La lista di attenuanti che si potrebbero concedere a Frank de Boer per questo inizio di stagione è lunga più o meno come l'elenco dei Brambilla sulle Pagine Bianche. Ma difronte alla sconfitta di ieri sera contro gli israeliani dell'Hapoel Beer Sheva, non ci sono attenuanti che reggano. L'Inter è da sempre un casotto. Dalle mie parti, con il termine "casotto" si indica la cabina presa in affitto allo stabilimento balneare nel periodo estivo, nella quale alla rinfusa si conservano un po' di cose per il mare. Sandali, gonfiabili, creme etc. Ecco l'Inter è questo: pochi difensori, pochi centrocampisti buoni ed una miriade di ali ed attaccanti tanto che quando vedi Palacio titolare ti scatta in mente un sol pensiero: "Palacio? Aaaah Palacio..Te lo ricordi Palacio?". No. Il punto è che a comandare questo gruppo di giocatori c'è un uomo che su quella panchina non dovrebbe esserci. Per quanti non la conoscessero, la carriera da allenatore di Frank de Boer è fatta di "alti" (che faccio fatica a considerare tali) e bassi (tanti). 4 campionati olandesi vinti ed 1 supercoppa d'Olanda in 6 anni circa di esperienza da allenatore non devono fuorviare le teste dei più. L'Eredivise è un campionato atipico. Ogni anno l'Ajax dovrebbe dominarlo e quasi sempre va a finire così. Quando non ci riesce è perchè si verificano la combinazione di 2 eventi: 1) la nuova generazione di giovani dell'Ajax è un po' meno forte del solito 2) PSV o Feyenoord hanno in rosa dei giovani migliori. Frank de Boer, che secondo i suoi estimatori nel calcio olandese avrebbe dimostrato di essere pronto per la panchina di una "big" del calcio che conta, è riuscito in quelle condizioni a vincere 4 campionati. Ma dalla stagione sportiva 2013-14, il campionato è sempre affare d'altri. Le esperienze europee di de Boer invece, sono un continuo disastro. Il suo Ajax è stato costantemente eliminato da preliminari di Champions, gironi di Champions, gironi di Europa League e sedicesimi della stessa competizione. de Boer non ha mai trovato la quadratura del cerchio in Europa, segnale di come l'esperienza del calcio olandese, "zemaniano" come squilibrio tra fase offensiva e fase difensiva, non costituisce il giusto passaporto per sbarcare su altri palcoscenici e dire la propria. Nonostante una carriera non proprio brillante in un campionato mediocre e le scoppole rimediate in Europa, de Boer sbarca a Milano, sponda Inter portando con se.... il nulla. L'emblema del match di ieri sera sono 90' trascorsi seduto in panchina in silenzio. Se fossi un tifoso interista ed avessi la possibilità di porre 1 solo quesito al tecnico chiederei proprio questo: Frank perchè sei stato seduto in panchina per 90' senza mai alzarti per comunicare qualcosa alla squadra? Sia che crediate che l'allenatore incida poco sui risultati sportivi di una squadra, sia che crediate l'esatto contrario, è indubbio che dall'area che delle panchine l'allenatore possa costituire un valore aggiunto per la squadra. Indicare le marcature, segnalare un'uomo libero nello sviluppo del gioco, indicare una linea di passaggio, uno schema su rimessa, una disposizione in campo particolare, il pressing sul gioco avversario sono tutti esempi di situazioni di match in cui l'allenatore può effettivamente intervenire per migliorare la prestazione della propria squadra. Conte negli ultimi anni è stato l'emblema di tutto ciò con 95' di costanti indicazioni ai suoi giocatori prima bianconeri, poi azzurri d'Italia ed ora blues. Ma senza voler scomodare l'Antonio nazionale, provate a pensare cosa sarebbe il Sassuolo senza Eusebio Di Francesco in panchina. Se la risposta che vi sovviene è "un'orchestra senza il suo direttore" siete sulla strada giusta. A de Boer invece tutto ciò non piace. Non basta nemmeno il vantaggio israeliano per scuotere il suo animo e quella posizione assunta sulla panchina che per un po' mi ha fatto pensare che quella inquadrata fosse una replica di cera dell'allenatore interista, piazzata a favor di camera per non dover inquadrare un tecnico alle prese con vere e proprie minacce nei confronti della sua squadra con la speranza che queste potessero servire a raddrizzare il match. E invece no. Quello inquadrato, con l'indice sotto il naso a far non si sa bene cosa era proprio Frank. Il vecchio Frank. L'Inter è sotto in un match che non può sbagliare perchè in Europa League almeno fino a Gennaio non potrà disporre dei nuovi acquisti e quindi serve mettere da subito fieno in cascina? A Frank non interessa. L'Inter è sotto in questo match con in campo una squadra molto rimaneggiata che avrebbe tanto bisogno di essere guidata per sopperire alla mancanza di minuti giocati assieme? A Frank non interessa. L'Inter avrebbe bisogno di un piano tattico per mettere assieme una manovra che abbia un minimo di decenza e che non si infranga contro gli israeliani che ormai capiscono prima degli interisti dove sarà lanciato il pallone? A Frank non interessa. Anzi no. Frank ordina un cambio. Candreva sveste la tuta, Frank gli si avvicina e gli comunica il piano: "tirate da fuori". E allora scusa... Caro Frank non sei il primo e non sarai l'ultimo di una serie di allenatori ex-giocatori che sfruttano il proprio passato per accedere direttamente alle panchine che contano saltando la vera gavetta. Quella delle serie minori, dove il valore di un tecnico viene fuori e fa la differenza in campionati in cui quasi mai ci sono squilibri evidenti tra 20 rose in corsa per una promozione. Quella delle piccole squadre che come obiettivo hanno i 40 punti, in cui devi costruire prima una fase difensiva solida e poi tutto il resto. Quella gavetta che ti consente dopo anni di dire che forse forse qualcosa di quel calcio l'hai imparata. Caro Frank, in questo momento, non sei adatto all'Inter perchè la fase difensiva olandese, non è la fase difensiva italiana. Caro Frank non sei adatto all'Inter perchè in olanda il contropiede è una legge di stato, mentre in Italia le difese schierate sono garantite per Costituzione. Caro Frank non sei adatto all'Inter perchè in quella torre di Babele fatta di decine di nazionalità diverse, l'unico fil rouge in grado di tenere tutti assieme potrebbe essere proprio l'italiano che ancora non conosci. Caro Frank non sei adatto all'Inter perchè l'amalgama di nuovi giocatori e moduli di gioco si crea anche durante le partite chiamando dalla panchina tutto ciò che ho elencato su ma a te sembra non interessare. Caro Frank non sei adatto all'Inter perchè nonostante ci sia la Juventus nel prossimo turno di campionato, le coppe per quest'Inter sono fondamentali e te con le coppe non vai tanto d'accordo. Caro Frank, se puoi batti un colpo. E se vorrai andar via per far spazio a qualcuno che il calcio italiano lo conosce meglio verrò a riconoscerti l'onore delle armi.