Full Milan Jacket-  1° giornata di Serie A  

Sampdoria Milan 0-1 (Brahim Díaz 9')  

Se comenza de nuevo, riparte la Serie A e le ultime a presentarsi sui tabellini statistici si chiamano Sampdoria e Milan. Lunedì sera, ed il Milan giunge a Marassi privo di Ibrahimović e Kessié, entrambi out per infortunio, poi anche Bennacer e Rebić siedono sui rispettivi scranni della panchina. Il primo non è al 100% dopo il guaio Covid, un virus dispettoso e (se posso permettermi) anche un pochino maleducato nei confronti del Diavolo scomodato, mentre Rebić veniva lasciato comodo da Pioli per scelta tecnica, dunque la scelta del mister ricadeva su Rafael Leao. Ma non saranno questi quattro gli unici assenti tra i Ragazzi, è infatti la prima gara ufficiale del Milan con Gigio Donnarumma lontano da casa, ed anche la prima gara ufficiale del Milan con Calhanoglu pochissimo lontano da casa. I due parametri zero smarriti saranno cambiati dall' "ape legnaiola" Mike Maignan e dall'allegro Brahim Díaz. Jocundissimo.  

Nel 4-2-3-1 in grafica dazniana figurava la C maiuscola alla sinistra del cognome di Calabria, nostro fresco capitano. Pronti, partenza e via, buona Serie A a tutti! Nel modulo già splendente nella scorsa stagione non sorprendeva affatto la nostra classica difesa a quattro-uomini con il solito Theo frequentemente più alto di Calabria, neppure Saelemaekers su una linea di campo piuttosto bassa per un esterno alto, per la verità nemmeno il (falsamente) nuovo innesto Díaz così differente da Calhanoglu, che gradisce abbassarsi rispetto alla barriera di difensori avversari che lo ricerca faticosamente con torce e lampadine a luce solare. I primi venti minuti della gara sono stati rivelatori, hanno spiegato tanto di questo Milan ed hanno offerto alla vista dei tifosi le prime novità. Tipo?  

Tipo il fegato di Mike Maignan. Quel Maignan che nei riflessi ricorda molto il suo preparatore atletico Dida. L' ape legnaiola ex Lille interpreta uno stile di gioco non solo costituito dai necessari guizzi felini di chi indossa i guanti, caratteristiche proprie di un portiere nell'immaginario collettivo. Invece, proprio come sarebbe piaciuto all'intraprendente Ulisse, che nell'opera dantesca ricordava d'aver varcato per mare la barriera tenebrosa nell'immaginario dell'epoca, quella situata presso le Colonne d'Ercole, Maignan si spinge oltre gli stereotipi e le leggende metropolitane sui numeri uno. Lui imposta, lui attende i movimenti dei compagni per venti o trenta secondi prima di lanciare lungo, lui esce notevolmente fuori dai pali, lui disdegna i passaggi corti anche ai compagni liberi, lui vuole essere protagonista in campionato dopo poche settimane d'allenamenti, lui si vuole far pressare, lui è intrepido ed impavido in quel che resta del giorno. Lui non ha un profilo di portiere comune, ecco. È un portiere che non si vergogna, non si intimidisce a custodire il pallone per tanti, tanti, tanti secondi. Anzi, gli piace che gli venga data attenzione e si diverte a tirare fuori dal suo cinturone degli attrezzi, magari delle sventagliate molto ampie e lunghe. Il nostro reparto"spazio, ultima frontiera" era il primo passo per giungere verso il balconcino sulla valle, tutto fiori e vasetti tirolesi, un attacco sporgente sul profondo panorama blucerchiato. Ed un portiere con una tal grande personalità va premiato (con un mezzo voto in più tra le pagelle di fine articolo). Basti pensare che, specialmente nel primo tempo, l'ape legnaiola avesse toccato così tanti palloni da limitare i compiti in mediana di Krunić e Tonali in dei compitini d'assistenza alla manovra. E loro che dovevano fare di più che assistere al loro portiere superpassatore che insisteva a scodellare palloni alle spalle della retroguardia avversaria? Bene così. Ma proprio un gran bel fegato grosso grosso questo Maignan.  

