Immaginiamo che ieri il Milan fosse crollato contro la Lazio, avversario che lo precede in classifica, o avesse anche solo impattato il risultato. Il pareggio casalingo di mercoledì contro la Cremonese sarebbe stato, tutto sommato, poco rilevante. Sarebbe stato, infatti, evidente che il Milan era una squadra in crisi al di là del turnover nel derby lombardo. Ieri pomeriggio, invece, il Milan ha raggiunto il doppio vantaggio in meno di mezz'ora contro gli acquilotti laziali e ha controllato il risultato, tutto sommato, senza patemi.
La Lazio è probabilmente in flessione, come già si era potuto sospettare contro l'Inter e lo stesso Sassuolo, però è tuttora in alto e ha un parco giocatori che la rende, comunque, un test credibile. Questo risultato rende ancora più grave la flessione di mercoledì scorso contro la Cremonese, frutto non tanto del turnover in sé, quanto della mancanza di criterio con cui è stato messo in pratica.
Milan-Cremonese ha dato l'impressione più di un'amichevole estiva con tanti esperimenti, ma non di una tappa di avvicinamento alla qualificazione per la prossima Champions. Contro la Lazio, il Milan ha confermato di essere un'ottima squadra, ma a patto di essere messo in campo, non tanto con tutti i titolari. bensì con un minimo sindacale di logica.
Presentando Milan-Lazio, Pioli si è guardato bene dallo sconfessare la sua versione Hyde, come se questa fosse, tutto sommato, la preferita, quella che è costretto a comprimere di continuo per fare risultato. Sapete bene come va la vita di un allenatore, sempre costretto a inseguire i punti, le vittorie e i passaggi di turno. E' una volgare e plebea necessità che impone di schierare i portieri in porta e i centravanti in attacco. Oibò! Se solo un tecnico potesse dare libero sfogo al suo estro creativo per realizzare opere d'arte! Se solo potesse allenare cercando soluzioni meravigliose, ah! Purtroppo, dichiarando in conferenza di sapere sempre quello che fa, Pioli ha lanciato una sfida che mantiene pienamente in corsa la versione Hyde nel prendere il sopravvento sulla versione Jeckyll. Bisogna solo sperare che il Lato Oscuro della Forza piolistica si manifesti il più tardi possibile e che, quando accadrà (perché accadrà accadrà... accadrà...), non faccia tanti danni.
Il bello è che anche ieri Pioli ha fatto turnover, solo che lo ha fatto in maniera razionale. Nella formazione iniziale è stato preservato Diaz in vista della Champions, quel Diaz che nel Milan di Pioli è titolarissimo e pressocché intoccabile. E se Calabria può essere uscito dopo un tempo in quanto ammonito, Kjaer è stato sostituito da Thiaw per riposare in attesa dell'Inter. Hernandez è uscito al 35' del secondo tempo per gli stessi motivi, dando spazio al sempre meritevole Ballo-Touré (è stata un'idiozia puntare su di lui lasciando andare via Kerkez, che ha più talento, ma il franco-senegalese è un professionista ineccepibile che dà sempre il massimo).
E' uscito quasi subito Leao per un probabile infortunio. La vicinanza con la semifinale ha fatto sì che il portoghese, al primo dolore, venisse tirato fuori in attesa di accertamenti medici. Al di là del fatto che si tratti di un infortunio o di un dolorino passeggero, l'episodio dimostra quanto sia stata priva di criterio la gestione di Milan-Cremonese.
Una formazione logica contro i cremonesi, magari proprio con Leao e Giroud, avrebbe avuto più probabilità di sbloccare e consolidare il risultato. A quel punto, alla spicciolata come ieri, il Milan avrebbe potuto praticare una rotazione ragionata. Il turnover massiccio lo si sarebbe potuto concentrare contro lo Spezia, minimizzando i rischi.
Per come è stato realizzato, il turnover di mercoledì ha portato alla perdita di 2 punti sanguinosi e ha richiesto comunque l'impiego di Leao e Giroud per un numero rilevante di minuti. Un'idiozia autentica, ma evitabile.
Ora la situazione del Milan nella corsa alla qualificazione Champions non è la peggiore possibile, ma è legata alle sorti della Juventus.
La cassazione del CONI ha confermato le condanne dei dirigenti bianconeri più importanti, quindi la Juventus, come società, dovrebbe essere sanzionata per responsabilità diretta. La sanzione nei confronti della Juve è stata solo sospesa per vizi legati alla motivazione della sanzione stessa. Fra un paio di settimane la Corte d'Appello dovrà riesaminare la pronuncia. Potrebbe confermare i 15 punti e motivare meglio la pronuncia, come comminare semplicemente una sanzione pecuniaria. In questo caso sarebbe un proscioglimento mascherato, ma è uno scenario sempre possibile.
Al momento, già una penalizzazione di pochi punti sarebbe afflittiva per i bianconeri, perché li scluderebbe dalla zona Champions a favore del Milan, che ha staccato in classifica la Roma e l'Atalanta, essendo anche in vantaggio per differenza reti con i capitolini e nei confronti diretti con i bergamaschi.
La Juventus punterà ad aumentare questo vantaggio, magari sfruttando il confronto diretto contro il Milan, per far partire un'eventuale penalizzazione dal prossimo campionato. Il Milan proverà a mantenere o a ridurre il gap, per ottenere il risultato contrario.
Va detto che un'Inter qualificata alla Champions sulla base della classifica potrebbe vincere la Coppa dei Campioni senza togliere un posto a nessuna italiana nell'edizione dell'anno prossimo. Juventus o Roma potrebbero poi vincere l'Europa League e andare in Champions senza danneggiare nessuno, in quanto è ammessa una quinta squadra dello stesso paese.
Ma bisogna stare attenti, perché la penalizzazione della Juventus non è un diritto delle altre squadre né pertanto del Milan. Non è qualcosa su cui contare in caso di mancato arrivo almeno al 4° posto. E' un'eventualità favorevole, ma solo un'eventualità. E poi a Pioli è sfuggito un particolare che non è sfuggito a Inzaghi. L'Inter, con i 5 gol di Verona, ha blindato la differenza reti nei confronti del Diavolo che ora le dà la chance di poter pareggiare un match ed essere sicura del 4°posto.
Vincendo contro la Cremonese, i rossoneri, sarebbero stati lo stesso quinti, ma all'Inter non sarebbero stati consentiti i proverbiali mezzi passi falsi.
Ci auguriamo tutti (noi milanisti, ovvio) che Inzaghi perda il confronto con Pioli nella semifinale di Champions. Resta, però, che finora ha gestito meglio alcuni particolari nella corsa al 4° posto. E a certi livelli, contano i particolari, in quanto i ghirighori barocchi da artista della panchina, se la classifica finale dovesse essere deficitaria, potebbero servire per farci la birra, ma non ad altro.
Pioli è come Dennis la Minaccia, quando gli viene in mente un'idea meravigliosa, non resiste alla tentazione di mettere le mani nella crema spalmabile al cioccolato. Ma bisogna stare attenti a evitare gli errori pensandoci prima, in quanto dopo potrebbe non esserci più niente da fare.
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