Previously on Football College: episodio III

AMBRA
SMS
A: Lidia
Testo: So che probabilmente cestinerai anche questo messaggio ma volevo dirti che domani ho la prima partita vera all’interno della scuola. Spero che tu possa capire quanto ci tengo alla nostra amicizia. Non so di cosa mi accusi, non so cosa ti sia preso ma… ti voglio bene. Davvero.

La vigilia del match contro quelle sbruffone. Tutta la settimana ho cercato di migliorare la sintonia con Sonia, mentre Giorgia si è impadronita del reparto difensivo. Con noi tre al top, avremmo potuto fare la nostra dignitosa figura. Ma io non voglio solo prendermi gli applausi di consolazione. Quanto vorrei dare uno schiaffo morale a quelle simpaticone. Non so perché, ma mi ricordano tanto quel mondo da cui sto cercando con tutte le mie energie di fuggire. Devo dimostrare di avere talento, anche perché tra due mesi finiranno le risorse economiche e saranno seri problemi se non mi faccio notare.

Ambra, comunque io e te dobbiamo ancora parlare del concerto, ti ricordo.”
“Di nuovo? Ma non è successo nulla, Giò.”
“A no, eh? E come mai continua a guardare ogni giorno verso la nostra direzione?”
“Forse perché ci siamo divertiti in amicizia. Quel chitarrista ci sa fare davvero, mi è piaciuto tantissimo. E non solo a me credo…”
“No, cara, non sviare le attenzioni su di me. Voglio sapere che hai combinato. Tu che disprezzi tanto chi se la tira ed invece…”
Giò, non è il mio tipo, te lo garantisco. Io sono interessata a ben altro. Per esempio, alla partita di domani.”
“Ci stiamo impegnando come delle matte, non possiamo fare miracoli.”
“Oh, ma guarda che io non pretendo nulla di soprannaturale. Voglio solo che escano dal campo con la convinzione di non essere le superstar di questa scuola.”
“Guarda che sei tremenda.  L’hai presa sul personale!”
“Voglio vincere. È solo questo. Ci vediamo alla rifinitura.”

Mentire, per me, non era mai stato così difficile. Purtroppo.

CARLO LESKY
“Ma quindi te la sei fatta?”
“Piantala, Cristian.”
“Cioè, mi stai dicendo che non hai…”
“Ti sto dicendo di farti i fatti tuoi, in primis. E poi, davvero ancora si usa la parola “fatta”? Che squallore.”
“Va bè, ho capito. Non hai concluso un bel niente.”
“Ma finiscila. E vatti a cambiare che siamo in ritardo. Io vado un attimo in bagno.”


Tenere un segreto simile mi faceva malissimo.
Mentire, per me, è sempre stato difficile. Purtroppo, o per fortuna.
Soprattutto quando si tratta di sentimenti. Ma cosa potevo mai fare? La mia carriera, il mio sogno di bambino. Potevo davvero mandare tutto in fumo? In fondo, a chi non capita di innamorarsi e di ricevere una delusione? Sarei stato per lei un toccasana, l’elemento che avrebbe contribuito alla sua crescita. Perché si sa, senza una batosta amorosa non diventi grande.
Convinciti che è la cosa giusta. Convinciti. Convinc…

