Full Milan Jacket  

Genoa Milan  0-3 (Ibrahimović 10', Messias 45+1', Messias 61')  
Milan rettile che stritola  

I Ragazzi se la sono cavata agevolmente tra balocchi e gingilli a Marassi contro il nuovo Genoa targato Andrij Shevchenko: tre pugnalate a zero.  
Pioli "Dardanide" ha preparato la gara scrupolosamente nei dettagli, come se avesse di fronte una big d'alta quota, ed ha insistito specialmente nel primo tempo (più erano le reti di scarto, più le necessità venivano meno), richiedendo un undici compatto e vecchia scuola con ognuno vicino al suo uomo assegnato, in fase di non possesso. Marcature poco flessibili incombenti su un Genoa modesto, che è prontamente caduto nel soffocamento del rettile a tinte rossonere. Pssss.  

Dei liguri, cito per meriti il solo Rovella, che è riuscito a trovare il lógos, portale chiave per giungere alla filosofica ragione, e così tentava con frequenti successi di divincolarsi, di sgusciare o di seguire le proprie intuizioni fulminanti. Ma, veramente, dal suo cappello a cilindro in seta orientale non è uscito granchè. Il ragazzo di proprietà della Juventus ha dato una prova di grande personalità, sembrava avere qualità differenti dalla massa dei compagni, dunque proprio per quest'ultimo dettaglio si è ritrovato sciabola tra i denti ma piedi nel deserto. E sforzi vani.  

Kjaer a terra  
Eppure la notte era incominciata nella maniera più nera possibile, mi sembrava di fissare il cielo di Gotham City. Infatti, il fatto forse più rilevante giungeva al minuto 2': Kjaer a terra. E sono certissimo che dovremo brontolare questo guaio ancora per diverse settimane. Ad oggi le notizie promesse hanno sopperito poco al mio appetito, infatti è da stamattina che mi domando interrogativi con The Lighthouse Kjaer protagonista. Innanzitutto, ci tengo a specificare che le mie preghiere vanno prima al lato umano del calciatore, a cui io poi sono molto affezionato. I miei auguri sono perché Kjaer stia soprattutto bene, poi verrà atteso sotto gli applausi di San Siro. Comunque, la caduta di ieri è stata davvero allarmante: dinamiche poco chiare, probabilmente il capitombolo è stato auto-causato, poi tanto dolore ed impossibilità a rialzarsi, uscita con ovazione del pubblico in barella e volto coperto di dolore. Ma soprattutto problema al ginocchio, delicatissimo. Il tutto non mi faceva escludere la peggiore delle ipotesi cioè una palla da discoteca che mi girava nella testa: sarà mica rottura del crociato per il mio numero 24? Ad ora, dopo il primo comunicato, possiamo escludere, immagino, la rottura del legamento in questione. E che non sia rottura del crociato mi solleva, ma non solo perchè non dovrebbero essere 6 mesi di stop per la nostra Grande Anima della difesa. Anche perché, per un signorino come Kjaer, infortunarsi al crociato a 32 anni vorrebbe dire una carriera fortemente da ridimensionarsi negli anni successivi. Sicuramente, una volta tornato sul verde, significherebbe essere fortemente condizionati. L' orologio fa tic e tac. Ma le notizie, forse, non sono tanto migliori. Sono costretto ad usare congiuntivi ed avverbi dubitativi. Non c'è rottura dei legamenti, ma lesione. Quindi vi riporto le domande, già introdotte sopra, ripetute dalla mattinata: i danni a quale legamento? Legamento crociato? E quanto ci vorrebbe per una lesione al crociato? E per una lesione ad un altro legamento? Io so di non sapere.
L' infortunio gravissimo dell'uomo del magnanimo Kjaer rimane un prezzo troppo alto da pagare per sconfiggere, e limpidamente, un Genoa modesto.

Da un fiammifero la serata si è riscaldata  
Sembrava una serata freddissima, ma poi abbiamo visto il fiammifero di Ibrahimović al minuto 10' ad illuminare il cielo buio. Un piazzato con i giri contati finito nel sacco di Sirigu, che si è dimenticato di aggiungere un uomo forse due in barriera. L' aria si è riscaldata e la Luce si è mostrata negli 80 minuti successivi. Era sulla divisa gialla e lucente dell' Ape legnaiola Maignan, splendidi i suoi balzi a prendere la zuccata di Hernani al 48' e poi a volare posteriormente sul disegno di Portanova, uno splendido cucchiaio graffiato con un salto all'indietro e spinto poco sopra la traversa. E Maignan dà un segnale, che se il Milan gioca meglio ma subisce un paio di tiri in porta, di quelli incredibili (come d'abitudine), allora non è d'abitudine subire i due gol. Non deve funzionare così.  