Ora, per quanto riguarda la cronaca di Sampdoria-Milan, i primi venti minuti (i più vivaci poi), nemmeno a voler essere insistenti, ma si cucivano addosso a Mike Maignan, come se Bernard Arnault avesse avuto la facoltà di sedersi sui sedili più in alto di Marassi ed avesse proposto ai propri soldatini un capo su misura per il numero 16 rossonero.  

E prima l'ape legnaiola proiettava per Leao, che correttamente metteva giù il suo "tesssoro" di palla e poi sparava verso Audero, statuario nel respingere agilmente. E poi, al minuto 9' ancora Maignan irradiava per un Calabria sfuggente e splendido. Il nostro germoglio di capitano crudelmente dirottava l'innocente Augello verso il bel porto di Genova, decisamente al largo del rettangolo di Marassi, poi raggirando le leggi dell'energia cinetica di Gottfried Leibniz, ritrovava la sfera e serviva il quasi Calhanoglu, che in realtà di simile al turco possiede solo il numero di maglia, quell 10 di Brahim Díaz che insacca con buona complicità del guanto sinistro di Emil Audero. Ma il portiere blucerchiato non è l'unico complice. Andate tutti a rivedere il taglio celeste di Giroud, ad attrarre attenzioni sul primo palo, a portare via le genti con sè, a riscuotere successi ed a semplificare la peregrinazione di Díaz. Dopo pochi attimi e da dentro l'area, Candreva scodellava con eccessivo vigore nel più classico dei tiri-cross inconcreti alla destra del palo, esternamente. Era il primo lasciapassare ottenuto dalla Samp sulla fascia di Theo, ed al contrario Calabria, già nominato sopra, era preziosissimo nel limitare il vero astro brillante della Doria, il gioiellino Damsgaard a cui appartengono note e squilli molto acuti. Non questa sera, not tonight. Ed ancora che segnalo il coraggio di Maignan, il quale scappa dal suo Trono di Pali e si fa atterrare da Quagliarella in un contrasto, senza tremare neppure un poco con le spalle. Ed infine per non farci mancare nulla, ill nostro portiere muove i piedi ed, a braccio levato alto, sventa sulla traversa una punizione valente di un ispirato Gabbiadini, poi solo un minuto dopo mostra un riflesso da gatto sul colpo in ribattuta di Colley. Sicuro, ecco tra le zampe uno scrigno di pallone.
Ma ora basta scrivere di Mike Maignan, basta. L'ho nominato abbastanza. Pochi altri fiati rumorosi da tromba o trombone nei primi 45', finisce il primo tempo. L'eccezione a quanto ho appena scritto la commette, al 26', Krunić che già fallisce il non fallibile (questo, invece, a lui costerà mezzo voto in meno! Ahi-ahi-ahi!). Da pochi passi e senza aliti vicini, dopo il riflesso ad allontanare di Audero su un pallone rimbalzoso scagliato da Theo, il bosniaco impatta da ottima posizione sulla rete. Ma non su quella interna.  