Lesky. Entra, forza. Rapido.”
Lo studio di Materia mi metteva sempre in soggezione, anche se stava divenendo un’abitudine.
“Gradisci un sorso d’acqua naturale? Non posso offrirti nient’altro, campione. L’alimentazione è sacra, per un futuro professionista. Concordi?”
“Assolutamente, direttore.”
“Allora, aggiornami. Che novità mi porti?”
“Venerdì ci siamo finalmente conosciuti personalmente.”
“Ottimo. E come è andata?”
“Guardi, è una ragazza molto… particolare. Non è semplice avvicinarla, non si lascia “incantare” facilmente.”
“Cosa stai cercando di dirmi? Forse, per caso, non ha ancora ceduto al tuo fascino?”
“Bè…”
Lesky! E così non andiamo per nulla d’accordo. Ma per niente! Io ho bisogno di risultati, non di parole. Non è possibile che non riesca a portarla dalla tua parte. Sono passati già diversi giorni. È inammissibile, non posso crederlo. Metti in campo tutte le carte che hai, sii romantico, sii ciò che si rende necessario, ma fallo. Al più presto. Ho già impacchettato il quadro. Vedi? Devo solo mettere il nome del donatario. Che dici, incido il tuo o quello di Cristian Corbetti?”
Direttore, ma sto provando. Mi creda.”
“Non devi provare. Devi riuscire. Prima delle vacanze di Natale organizzerò un ricevimento aperto solo a pochi studenti selezionati. Entro quella data, voglio che tu abbia già preparato il terreno, perché sarà lì che agiremo. Adesso vatti ad allenare e ricorda ciò che devi fare. I tuoi sogni ti attendono.”

ALBINO MATERIA
Non ci si può fidare di nessuno in questo mondo.
Eppure, mi pare un compito così banale. Calpestare un sentimento ridicolo come l’amore. E che sarà mai?
La peggior nefandezza mai concepita dall’uomo.
Come è possibile farsi ingabbiare da qualcosa di immateriale?
Come si può pensare di modellare la propria esistenza sulla base del vuoto, del nulla, di un qualcosa che non può essere esaminato?
Non ha metri di valutazione, non ha numeri, è inconsistente.
Quali statistiche si possono trarre da un cuore che batte all’impazzata, dallo stomaco che si contorce non appena la persona desiderata ti rivolge sguardo o verbo, dall’appetito che si assenta più di Ballack dalle finali, dai brividi che si provano ad ogni singolo contatto?
Quali considerazioni possono essere sviluppate da frasi balbettate dall’emozione, da pensieri continui, da malesseri condivisi, da gioie vissute sempre a fianco l’uno dell’altro mettendo da parte ogni egoismo in favore dell’insieme?
Come è possibile farsi scrupoli per ciò che provoca dolore e lacrime, che ti fa stare in pena per una parola di troppo o peggio ancora non detta, che ti porta su un treno regionale alle cinque di ogni dannata mattina, che ti lascia a digiuno, che ti fa vedere quella persona in una canzone punk degli anni ’70, in un film d’autore dimenticato anche dal regista, in uno dei miei adorati quadri realisti? Come si può dar credito a ciò che ti rende sempre più piccolo, solitario, indigesto, privo di vitalità?  
Ma siamo impazziti dico? È follia totale!
L’amore è l’invenzione perfetta per i deboli, per coloro che non hanno colto nel segno.
E io mi rifiuto di appartenere a questa ignobile categoria.
Io voglio stare dalla parte dei forti, costi quel che costi.
E non ammetto eccezioni.

“Pronto. Ascolta, tua figlia è più difficile del previsto. Ma non devi preoccuparti. Ho detto che lo farò e così sarà. Ma tu non dimenticarti di quello che sto facendo per te. No, non ho alcun dubbio sulla tua moralità, non fraintendermi. È solo una mia abitudine: rammentare. Deformazione professionale.”

AMBRA
“Ragazze, fine rifinitura.”
La prof. Dinamica ci teneva particolarmente. Certo, i suoi modi strampalati erano di difficile interpretazione, a volte. Spesso. Quasi sempre. Però si percepiva nitidamente che svolgeva il suo compito con estrema passione e dedizione.
“Domani, per voi, ma vi assicuro anche per me, sarà un grande momento. Per coloro che scenderanno in campo ma anche per chi starà in panchina e dovrà cercare di farmi cambiare idea nel corso dell’anno. Siete un bel gruppo nonostante i vostri caratterini ed è per questo che spero possiamo tutti fare una grande figura. Non mi importa se riusciremo o meno a strappare un pareggio o addirittura a vincere ma mi auguro che quando finisca il match saremo tutte felici di queste prime settimane insieme. È solo l’alba della vostra carriera e quando un giorno giocherete per qualche titolo importante, sicuramente vi passeranno come un flash questi istanti. Adesso andate a riposare. E di corsa! Non crediate di potermi trovare così smielata in altre occasioni. A domani.”
Ormai era chiaro il nostro schema di gioco. Dipendeva principalmente tutto da noi tre. Anche se quella Agata Stinzi non era male a centrocampo. In realtà non era mai stata tanto brillante. Dopo il concerto, però, sembrava essere un’altra.

