Full Milan Jacket è la rubrica di Damiano Fallerini, ogni articolo tratta il post-partita dei match con protagonisti i Ragazzi rossoneri. Non perderti nemmeno un articolo!  

LAZIO MILAN 3-0 (CORREA 2', 51', IMMOBILE 87')  
Mi è proprio passata la voglia di scrivere... È successo qualcosa di inimmaginabile! Quinti! Fuori dalla Champions League e con 5 gare ardue rimanenti, oggi siamo fuori dal nostro obiettivo stagionale, oltre alle tre già note avversarie nei primi 4 posti oggi troviamo anche il Napoli di Gattuso, scatenato e seduto sul podio. Ma come! Come! Una catastrofe umiliante, non si può sprofondare dopo giornate di festa e pacatezza tale! Gli ultimi mesi sono stati un fallimento ed il Milan sta cadendo giù, pezzo dopo mezzo pare.  

MALISSIMO... MA NON MALE
Il problema più evidente è stata la difficoltà nel superare il cerchio di centrocampo senza quei perdenti lanci alla rinfusa alla ricerca di chissà che trota che aboccasse munito dall'istinto più animalesco all'amo della lenza, ma forse i pesci fessi eravamo proprio noi e loro degli orsi più grossi e preparati. Superare il nostro ambo di centrocampisti africani sofferenti, e c'è chi imputa a ciò il digiuno da Ramadan, era tremendamente e dannatamente complicato, si è ben notato in una fase del primo tempo, quei primi terrorizzanti venti minuti in cui lo splatter più crudo di James Wan avrebbe causato meno dolore al mio iride oculare destro. Solo destro perchè la palla girava solo sulla destra del campo, dove stava la nostra porta. La trequarti era irraggiungibile e per tentare di alzare il baricentro Calhanoglu o Saelemaekeres tentavano di abbassarsi verso la zona mediana del campo. Il primo, il Viandante sul mare di nebbia, tentando di mantenere il possesso ed aumentare la distanza della palla da Donnarumma, ma spesso venendo contrastato e sconfitto; il secondo, Brezza di giugno, proponendo una prestazione in crescendo ma assai sudata e generosa, e forse generoso è proprio quello che non era necessario. Volete sapere il problema? La spinta dell'attacco era più un soffio che una spinta con urto violento da Street fight.

