Full Milan Jacket
Empoli Milan 2-4 (Kessiè 12', Bajrami 18', Kessiè 42', Florenzi 63', Hernandez 69', Pinamonti 84' R)  
"Sembrava che i polpastrelli di Claude Debussy stessero calpestando i tasti di un pianoforte. Sembrava il suono timido e fine d' una goccia d'acqua che cade in una fontana colma, sembrava la quiete nel trionfo dell'immutabilità, sembrava ovvio che si aprisse un ampio sorriso. Finalmente. Erano settimane che non si restava distesi sul prato, con la testa leggera. Theo Hernandez compiva il gorgoglio dell' 1-4 e quella sua palla era divenuta sorda, non si esultava neppure perchè fosse capitata in rete. La preoccupazione aveva fatto le valigie verso altri lidi."

Ma come siamo giunti ai Claire de Lune di Debussy contro un onorevole Empoli, se solo tre giorni fa contro il Napoli definivo un Milan al rompicapo, e da settimane? Veramente... non era un Milan poi tanto chic, ma un undici autentico sì. E sull' 1-4 tutti possono permettersi di comprare un disco di Debussy. Ed infatti, per una conseguente distrazione, la gara terminerà 2-4. Non sei maledetto Debussy, non ci fai male. Addio 2022!  

In realtà, Pioli Dardanide non ha disposto uno schieramento differente da quello di Milan-Napoli, piuttosto ha scelto giocatori diversi con caratteristiche dispari alla penultima gara. Sfilavano Theo Hernandez per Ballo-Tourè con il secondo che è apparso meglio fisicamente e nella corsa rispetto alle ultime uscite, poi un Saelemaekers che sembra attraversare un buon periodo di forma per Krunić, Apedemak Kessiè avanzato e Bennacer al posto di un recentemente spento Brahim Díaz, ed infine il cambio obbligo e verità: Grand Gourmet Giroud invece che Ibrahimović.  
Sin dall'inizio si vedeva lo stesso 4-2-3-1 di partenza della gara contro il Napoli, solamente che Theo Hernandez veniva avanti come un attaccante con licenza di uccidere e, poi, Kessiè agiva più arretrato del ricordo di Brahim Diaz.  

L'Empoli è squadra che muove il campo come se fosse composto da zolle tettoniche, già dal 1' minuto imponeva un possesso palla rapido e mai sterile, eppure alle volte non ha le forze per ripiegare con ordine in difesa e compie disattenzioni. È il caso del minuto 12', quando Giroud lavora più ago che filo la palla, la punge, serve Kessiè colpevolmente indisturbato che dirige subito il tiro nella porta di Vicario, fa 0-1. La risposta dell' Empoli non arriva per telegramma ma per e-mail, e si sa che i mezzi d'oggi sono più veloci che quelli di ieri. Appena 6 minuti e Bajrami raccoglie una palla fuggitiva dall'area di rigore, scocca un destro che fa uno slalom di gambe ed inganna Maignan, che proprio non è riuscito a seguire il pallone con lo sguardo, dunque uno pari.  
L'Empoli muoveva la palla coinvolgendo tutti, le due punte Pinamonti e Cutrone si aprivano come un ventaglio di Malaga (e poi, come piace a me), dunque permettevano a Bajrami ingressi centrali verso l'area di rigore. E Bajrami era scatenato, muoveva palla con velocità e vedeva la porta. Al 37' Pinamonti trovava la sfera e calciava da posizione pericolosissima, ostacolato da Romagnoli, ma incontrava il guanto prodigioso del Natale: le dita da Freddy Krueger di Maignan. Poco dopo, dall'altra parte si presentava Kessiè, angolo al vertice del triangolo di centrocampo così come Bajrami, era il pericolo da fronteggiare con spade laser e scudi deflettori. Apedemak aveva sprecato malamente un contropiede quattro versus quattro, decidendo di tirare dai 30 metri, ma al minuto 42' veniva accompagnato verso l'esterno in area di rigore, Ricci e Zurkowski lo immaginavano come una pratica chiusa da archiviare, quella era una palla morta che andava morendo, Kessiè spediva la sfera con veemenza tra le gambe di un colpevole Vicario, sotto nel punteggio. Il Milan aveva fatto l'1-2. Incombeva il termine del primo tempo.  

Cosa era cambiato in questo Milan rispetto alle ultime uscite? Finalmente, ricordando le gare recenti, i Ragazzi riuscivano a trovare decumano, cardo e porte d'accesso verso l'accampamento difensivo dell'Empoli. Questo non perchè il Milan stesse interpretando la partita alla grande, devastando effettivamente l'avversario o schiacciandolo. Ad una discreta fase difensiva, seguiva che il Milan avesse, semplicemente e normalmente, giocatori superiori a quelli del povero Empoli, che continuava la sua partita lodevole sui binari del coraggio offensivo, ma, evidentemente, era stata colta qualche grossa disattenzione difensiva, nonostante le grandi trame in fase di possesso. Ma questo Milan, questa volta sì, dava proprio l'impressione di saper vincere la partita, di non rischiare, anche contro un avversario con un paio di chance in più.  

