Full Milan Jacket  

Milan Spezia 1-2 (Leao 45+1', Agudelo 64', Gyasi 96')
Tranquillo come il Gotama che si riposa all' ombra d' un ciliegio, il Milan con i suoi tifosi immaginava di trascorrere una serata di serenità, ignaro di tutto il male che esiste lontano dalle ciliegie. Invece, lo Spezia si è consolidato come un problema del Milan. Un problema che già l'anno scorso rovinò la marcia sullo scudetto del Milan, segnalando il crollare delle ambizioni rossonere. Ieri, ad un anno di distanza, le incertezze da castelli di carta hanno fatto bis: castelli di carta a picco. L'arcano è curioso a ripetersi, perché la sedicesima in classifica non dovrebbe essere un problema da Milan. Un Milan secondo a 48 punti. E "problema" è un termine che non lascia a molte interpretazioni. Ed... ecco, lo Spezia è "un dannato problema" da mandare nuovamente in frantumi tutto un Milan. Ed un buon Milan per larga parte della sfida.
Potrebbe sembrare illogico e paradossale, c'è chi si spreme le meningi tra tatticismi ed un fallimentare mercatino invernale ma, per fortuna, i fatti accaduti nella serata di lunedì 17 gennaio sono tutti molto lineari secondo Scotland Yard. Specialmente in un primo tempo molto logico. Dal principio della Notte dei tempi, al Milan manca metà squadra.
Non che sia un'attenuante contro lo Spezia. Pioli si trova davanti ad una gara costituita da doveri: la partita è solo da dover vincere ed i giocatori tra mediana e difesa sono obbligati da schierare.
Rispettoso delle attese, il primo tempo è stato piacevole da non sembrare lunedì, ma venerdì sera. Il Milan non dava del "lei" o del voi, nemmeno grezzamente dell' "esso" al pallone, ma del tu. "Vieni con me?" Era un rapporto intimo, ma dentro i confini della raffinatezza. Era come chiedere a Maria Antonietta e le sue amiche d' andare a prendersi un tè inglese, nel XIX secolo: sincerità e stile. E sì, la palla viaggiava veloce.
Non che il Milan fosse una meravigliosa stupenda macchina della scienza McMurphy, era leao-izzante. Con le vie centrali più scomode, andava a Leao. Sfruttando i guizzi del suo giocatore più talentuoso, il Milan era un Diavolo double face sulla corsia mancina: splendente per i milanisti e tenebroso agli occhi dei supporters liguri. Più volte Leao si trascinava due avversari a rincorrerlo e progrediva, strappava per le zone delicate agli uomini di Thiago Motta e generava combinazioni offensive. Eppure il portiere Provedel si era nascosto, portava in tasca le chiavi della sua porta e a chi lo chiamasse per entrare diceva con una vocina di donna "non c'è, sta fuori casa oggi". Chiaramente, lo faceva per finta. Difendeva con i denti i suoi pali, dunque salvava di tutto.
Pioli aveva disposto il Milan in un 4-1-4-1, con Bakayoko centralmente in zona mediana e Krunić più avanzato ad occupare il campo sul centro-destra, in linea con Diaz e Saelemaekers. Bakayoko doveva solo recuperare qualche palla in giro per il campo, poi ci pensavano Kalulu, Theo Hernandez o Palladio Florenzi ad incominciare lo sviluppo della manovra. Il Re Leone Ibrahimović, unica punta, spesso pure lui si avvicinava a Diaz o veniva a raccogliersi la sfera in posizioni lontane dalla porta, così da costruire lui da principio. Dunque, ne scaturiva l' avanzata di Theo Hernandez sulla posizione di Leao e l' Onda portoghese prendeva il posto di Ibrahimović. Lo so, leggere questo tatticismo non è un' impresa facile. Era una mossa per ottenere più spazi in area di rigore, alle spalle di Ibrahimović. Spazi calpestabili da Leao e Saelemaekers. Strade transitabili.

Minuti che passano, sprint di Leao, conclusioni di Saelemaekers e spunti di Ibrahimović, ma niente, era 0-0.
Eppure, ecco che al 42' il difensore spezzino Amian serviva Provedel da rimessa laterale che, nel tentativo di allontanare il pallone, colpiva con un calcione da taekwondo Leao che già lo aveva anticipato. L'arbitro Serra commetteva un raro errore, segnalava inversamente il fallo di Leao. Poi si correggeva con il Var, vedeva di aver avuto una visione alla Tenet di Cristopher Nolan con un' inversione temporale e segnalava giustamente il rigore. Tre minuti dopo, Hernandez fissava Provedel così tanto da spiazzarlo, così tanto da perdere le misure della porta lui. Calciava fuori. Non una catastrofe.

Un minuto dopo, Krunić allontanava la palla speranzoso, non fiducioso. Di seguito la retroguardia dello Spezia non riusciva a tutelarsi da quella palla piombata dalle retrovie. Leao agiva col colpo sotto alla palla che rimbalzava, ingannava tutti, Provedel e difensori. Segnava, era lui il match-winner al tramonto del primo tempo.  

