Full Milan Jacket è la rubrica di Damiano Fallerini, ogni articolo tratta il post-partita dei match con protagonisti i Ragazzi rossoneri. Non perderti nemmeno un articolo!

Atalanta-Milan 0-2 (Kessiè (R) 43', (R) 90'+3')
Mani racchiuse dalle maniche bianche della camicia del prodigio, quelle decidono di posarsi sui tasti annoiati del pianoforte, finalmente dolci, dolcissimi incorci tra i fa ed i do diesis, corrono i polsi che per produrre quella melodia si incrociano necessariamente come gli sguardi di due futuri compagni di vita per anni e giorni congiunti. Ce li immaginiamo, li avvertiamo nel padiglione oculare. Eravamo noi, i milanisti che, già al primo risveglio, dalle prime ore del giorno, gradivamo l'inno della Competizione, finalmente conoscevo la risposta: se fosse dunque Heaven or Hell dopo la faticoso attesa.
Fu... Paradiso! L' inno, l' inno! Non metterò mai in pausa! THE CHAAAAAAAAMPIONS!

Per noi è il Paradiso, negli ultimi finali troppe speranza e poche vittorie. Oggi però è il caso di scriverne: una sola gara tramutata in una gloriosa serata cambia la stagione. Non che il 23 maggio sia stata una domenica pomeriggio al largo dell'isolotto beato ed imperturbato della Grande-Jatte dipinta da Georges Seurat. Però domenica sera abbiamo permutato all'esterno il nostro sentimento: redenzione e vanagloria da emettere fuori dal nostro io, covavamo le emozioni incastrate sullo sterno, dovevamo cacciarle. Ebbene il risultato finale mi sorprende ed il piazzamento finale ci conduce in seconda fila, osserviamo le spalle solo dei cugini dalle nostre poltroncine rosse. Una gara certamente può tramutare l'economia di una stagione.
E tu sei il mio Milan! Vivi come un Diavolo, poi raggiungi il Paradiso; ecco il nostro sereno ossimoro.
E qualcuno già me lo commentò: Stairway to Heaven nella serata del 23 maggio 2021.
Questa data andrà memorizzata, la pongo all'interno un cassetto vuoto nella mia testa. Lì dentro questi ricordi verranno racchiusi lontani dalla luce solare, poi la cavità marrone nella mia mente verrà colmata con gli altri successi, magari prossimi dei Ragazzi, quelli da ottenere in futuro, tutti là dentro. Finalmente, grazie Ragazzi.

STAIRWAY TO HEAVEN: IL MATCH
Pioli deve schierare Leao, che mancano sia Ibra che raptor Rebić. Si sta stretti stretti, come si dice in un espressione popolare, come delle sardine in scatola, il Milan si è portato indietro per i 90', appendendosi al fondo del campo dove sedeva il solito Donnarumma, Atalanta-Milan è stata una partita di concentrazione ed intensità psicologica nel sacrificarsi tra gli ultimi metri.
Personalmente, mi è piaciuto scorgere quanto i nostri fossero guardinghi nelle marcature uno contro uno, non hanno mai perso di vista gli addomi degli avversari, gli occhi dei Ragazzi fissavano quelle maglie intrise dei due colori che, insieme, proprio non ci piacciono. Il primo tempo è stato questo, il secondo un'attesa infinita compiendo il medesimo compito complicatissimo, poi rivolto contro un' avversaria come la Dea Atalanta, spesso protagonista di punizioni esemplari contro le formazioni troppo difensive.
Gasperini, stavolta e per nostra fortuna, non ha giocato il ruolo del Padre padrone al cospetto di Gavino Ledda, il nostro Stefano Pioli, anche festoso per l'anniversario di matrimonio numero 34 ma comunque parecchio vigile, perchè con questo successo non s'è dovuto recare urgentemente in alcuna oreficeria, o forse chissà aveva in mente altro per la moglie.
Se il possesso palla è uno schiacciante 68% a 32% in favore dei bergamaschi, la statistica seguente va letta con un paio di colpi di tosse per accentuare il dato: tiri in porta 1 a 2, in nostro favore. Tiri fuori dell'Atalanta: 7. Gli attaccanti nerazzurri ricevavano la palla sui piedi, ma al minimo movimento di una caviglia rivolta verso la zona centrale del campo le sentenze come nemmeno la conosciutissima avvocatessa penalista Shawn Katherine Holley.

Il faro di Horsens Kjaer si ritrova a francobollare le scapole di Duván Zapata, prima rivolte a Gollini poi, ma ai primi contatti con il Dolce Pallon Tentator... rivolte alla luce del giorno scoperta dal luminoso danese. Un compito encomiabile vista la pericolosità del grosso attaccante colombiano, capace di strattonare e sgusciare via nei lunghi percorsi, sia con forza fisica sia con doti atletiche rare nel nostro campionato, ma la luce non fa fatica ed è la Più saggia, segue come un piedipiatti e se ritiene opportuno non molla mai, non fa fatica a piegare le rotule. Così fa quel faro di Kjaer, saggio saggissimo nelle diagonali e nei raddoppi occasionali, anche alto ed altissimo sui traversoni dentro, era affascinante e poderoso il nostro difensore biondo. Per me quello era mister Danger, Duvan Zapata, così era limitato.
Intanto Calabria, supportato dal generoso Saelemaekers, continuava a coprire su Gosens senza rischiare tentativi di fuorigioco azzardati, Kessiè assai mobile limitava un po' tutti agendo da schermo davanti ai due centrali, veramente era anche il primo ad uscire in marcatura sull'avversario a testa alta ed in possesso, Bennacer era precipitoso e sbagliava dei passaggi in fase di costruzione, Malinovskyi era fronteggiato dal Tomori inseguitore, decisamente nei panni del poliziotto cattivo, non lasciava una speranza all'avversario. Gli atalantini non riuscivano a costruire un'azione negli ultimi metri e a compiere più di un paio di tocchi sulla palla prima di trovare chiusi gli spazi per gli inserimenti, rimanevano accerchiati come gli indiani d'America negli agguati dei militari inglesi nel XVII secolo. E a tentare a tirare non si trovava la giusta coordinazione, non c'era modo di penetrare nè di prendersi un buon tiro da 3 che potesse essere apprezzato dagli ultimi Houston Rockets di James Harden.
Brahim Díaz si applica tra le linee dello schiacciatissimo 4-4-1-1 milanista che non riesce a far avanzare i pedoni della Terra di Mezzo, lassù solo soletto Onda Leao è abbandonato come un dodicenne dai genitori all'entrata della scuola media. Non me la sento di prendermela con lui, brutti palloni gli donano.
Una palla sfiora il Milan in area di rigore. Una. Theo Hernandez era in possesso. Viene travolto. Fiuuuum fiuuuuum, rigore. Kessiè porta un vantaggio che, nei primi 45' premia una squadra molto concentrata ma solo in una delle due fasi di gioco.

