La Formula 1 è il campionato automobilistico con le monoposto più veloci al mondo. Vetture dotate di un'aerodinamica e di una potenza motoristica che permette ai piloti di affrontare le curve a 270 km/h e non avere paura di alzare il piede dall'acceleratore. Il Circus non è indipendente ma è controllato dalla Federazione Internazionale dell'Automobile, in sigla FIA, che però non riesce a tenere il passo del suo campionato principale.
Gli spettatori, infatti, oltre allo spettacolo in pista, nell'ultimo fine settimana di gara hanno assistito ad un vero e proprio thriller al di fuori di essa. In Qatar sembrava di guardare più un reality show invece che una tappa del mondiale.

Sabato, giorno delle qualifiche, durante il Q3, il pilota dell’Alpha Tauri Pierre Gasly ha dovuto parcheggiare la sua vettura sul rettilineo principale del circuito dopo aver forato la gomma anteriore destra. I commissari hanno prima esposto la bandiera gialla ed in secondo momento la doppia bandiera gialla poiché la monoposto incidentata è rimasta in pista. Nonostante la situazione di pericolo, non tutti i piloti che sopraggiungevano alle spalle del francese hanno deciso di abortire il proprio giro ma hanno comunque tagliato il traguardo per mettere a segno il tempo più veloce possibile per conquistare la miglior posizione in griglia per la gara di domenica.
Quando si verificano tali eventi, gli steward hanno sempre un gran da fare per valutare ogni caso per poi decidere se infliggere una penalità al pilota o ai piloti che sono stati messi sotto osservazione e soprattutto quale sanzione bisogna attribuirgli. I direttori di gara devono avere la possibilità di svolgere al meglio il proprio lavoro, per questo motivo hanno a disposizione la telemetria di ogni macchina, gli onboard di ogni pilota oltre alle immagini di tutte le telecamere presenti nell’autodromo. Tutti i mezzi a diposizione possibili per poter giudicare se una cosa è giusta o sbagliata o se è stata fatta intenzionalmente per la sicurezza di tutti. Non per questo possono però approfittarsi delle proprie mansioni e dei propri strumenti, soprattutto quando le situazioni sono chiare ed evidenti agli occhi di tutti, anche da chi la segue da casa.
Sin da subito si era capito che Max Verstappen e Valtteri Bottas, a differenza di Carlos Sainz, non avessero alzato il piede in quella circostanza e che dovessero essere penalizzati; tuttavia, è stato un vero e proprio teatrino. Entrambi i piloti coinvolti non sono stati subito convocati dalla direzione gara per discutere quanto successo solamente ore dopo l'accaduto, per poi essere addirittura risentiti il giorno dopo a pochi istanti dall’inizio della gara. Tempi veramente troppo lunghi per una decisione che sembrava scontata e che anche il meno esperto sarebbe stato in grado di prendere in tempi più brevi.

La Formula 1 negli anni è diventata sempre più un business, ancora di più da quando si appoggia a Netflix per raccontare il dietro le quinte dei vari episodi e rivalità, accrescendo in maniera notevole la visibilità di questo sport. Tutta questa teatralità, però, può essere un'arma a doppio taglio perché se da una parte i profitti aumentano, dall'altra la FIA stessa mina la sua credibilità, oltre a far storcere il naso a chi segue costantemente le gare.
Un atteggiamento rischioso, soprattutto per chi ama veramente il motorsport perché vuole vedere i duelli in pista oltre ad aumentare le probabilità di rovinare uno dei mondiali più belli degli ultimi otto anni.