Come un bambino alle prese con un modellino, Paulo Fonseca smonta e rimonta la sua Roma nelle amichevoli di mezza estate, cercando di sistemare ogni componente al posto giusto fino a giungere all'assemblaggio definitvo. Fa esperimenti il tecnico portoghese; Florenzi esterno alto, Pastore in mediana, Zaniolo trequartista, senza lasciare nulla di intentato. Vuole conoscere meglio i suoi uomini, alternando sapientamente i punti fermi della squadra ed i probabili partenti, magari sperando di intravedere in questi ultimi possibili sprazzi di utilità. Soltanto su due aspetti Fonseca non sembra ammettere deroghe: sul modulo di gioco e sull'impegno e l'abnegazione che pretende da tutti. Motivazioni, intensità, pressing alto, rapida circolazione della palla, attenzione alla fase di non possesso, frequenti scorribande in avanti degli esterni di difesa che si muovono negli spazi lasciati liberi da esterni di attacco che si accentrano, un centravanti che partecipa alla manovra ma che soprattutto deve buttarla in rete.

uesta è la fisionomia della Roma che abbiamo visto nelle prime partite di questi giorni; test non probanti sul piano tecnico ma utilissimi per assimilare i nuovi schemi, nonostante l'ampia rotazione degli interpreti nel corso dei novanta minuti e l'assenza di molti titolari. La Roma, ovviamente, non può fermarsi ai cinque acquisti di buonissimo livello già effettuati e nemmeno mantenere una rosa al momento pletorica che necessita di essere sfoltita. Ma il lavoro di Fonseca è già apprezzabile, frutto delle sue idee e della sua personalità. E se nei primi giorni c'era curiosità per questo tecnico che veniva da Est, oggi si percepisce una sostanziale soddisfazione per le prime settimane alla guida della squadra giallorossa.