modo di vedere, sono le geometrie e la capacita' di leggere il gioco prima che accada. Certo c'e' chi lo faceva in maniera sublime come Maradona, Gullit e Zidane per citarne alcuni. Ma non e' questo che chiediamo come milanisti all'ivoriano. Se alzasse il suo livello di concentrazione potrebbe fare finalmente il salto. Ma per "vedere" il calcio bisogno avere, come dicevano i latini, "mens sana, in corpore sano". Per fare questo salto non basta la palestra dei muscoli ma anche quella della mente. Sono certo che Gattuso, come allenatore e grande uomo di sport sia capace di motivare e invogliare il giocatore ad un ulteriore salto di qualita'. Ma l'introspezione, la carica, l'esempio anche tutti insieme non bastano. Frank, se ancora non lo facesse, dovrebbe inforcare gli occhiali e mettersi a studiare un po' di matematica e magari anche un po' di latino. Un francofono poliglotta come lui non dovrebbe avere problemi se lo facesse con la stessa encomiabile dedizione con cui si dedica alla parte fisica-tecnico-tattica. Manca a volte la luce e qualche ora sui libri per alcuni mesi puo' fare miracoli e dargli quell'ulteriore lucidita', sicurezza e comprensione della situazione che a volte gli mancano.

Viviamo in una societa' che ci fa credere che il successo non costi fatica. Cosi non e'. Solo chi fatica a 360 gradi porta a casa il pane e forse anche la gloria. Gattuso Docet. E se Frank faticasse anche un po' di piu' sulla palestra della mente, con stimoli e sfide nuove diverse da quelle del campo, le critiche, a volte un po' ingiuste, potrebbero un giorno diventare applausi scroscianti.

Da Milanista me lo auguro di cuore,

ma anche da fervente ammiratore della giovane promettente carriera della

Pantera di Ouragahio.

Sempre Forza Milan.