Ambra, aspetta un attimo.”
Sonia, dimmi.”
“Senti, volevo dirlo anche a Giorgia ma forse non è il caso. Non vorrei le sfuggisse qualcosa.”
“In che senso? Che hai in mente?”
“Lo so che è contro il regolamento ma… non sto nella pelle. Voglio andare a vedere come si stanno preparando le Players.”
“Ma sei matta? Dai, domani è la prima partita e ci mettiamo a rischio per andare a spiare quelle snob?”
“Ma scusa, non eri tu quella che voleva vincere e dare uno schiaffo morale ecc?”
“Sì, va bene ma… cosa dico a Giorgia? Se non mi vede rientrare si farà mille domande. Penserà che stia con…”
“Con?”
“Nessuno.”
“Un nessuno che si chiama Carlo e di cognome Lesky.”
“Zitta, ti prego.”
“Dai, ma dimmi la verità. Cos’è accaduto?”
“Te lo dico ma devi giurarmi di tenerlo per te.”
“Ovvio!”
“Ecco… ci siamo tenuti la mano per sette secondi.”
“A. E poi?”
“E poi cosa?”
Ambra…”
“No, ma sei scema? Per chi mi hai preso? Io mica sto col primo che passa!”
“Ho capito ma… tenersi la mano per qualche istante. Che roba è?”
“Non è una cosa importante? Senti, io non… i ragazzi con cui uscire me li sceglieva mio padre. Forse…”
“Forse sei molto intelligente e preparata ma sui rapporti coi ragazzi… credo che dovremmo fare qualche piccola chiacchierata insieme. Ma dopo la partita. Ora, appurato che non hai combinato un bel niente, che dici? Sei con me?”
“Solo se mi dai queste lezioni.”
“Dai, andiamo!”
“Sì, ma Giorgia?”
“Ci penseremo domattina.”

LORIS
Loris, ma hai fatto quella ricerca?”
“Quale ricerca?”
“Tu questa settimana ti sei bevuto il cervello. Ti ha completamente stregato.”
“Senti, Filippo, lo ammetto. Mi ha colpito tantissimo. È così… così...”
“Così come?”
Agata!”
“No, per favore, non cominciate a fare gli odiosi incollati osceni. Per cortesia, non posso digerirlo.”
“No, non sono qui per questo. Volevo salutarvi, sto per andare a letto.”
“Domani è il grande giorno.”
“Già. E vi voglio carichi e fiduciosi in me.”
Stinzi segna per noi. Segna per noiiiii. E Stinzi segna per noiiiiii. Loris, dovremmo preparare un coro per la tua fidanzata.”
“Noi non siamo…”
“Che teneri che intervenite pure insieme. Vado in bagno, mi viene da vomitare.”
“Dai, non fare l’idiota.”
“Sentite, prima di andare a letto, posso ripetervi la ricerca mentre vi scambiate effusioni? A, e vi ricordo che i sentimenti sono banditi da questa scuola quindi cercate di non fare troppo gli espansivi.”
“Ma infatti solo tu lo sai. Quindi…”
“Responsabilità per me. Sì, ci sguazzo come niente, tranquilli.”
“Dai, parla di questa ricerca. Siamo tutti orecchi!”
“E direi, visto che le bocche sono impegnate in tutt’altro.”
“Scemo…”