Alle 21:52 incomincia la nuova frazione di gioco. Cambia qualche interprete ma non la sostanza del match nè l'attenzione dei Ragazzi. I calci d'angolo mi fanno penare, fortunatamente Donnarumma è spesso in traiettoria. È entrato anche un irrequieto Luis Muriel che si diverte ad agitare i mari rossoneri, infatti viene incontro alla sfera ed esce più volte dalla propria posizione costringendo i nostri ad una marcatura a zona, l'unico tra i terminali offensivi avversari. Lui richiede dei cambi di posizione tra i nostri, degli switch. Per fortuna c'è Kessie a negare i guizzi nelle acque del nativo di Santo Tomás, l'ivoriano già totale nel primo tempo: in fondamentali quali fase di costruzione, copertura, leadership, corsa... lui continua a battersi a destra e manca, nemmeno fosse in quei flutti idrici, la Corrente del Golfo di cui beneficiava Muriel, per fortuna mai determinante nella serata. Una volta il centrocampo milanista esce male di posizione, Zapata di spalle riesce a colpire da buona posiziona ma non punisce.
Gasperini non è Padre Padrone! Puoi mettere tutti gli attaccanti che vuoi, togliere tutti i difensori! Vai vai! Krunić dentro, anche l'uomo nel buio Meitè appena entrato strappa per 60 metri e serve un affannato Leao che di scavetto colpisce il palo. Ennesima partita di leadership da parte di Kessiè, va sottolineato. Non crolla mai. Anche Kjaer monumentale. Dentro Dalot e Mandzukić, Calhanoglu continua ad offrire la sua prestazione sottotono ed incolore che a "Come è fatto" su Dmax analizzeranno come costituita dall'unica fase di interdizione.

Intanto il Napoli riceve il pareggio di Faraoni, non meritato il loro quinto posto probabilmente, dispiace per la sorte toccata ai partenopei... ma la Gioia per i miei Ragazzi era tanta da farmi provare quel rammarico verso il buon Napoli come una sensazione sottile e leggera che difficilmente riusciva a pungere il mio orgoglio, lui sì Padre Padrone.

Era quasi compiuta l'impresa! E l'Atalanta si stizza mentre Kessiè comanda dalla bandierina, non è Apedemak con cinquanta braccia e tre teste... saranno due Apedemak quel Kessiè! Ed ancora palla scagliata dentro e con il braccio avviene un nuovo atto da fischiare come rigore. De Roon è sul ring o in mezzo al campo? Spiega a Krunić: "In questa città non c'è posto per tutti e due." Dunque vuole eliminarlo e lo colpisce al volto con un semigancio, quello cade ma certo non muore, lo vede l'arbitro e gli sventola il rosso, quell'olandese addirittura spinge l' arbitro! Quattro giornate di squalifica e diecimila euro, ecco cosa ha rimesso De Roon. Ed uno sguardo dalla tribuna sul rigore di Franck Kessiè! Poi la partita non l'ho vista più lucidamente! Mancava più di un minuto! Ma ero impegnato in tutt'altri pensieri, milanisti voi lo sapete!

Vivi come un Diavolo, raggiungi il Paradiso! Signor compositore, la chiameremo "Stairway to Heaven!"
È festa negli spogliatoi... ed anche a casa mia! Quarto posto? No, secondo! Siamo secondi! Secondi! SECONDI!!!

 

LE PAGELLE

Il controllore dei palloni postali, Donnarumma 6  

Trottola nolaniana, Calabria 7  

The lightouse, Kjaer 8  

Big Tomatoe, Tomori 7.5  

Theo Van Gogh, Hernandez 7  

Apedemak, Kessie 9  

Perry Mason, Bennacer 5 (L' uomo nel buio, Meitè 6.5)  

Brezza di giugno, Saelemaekers 6.5 (Doroteo, Dalot 6)  

Alegría, Diaz 6 (Dera, Krunić 6)  

Il viandante sul mare di nebbia, Calhanoglu 5  

Onda, Leao 5.5 (Ratnik il Guerriero, Mandzukić 6)  

 

Mister, Pioli 8: obiettivo raggiunto! Back where we belong! Mi sono preoccupato quando hai allontanato dal campo Brahim! Forse non sarai perfetto, forse non sarai un principe con un mantello azzurro, io mi attengo alle critiche o ai complimenti a seconda del momento ma... mi hai portato dove volevo, mister! Sì può solo applaudire l'operato dell'umile Stefano Pioli!

 

Siamo un grande gruppo.

 

Damiano Fallerini