"Non guardavamo la tv, figuriamoci andare allo stadio! Io non sapevo nemmeno chi fossero Pelé o Cruijff. Poi però, a dieci anni, mi capitò di vedere quella che per noi italiani ancora oggi è la partita, cioè la semifinale contro la Germania ai Mondiali del Messico. Una folgorazione. Cominciai allora a sognare!"
Franco Baresi, leggenda del Milan, ha così parlato in una lunga intervista ai microfoni del Corriere della Sera nel dicembre scorso. Queste alcune sue dichiarazioni alle domande del cronista: "Chi avrebbe voluto diventare tra i giocatori più famosi?" «Vede, tutto nasceva dalla passione di ogni giorno. Noi cominciammo a giocare nell’aia del casale con un pallone di cuoio, poi un giorno arrivò un prete, don Piero Garbella, che ci incoraggiò a seguire i sogni. Il calcio vero cominciava alla maniera contadina: coltivando i ragazzi nei luoghi dove erano nati, osservandoli nel cortile degli oratori. All’Unione Sportiva Oratorio Travagliato c’era la regola di andare a dormire alle 10 di sera. Io lo faccio ancora adesso, pensi un po’».
"Se lo ricorda il suo arrivo a Milanello?" «Eccome. Non mi sembrava vero di vedere da vicino Rivera, Liedholm, Rocco. Ricordo la prima gara in serie A, contro il Verona. In trasferta. Vincemmo e negli spogliatoi mi si avvicinò Nereo, all’epoca direttore tecnico, che mi fece: “Ma t’ha giugà anca ti?!”».
" E allora possiamo dire che il Milan sia stato la sua seconda famiglia?" «Certamente. Io ho perso mia madre a tredici anni, mio padre a diciassette, e nelle cose ho sempre cercato stabilità. Tanto nel lavoro, quanto nello sport e soprattutto nella famiglia. Lo sa che lo scorso 10 settembre abbiamo raggiunto i trentotto anni di matrimonio con mia moglie? E stiamo insieme da 40». " Capitan Franco, qual è il suo sogno ricorrente?" «Sogno spesso la prima Champions vinta al Milan. Vede, io ho vissuto tante epoche diverse nella squadra, compresa la retrocessione. Ci sono stati alti e bassi molto profondi e se ancora oggi sono qui, in rossonero, non è perché io mi senta “una bandiera”, ma è perché anche qui ho cercato la stabilità. Ho ragionato per fasi, come si fa nelle famiglie. Ho cercato un equilibrio».
Quanto riportato accadeva sotto le ultime festività natalizie ed oggi a distanza di soli sei mesi di cose, in Via Aldo Rossi, non solo ne son cambiate a iosa ma si sono susseguite con un'alternanza rapida e tanto impressionante quanto sconvolgente. Così dopo il traumatico divorzio con Paolo Maldini per opera del CEO Jerry Cardinale unitamente a quello di Frederick Massara a sole 12 ore dall'addio al calcio annunciata di fronte ad un pubblico affranto di Zlatan Ibrahimovic, il club rossonero sta pensando a una soluzione interna per non lasciare squadra e tifosi orfani dello storico punto di riferimento ed ex numero 3 del Milan capitan Paolo Maldini. La soluzione sembrerebbe appena partorita: rispolverare la carica di vice-presidente onorario e conferirgli nella prossima stagione una più vasta ed autorevole visibilità, e quindi a ragion veduta allargare le competenze dell' ex capitano numero 6 del Milan, nonché bandiera, leggenda e mito che impersonifica il grande ed unico Franco Baresi.
A mio modo di vedere, il nostro Franco potrebbe essere il miglior acquisto realizzato, in questa sessione estiva di mercato, per il naturale proseguo del blasone e dell'antico lignaggio Rossonero...e forse anche una delle poche bandiere italiane rimasta nei nostri colori dopo 124 anni di storia gloriosa! (ormai la rosa dei giocatori di primo ruolo non annovera più italiani).
Ma a ben pensarci il Milan venne fondato in una fiaschetteria il 16 dicembre 1899 da un gruppo di soci il cui nostro primo Presidente nonché giocatore era Herbert Kilpin un inglese come del resto lo è anche il 27ne centrocampista proveniente dal Chelsea Ruben Loftus-Cheek sul quale l'A.D. Giorgio Furlani conta moltissimo per il rilancio delle manovre a centrocampo dopo l'addio di Sandrino Tonali. E dunque per la teoria dei corsi e ricorsi storici potrebbe darsi che questo giovanotto anglosassone riporti fiducia, vittore e gloria al nostro vecchio, tribolato, ma pur sempre amato grande Milan!
Ed inoltre, e concludo, riportare l'immortale Franco Baresi al centro del Villaggio è un po' come voler ad ogni costo far riemergere il Titanic... un inimitabile colosso, una leggenda infinita!!
Un caro abbraccio
Massimo 48
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