Nel secondo tempo giungevano i grossi tremendi guai. Fino al 57' il Milan rimaneva fedele copia del primo tempo. Accadeva che Saelemaekers colpisse verso la porta, ricevendo da un Leao dominante in un' incursione, però Provedel deviava di piede grandiosamente. Al 58' dentro Agudelo e da lì in poi almeno quindici minuti di black out totale.
Dopo qualche tentativo incompiuto, Verde e compagni fanno fuori le rispettive marcature, crossando dentro l' area lo Spezia trova Agudelo smarcato, la combinazione era stata troppo veloce per gli uomini di Pioli, al tappeto già da qualche minuto.
Al tappeto per i dieci minuti dopo. Gabbia, Bakayoko e Krunić su tutti, erano in grave difficoltà. Kalulu, autore di un primo tempo davvero eccezionale, era anche lui in affanno. Venivano dieci minuti in cui il Milan prendeva montanti da boxe, la mediana era scarna e si perdevano parecchi palloni prima del centrocampo. A volte anche nella prima fase di costruzione del gioco. Il Diavolo incominciava ad arrivare per secondo sui palloni, lo Spezia aveva tutta un' altra vivacità rispetto ai Ragazzi. Pioli aveva tolto, per Messias, Saelemaekers, che in dinamismo e sacrificio è una peste, invece rimaneva con Diaz che, un' altra volta, dava un contributo misero. "Misero" come chi non può morire perché gli manca una ipsilon dopo la erre. Molto misero.  
Solo al 70' entrava, proprio al posto di Brahim Diaz, Grand Gourmet Giroud per sfruttare i palloni spioventi, poi un Calabria di ritorno per Florenzi. Dopo qualche minuto per riprendersi le misure ed il Milan incomincia a trovare con insistenza le punte: Ibrahimovic ed un Giroud molto prezioso. Il Milan passava ad aver ritrovato campo, doveva segnare nei pochi minuti rimasti, Pioli vedeva Leao come una gazzella esausta a correre e lo sostituiva con Rebić. Un Rebić che, stavolta, era entrato con spirito ed energia da predatore dentro la partita. Batti e ribatti, difensori dello Spezia che, eroicamente, giocano d' orgoglio proprio ed il Milan si trova a tre passi, tre minuti da un pareggio largamente fallimentare. 

Al 92' Rebić subiva fallo e cadeva, riusciva a servire Messias. Messias aveva un GPS che gli segnalava libertà nel raggio di 10 metri, non aveva nessuno vicino. L'arbitro Serra fischiava d'impulso non applicando la regola del vantaggio, Messias pure, giustamente d'impulso, insaccava dove era impossibile parare: incrocio dei pali. Sarebbe logico spiegarvi che Serra ha fatto male. Sarebbe logico segnalarvi che l' arbitro è un corpo ininfluente su quanto combinino le due squadre in campo e quanto sia grave che questo accada. Sarebbe ingiusto accanirmi su un arbitro che riconoscendo di non essere stato all' altezza della gara, ha chiesto scusa per un errore non gravissimo. Specialmente, un errore pesantissimo. Non pesantissimo sull' equilibrio del match, ma su quello del campionato intero. Infatti, il Milan si ritrova adesso lontano dall' Inter ed ora, in vista di Juventus ed Inter, decisamente più svantaggiato negli equilibri della classifica. Sono tre punti in meno per chi lotta per il titolo. Ieri era la serata in cui il Milan avrebbe dovuto necessariamente sorpassare l'Inter per rimanere in corsa. Così, il Milan "tenterà" solo di rimanere in corsa, a -2 da un Inter scatenata e con una partita in meno.  

Il campionato è ancora più falsato, ma questo chiaramente non da ieri. È falsato da quando certe squadre giocano con dieci positivi in squadra ed altre con due. E poi, in più, il Milan si ritrova con quattro punti in meno per episodi da ricondursi cruciali post 90': il gol annullato a Giroud contro il Napoli e quello annullato a Messias ieri. Senza questi errori, indiscutibilmente o-rrori, il Milan oggi sarebbe a +2 sull'Inter a cui manca una partita.  
E quel che resta di un Milan con la rabbia repressa da Champions League, sconfitto da infortuni, da un arbitro che indiscutibilmente ha sbagliato e dallo Spezia, viene sconfitto dallo Spezia per davvero. Due riflessi di Provedel, una traversa ed un contropiede capitalizzato da Gyasi, tutto in due minuti al 96': perdiamo 1-2.  

Perché il calcio è fatto così, sa anche farti un male tremendo e prenderti per le braghe quando "non sarebbe giusto".
Perchè Gyasi insacca sfruttando una disattenzione precipitosa di Kalulu, con tutta la squadra davanti alla disperata ricerca del vantaggio.
E perché il calcio degli arbitri non dovrebbe accadere così, non dovrebbe penalizzare nessuno.
E dunque, il Milan esce fortemente ridimensionato per la propria corsa verso lo scudetto. Colpa dei cambi che non arrivano.
Colpa di essere stati penalizzati da un fischio arrivato troppo presto.
Colpa degli errori.
 Il Milan perde.
Semplicemente errori.

 

Damiano Fallerini