“Allora. Il fuorigioco è una regola fondamentale per il gioco del calcio. Concepito già agli albori nel 1859, venne codificato qualche anno dopo, venendo inserito nel regolamento ufficiale del gioco del calcio. Inizialmente, si prevedeva che tra il giocatore ricevente la sfera e la porta vi dovessero essere addirittura quattro giocatori, altrimenti si finiva in “off side”. Solo dal 1926 la regola divenne quella che tutti conosciamo, che permise di aumentare la pericolosità e di incrementare le reti durante i match.
Ma perché esiste il fuorigioco? A cosa serve?
Nelle intenzioni di coloro che hanno creato uno dei pilastri del nostro sport, vi era infatti la necessità di equilibrare le partite che si disputavano tra due avversari di diverso spessore.
Risulta abbastanza evidente che, senza il fuorigioco, le squadre maggiormente tecniche e, di norma, quelle più potenti economicamente, avrebbero avuto sempre la meglio su formazioni meno dotate. Con una buona organizzazione difensiva, utilizzare questa regola a proprio vantaggio permette a chiunque di creare le basi per poter lottare con dignità contro chi ha maggior caratura. Con il fuorigioco, invece, anche i più piccoli hanno qualche possibilità.

Come sono andato?”
“Puoi ripetere l’ultima parte?”
Agata, non fare la solita puntigliosa. Avrò sbagliato qualche verbo ma come concetti…”
Con il fuorigioco, invece, anche i più piccoli hanno qualche possibilità. Filippo, hai ragione! Ecco cosa dobbiamo fare. Scusate, devo scappare. Loris, perdonami, ma forse ho trovato la chiave per competere. Devo trovare Grisanti. Domani ti riempio di baci.”

AMBRA
Sonia Grisanti, non riesco a credere che mi sia fatta trascinare qui da te. Se ci beccano, è la fine.”
“E io non riesco a credere che ci siamo portate dietro anche Giorgia. Starai zitta, vero?"
"Capitano, ma per chi mi hai preso?"
"Comunque, state tranquille. Sono tutti in tensione per domani, non fatevi influenzare.”
“Senti, ma quella chi sarebbe? Io le conosco solo di nome.”
“Lei è Tracy. È la più pericolosa, sottoporta è freddissima.”
“Non sembra per nulla agitata.”
“E figurati. Per lei non siamo altro che una nullità. Domani già si sta immaginando segnare una doppietta di rapina e tutta la scuola che le tributa un’ovazione, con il plauso degli osservatori.
E si è fatta pure bella per l’occasione. Guardatela come si rifinisce le unghie.
Aspetta un momento… hanno bussato alla sua porta. Sta andando ad aprire. Guarda come se la prende comoda, la stronza.”
“Dai…”
“Ma… sbaglio o quello è…”
Il chitarrista!”
“Cazzo.”
“Andiamocene, vi prego.”
“Ma stai scherzando, Giò? Metti che succede qualcosa tra loro due… è vietato dal regolamento. La metteremmo fuori causa.”
“Non è consentito neanche uscire fuori dagli orari stabiliti. Siamo in torto, saremmo in un guaio forse anche peggiore di loro. No, io me ne torno.”
Giorgia… tutto bene?”
“Sì. Sì. Però, vi dispiace se rientriamo? Non credo che stare qui ci possa aiutare in vista della gara di domani.”
Questa non ci voleva! Lo sapevo che non dovevamo venire. Me lo sentivo.
“Ragazze, vi ho trovate finalmente. Dove eravate finite?”
Agata, scusa, ma non è proprio il momento. Vai a letto, domani dobbiamo giocare e ci servi anche tu in forma.”
“Ma io volevo parlarvi…”
“Buona notte!”
“… della tattica del fuorigioco. Se la applicassimo, avremmo qualche possibilità… di vincere…”

 

TO BE CONTINUED...