Partiamo da un adagio sempre valido: meglio essere fortunati che bravi.
Ciò detto, da mercoledì sera continuo a leggere della "fortuna" del Milan. Questo perché è riuscito a vincere in extremis due partite con un gol del suo capitano. In effetti il Milan è così "fortunato" da aver perso Biglia, Bonera, Chalanoglou e da ieri, Higuain. Una fortuna sfacciata se ci pensate. Così fortunato che contro il Genoa prende autogol del proprio capitano, a causa di un cross che gli sbatte sullo stinco.

Per non parlare della fortuna nel derby della settimana precedente quando la buona sorte ha detto a Donnarumma di uscire a farfalle su Icardi. Insomma è vero se c'è una squadra baciata dalla fortuna quella è il Milan. Perché è la fortuna che spinge tutti a crederci fino all'ultimo minuto, a recuperare un pallone pressando alto nonostante 97 minuti passati a correre. Solo buona sorte. Piuttosto parliamo di buona fede. Chi ha visto le partite sa bene che non è stata la fortuna a baciare il Milan, quanto la perseveranza e la grinta. Certo contro avversari più validi non basterà, ma sicuramente per partite che come ha ammesso lo stesso Romagnoli si faticava a portarle a casa, va benissimo.
Per essere superiori portare la maglia del Milan non basta. Se a questa squadra levi quelle poche certezze che ha (Higuain) o che si sta costruendo (Biglia, Chala) allora è normale che soffra.