Pioli aveva messo in campo una squadra con quattro linee funzionanti: difesa, mediana, trequarti ed attacco. Questo non era qualcosa di strano, anzi era piuttosto normale, ma era ciò che nelle altre gare non si era trovato. La trequarti già tante volte assente nelle scorse giornate, era presente, probabilmente sarebbe stato meglio schierare Kessiè con Bennacer e Tonali già contro il Napoli. Tonali era il più arretrato dei tre, agiva centrale ed a volte oscillava come la lancetta di una bussola in assestamento, ma sempre rimanendo centrale, era Perry Mason Bennacer piuttosto che, qualche metro più in avanti, saliva e scendeva la corrente del fiume, veniva su e giù, proponendosi come primo cardine per avviare la manovra, dava pure rapidità. La posizione in campo di Bennacer mi ricordava quella fallimentare di Bakayoko contro l'Udinese, invece il nostro ex Empoli sapeva muoversi tra le linee senza fallire.  

Ma l'aggeggio più funzionante, rispetto alle altre gare era Kessiè, doppietta inclusa, lui era sempre presente. Era facile trovarlo, fisicamente riusciva a custodire la palla senza farsi spostare dagli avversari e rendeva vivo il passaggio da mediana a trequarti. Evidentemente non era un trequartista di ruolo, piuttosto un centrocampista più avanzato, ma non sfuggiva dalla trequarti, posizione delicata come una mandorla ed avvolta da una carta velina che fa "crick crick!", era sempre un'opzione solida da cui passare. Se anche Saelemaekers era splendido, infatti si divincolava sulla fascia, saltava avversari a due a due ma senza mai giungere sul fondo, piuttosto tentando di servire Giroud nel mezzo o venendo dentro il campo, erano Messias e Giroud i due meno entusiasmanti. Il primo sembrava soffrire la posizione troppo ampia, infatti giocava sulla riga dell'out, ma mi dà l'impressione di vivere per guardare (e tirare) la porta. Il secondo sembra soffrire i duelli fisici, si faceva spostare, non era proprio un bullone d'acciaio ancorato al suolo, eppure dava sempre profondità. Con quattro linee vive, un Milan comunque con l'emicrania sembrava capace, senza tanti trastulli, di vincere.  

Eppure Bajrami aveva l'occasione per pareggiare e sciupava, quando al 47' sterzava secco su Tomori e trovava il pallone dopo un rimpallo con Florenzi e, vicinissimo alla porta, sceglieva l'opzione B: la B di bolide, esplodeva la traversa. Pinamonti raccoglieva e scagliava verso la porta, ecco che subito Tonali si accasciava eroicamente e negava la rete. Bajrami aveva avuto l'occasione più importante di tutto il match, infatti avesse scelto l'opzione A (A di armonia), avrebbe trovato senz'ombra di dubbio la via del gol, con un Maignan arreso.  

A proposito di Tonali e di eroi, Florenzi su punizione trovava lo spiraglio ed esultava come l'Uomo Ragno, non lo avesse mai fatto: mi ha ricordato quel cataclisma di film che è Spiderman- No Way Home. Vi prego, non andatelo a vedere, (spoiler) un film in cui Spiderman si porta a casa sei Charles Manson, i sei più cattivoni della storia e poi dove si chiede "ma dove è l'uomo iguana? Ah voleva restare nel furgone?" Miseriaccia, cosa potrà mai fare l'uomo-iguana tutto solo per strada in un furgone? Ma non scapperà, vero? Noooo! Florenzi aveva scelto l'esultanza sbagliata, dunque, ma aveva trovato lo spiraglio giusto e al culmine di un'ottima prova aveva fatto l'1-3 al minuto 63'. Ancora una volta, come Bajrami nel primo tempo dopo sei minuti, ci vogliono altri sei minuti per l'1-4, su cross di Saelemaekers, Bandinelli utilizza le mani sul pallone, Theo Hernandez attento scaglia in porta, questo Milan archivia l'Empoli ed, in sottofondo, incomincia a suonare Debussy.  

Tra riposi e risvegli, il Milan aveva acquisito non solo risultato, ma Pioli aveva ricavato molto per il futuro dai suoi uomini. Kessiè, Florenzi e Theo Hernandez non stavano attraversando il loro miglior momento, queste marcature saranno un unlocked, finalmente, non solo nei video YouTube del Milan, anche nella testa. Hernandez, comunque, ha commesso un paio di errori sciocchi dei suoi in fase di costruzione, ma fisicamente, dopo l'assenza contro il Napoli, aveva un' energia da Duracell rispetto alle recenti prestazioni. Suona Debussy. Probabilmente l'aria di Empoli avrà fatto bene anche a Diaz, alla ricerca della sua versione migliore. Suona Debussy! Suona Debussy! Di più, di più!  

Mentre il Milan pone sul giradischi una raccolta di Debussy, una disattenzione! Ecco le mani di Bakayoko sulla sfera al minuto 82', dunque Pinamonti va dal dischetto e spiazza Maignan, fa 2-4. Sull' 1-4 è ragionevole immaginare che il verdetto sia "vittoria", e subito vedere tutto rosa e fiori e, come i gentleman porre le melodie di Debussy sul giradischi. Ma questa distrazione classica costa un gol. Indolore. Debussy non fa male. Anzi, al 95', Romagnoli colpisce, palla in aria, una traversa di quelle impossibili. Risvegli, riposi? Vedremo, intanto per quest'anno solare sono 42 punti ed il traguardo di un secondo posto raggiunto, ed un girone d'andata concluso.
Addio 2022! E buon Natale!  

 

Damiano Fallerini