Poi, è stata la gara di Messias che, inevitabilmente adesso, fa discutere la titolarità di Saelemaekers. Numeri alla mano, i dati realizzativi di Messias adesso sono multipli e potenze. Il brasiliano non ha il passo di Brezza di giugno Saelemaekers, ripiegando, ma ha un senso del gol differentissimo. È una lama ed una soluzione nuova. È stato autore di una rete da biliardo al minuto 46', ha mosso la testa come una stecca a piazzare la palla in angolo, scavalcando Sirigu. E poi ha scritto uno degli ultimi highlight della serata, ricevendo da Díaz, ha piazzato la palla con un minimo d'effetto ed ha ritrovato nuovamente l'angolo. È proprio vero che ai brasiliani piace fare festa.  

Díaz è apparso più lucido delle ultime uscite, per poco al minuto 42' compiva un gol che avrebbe voluto immortalare anche Henri Cartier-Bresson. Ricevendo da Ibrahimović aggirava foreste di piedi avversari e rapidissimo, all'uscita dalla sua strada, colpiva con il destro poco sopra la traversa. Molto poco. Kalulu ormai non merita più il ruolo di comparsa in questo Milan, mi sta piacendo sempre oltremisura. Tonali ha recitato da conferma, Kessiè senza macchie, ha dovuto mostrare i muscoli con gloria prima del 45', Big Tomatoe Tomori si è ripresentato in grande stile: il solito travolgente pomodorone rosso in campo aperto.  

Questo Milan è stato senza pietà nei primi 45', così lo ha guidato Pioli: molto ampio come e per il Genoa. Rapido tra le linee, ed è pur vero che il Genoa dal canto suo poco ha combinato. Ciò che è evidente è che, dopo le recenti brutte figure Pioli si è messo in testa di performare a teatro con virtù, ha cucito i monologhi per il suo mosaico di attori e quelli sono stati rispettosi. Oggi si doveva fare una bella figura. Una faccia felice. Pioli sentiva di dover dimostrare qualcosa. Ne è uscito fuori un Milan senza pietà nei primi 45', che ha costretto il Genoa alla fatica ed agli insuccessi. Nella seconda frazione, specialmente dal terzo gol in poi, questo Diavolo è sembrato accontentarsi. Ha smesso di creare. Ha ignorato i tagli profondi di alabarda del volenteroso Pellegri, era già stato fatto abbastanza. Meglio mantenere il possesso che accelerare nei campi liguri. Meglio, e moooolto meglio, sostituire un impulsivo Gabbia già ammonito, nell'intervallo, per far posto a Florenzi, accentrando Kalulu. Questo Milan serioso ha interpretato la partita con fervore, ma gli interpreti più avanzati, negli ultimi metri, piombavano nel Paese dei Balocchi, muovendo la palla e mandando in confusione la lenta retroguardia genoana. Vola come un ape, pungi come una farfalla.

Ora, non ci illudiamo. È questione di tenuta fisica. E fare il rettile, anche se contro le seconde linee del Liverpool, non sarà possibile. Perchè hanno una preparazione differente. Stare dietro agli avversari è questione di gambe. Pioli guardi con un occhio alla Salernitana per sabato, ma strabizzi con l'altro sul Liverpool. E questo Milan sgargiante può!  

Le pagelle  
Ape legnaiola, Maignan 7.5  
Cloruro, Kalulu 6.5  
The lightouse, Kjaer s.v. (Il gabbiano Jonathan Livingstone, Gabbia 6) (Palladio, Florenzi 6.5)  
Big Tomatoe, Tomori 6.5  
Theo Van Gogh, Hernandez 6  
Apedemak, Kessie 6.5  
Fedro, Tonali 7 (The Other, Bakayoko s.v.)  
Arroz e pedras, Messias 7.5  
Alegría, Diaz 7 (Brezza di giugno, Saelemaekers s.v.)  
Il Re Leone, Ibrahimović 7 (Il principe Grifone, Pellegri 6)  
Mister, Stefano Pioli 7.5  

 

Damiano Fallerini