Nel secondo ed ultimo parziale di gara, qualcosa è cambiato. Leao dapprima vivacello e desto perde benzina minuto dopo minuto, ma sulla fascia Theo Hernandez commette un atto con un maggior volume d'importanza. Al minuto 52', sopra la testa di Theo spunta una nuvoletta con dentro scolpito "zzzzzz". Arriva il sonno, il sonno! Oh no! Sonno! Sonno! Gabbiadini vuole approfittarne, andando a raccogliere il pallone e calciando verso la rete, ma perlomeno in questo mondo di uomini stanchi e sfiniti esiste ancora Mike Maignan. Theo è fortunato, non verrà lapidato dai tifosi per oggi, ma il merito è tutto del connazionale in squadra. Dieci minuti dopo, Calabria, e da buona distanza, tenta di beccare l'angolino in alto sulla destra, quello sorvegliato dai doriani, ma è costretto a colpire con il debole sinistro. Debole "si fa per dire. "Un buon tiro rapido si spegne sopra la traversa.  
Saelemaekers faceva per non mostrarsi in maniera eccessivamente vistosa con la palla tra gli alluci dei piedi, Tonali fallisce un contropiede ormai concluso e si fa scappare qualche pallone facilmente consegnabile ai compagni, ma tenta soprattutto di farsi vedere dagli avversari in possesso; Krunić gestisce e si batte per il campo, facendosi apprezzare davvero nella serata ligure, Tomori macchia Quagliarella con il rosso della propria maglia da poco uscita dalla lavanderia, Kjaer amministra con lo sguardo e soccorre, Giroud avrà altre chance nella giornata di domenica, ma per questa settimana non avrà molto da rimproverarsi visti i movimenti effettuati generosamente, e Díaz? E Brahim Díaz brilla.  
E Brahim Díaz è alcolico. Qualcuno aveva avuto dei mal di pancia dopo la bella gara individuale di Calhanoglu in maglia Inter? Pubblicità: Affidatevi al Milan ed affogate i dispiaceri nell'alcol Díaz. Dove c'è prato si può passare, un due tre quattro passettini e si viene avanti, balenando nel buio di Marassi. Díaz propone, torna indietro e poi avanza per servire il compagno più libero, metri dopo. E quando i compagni di squadra gli si pongono intorno senza lasciarsi dietro i busti avversari, quando circondano il nostro 10, dunque Díaz contribuisce a far girare il pallone più di tutti. Il ragazzo di Malaga, supportato, conosce l'arte della reciprocità, perchè costruisce e dona agli amici diavoletti. Ciò, almeno fino a quando Brahim ne ha in corpo per correre, poi Pioli opta per il cambio. Lui e Leao hanno terminato i loro minuti, era il 69' di gioco. Bennacer prende posto in mediana e viene falsamente ipotizzato sul campo come trequartista dietro Giroud. Rebić, focoso, prende la corsia sinistra. All' 81' Florenzi viene gettato nella mischia per Saelemaekers.  

Ora, voglio spiegarvi: escludendo le 7 big di Serie A, la Sampdoria è una delle migliori nell'undici titolare. Non è un avversario tanto semplice. Poi la prima giornata è sempre incerta, i tre punti si presentano spesso perciò solo come una realtà ipotizzabile. Dunque, il Milan, in una gara con un netto coefficiente di difficoltà, dà prova di una prestazione con gli interpreti a sfruttare l'ampiezza del rettangolo verde, o pare letale quando si gioca di rimessa con sventagliate profonde. Dettaglio che gli avversari inizialmente non attendevano, ma a cui poi hanno fornito attenzione. Eppure è chiaro che manca un valore aggiuntivo nella batteria dei tre dietro la punta. Non obbligatoriamente a scagliare Díaz in panca. Nossignore. Ma uno abile nello sviluppo della manovra, magari un palleggiatore in stato di buona salute. Perchè qualche assente per infortunio c'è già nel roster, ma è fatto pure dell'anno scorso che, negli ultimi istanti di gara, i Ragazzi con i cambi di Pioli destinati a proteggere il risultato, non facevano altro che abbassarsi a schermare l'area, a ricevere traversoni e conclusioni dentro. Sofferenze. E senza riuscire a creare più granchè. Dal secondo tempo molti si attendevano di più. È pur sempre la prima, complicato sì! Ma quando si corre in vantaggio non può esserci di regola un brivido nero. Nel finale: Verre, Quagliarella, Candreva. Sparano loro. Loro vengono e vanno, provano a buttarla dentro l'area, qualcosa sugli esterni sembra tremare più volte. Fortuna che al centro sappiamo stringerci. Noi abbiamo vinto, dcco il timbro sullo 0 ad 1. Tre punti presi. Tre punticini. E non di grazia o delicatezza.  
D'altronde siamo il Diavolo.  

Le pagelle  
Ape legnaiola, Maignan 7.5  
Trottola nolaniana, Calabria 7 (Buon appetito, Romagnoli s.v.)  
The lightouse, Kjaer 6.5  
Big Tomatoe, Tomori 6.5  
Theo Van Gogh, Hernandez 5  
Fedro, Tonali 6  
Dera, Krunić 6  
Brezza di giugno, Saelemaekers 5.5 (Palladio, Florenzi s.v. ) Alegría, Diaz 7 (Perry Mason, Bennacer 6)  
Onda, Leao 6.5 (Raptor, Rebić 6)  
Grand Gourmet, Giroud 6  

Mister, Stefano Pioli 6.5  

 

 

Damiano Fallerini