Ibrahimović era out per un infortunio per la verità abbastanza misterioso e preoccupante, perchè mi rende timoroso il fatto che Ibra soffra continuamente ormai di problemi fisici che sembrano "recuperabili" o "poca roba" e che poi vanno a prolungarsi per tempi immensi, è titolare s...ì? Non proprio, negli ultimi tempi sono orientato più verso il no. Scrivevo che la generosità non fosse necessaria, il problema sorge qui: che (assai assai assai probabilmente) non si trova qualcuno da far giocare titolare nel Milan che segni una fracca di gol con continuità con i colpi di mercato economici. Se vuoi un giocatore da 15-20 gol... non puoi comprarne uno che ne ha siglati 5-6 e poi non intendere come mai non abbia solcato la doppia cifra.
E la mancanza di qualità nel giro palla è stata netta ed evidente. I Ragazzi, non riuscivano proprio a far circolare il possesso di palla. Che giocatori quali Kessié e Bennacer siano più abili in fase di interdizione e validi dal punto di vista fisico, che Rebić non sia un portento nella costruzione della manovra o che il top player Theo Hernandez non sia un palleggiatore ma piuttosto un talento impressionante (anche se non ultimamente) con la gamba spedita verso valle, prendendo rapidità come se si fosse in discesa... lo dovevamo già intendere. E Mandzukić dà pessime sensazioni. Questa è una mancanza del nostro roster. Qualità.
Ed anche: abbiamo sofferto dal secondo minuto le situazioni da poco proposte dal Diavolo che sembrarono tanto piacevoli nel primo tempo contro il Sassuolo: il centrale alzandosi a uomo sull'avversario in marcatura riusciva a limitare il raggio d'azione avversaria... ma erano le 19:00 di mercoledì 21 aprile, non domenica, proprio no. Nel primo gol si era alzato Kjaer come aveva chiesto il mister e, scappando una di quelle seconde palle mezze mezze dal petto di Bennacer, ma terminando per risultare favorevole alle Aquile di Inzaghi, la sfera è tornata a loro, Tomori lascia la sua posizione, si fa attrarre dalla palla come se gli fosse caduta dalle tasche, ma alle spalle abbandona non la sua casa nell'Alberta, a Calgary, quello era territorio del Milan che ha sede in Lombardia, si infila Correa. Tick tick tick, gol.
E poi a seguito di posizionamenti troppo offensivi segnerà prima Lazzari, ma annullato per offside. Poi ancora Correa. Le Aquile sono Orsi bruni grizzlies come quelli di Vancouver, ma Correa e compagni erano più belli dello Slow Motion Kyle Anderson, giocatore NBA dei Grizzlies e dell'elastico ragazzino di Dalzell Ja Morant. Tick tick tick. 3 gol. Veramente quattro, ma uno irregolare. Perchè poi si aggiunge alla somma aritmetica Immobile nel finale, nemmeno ci ragiono sul significato di quella marcatura subita a partita già virtualmente fischiata.
Fischiata? Ah già, quel dannato fischietto aveva ragione a proclamare il millimetrico fuorigioco di Lazzari al 44', ma che ne penso di quell'altro fischio sciagurato del sibilo giallo al minuto 51'? Il raddoppio del MVP del match Correa era da annullare e le immagini non parlavano bensì urlavano chiaro, Calhanoglu finisce stramazzato a terra per un contatto evidentemente sulla propria gamba. Come mai il fischio non vede, si è fatto solo sentire? Vi lascio con un vocalico "boooh". E dopo il 2-0 il Milan è uscito chiaramente dal match, riconoscendo di esser rimasto sconfitto.

Eravamo secondi, ma ora non possiamo essere definiti una squadra posizione n.2. Ci siamo meritati per gli scorsi mesi i 66 punti. Ora siamo solo incastrati lì, con ambizioni proprio non indifferenti, ma siamo incastrati. Il nostro Diavolo è incastrato con la coda nella porta che conduce all'ingresso verso la Champions League, ma siamo solo di spalle all'entrata che tanto sogniamo dove sospirano Napoli e Juventus. Noi incastrati. Oggi non siamo una squadra da 66 punti, ma meritiamo davvero l'accesso alla Champions League per le scorse (e scorse e scorse) settimane. Oggi non siamo i numeri 2, 3, 4... e forse nemmeno 5.

LE PAGELLE  
Il controllore dei palloni postali, Donnarumma 5.5: è polemica. Terminato il match e rimanendo sconfitto con tre reti di scarto, immaginando di avere le telecamere sulla testa vieni colto a ridere con il tuo amico Pepe Reina. Se lo si poteva risparmiare... di gol ne subisce tre regolari, seppur non sia impeccabile in occasione del raddoppio di Correa, non credo proprio sia del '99 la responsabilità sulla rete subita. Graziato dalle Moire in occasione del legno di Immobile.  
Trottola nolaniana, Calabria 6: milanista vero lui. Il suo moto è stato orbitale, la trottola ha girato intorno al proprio corpo, certo non generando scintille, ma da sufficienza una gara priva di sbavature. Il suo giro si mostra però in qualche istante di inizio secondo tempo dove trova un paio di cross dentro il Rettangolo di Reina. Doroteo, Dalot 6: una buona avanzata nei suoi 20 minuti. Per il resto una normale gara di un terzino entrato a partita virtualmente persa.  
The lightouse, Kjaer 5.5: non so quanto si meriti l'insufficienza il danese. Certamente ha faticato, che nel primo gol rimaneva alto come una poiana, lo richiedeva il Mister Pioli. Nell'assedio dei laziali come si può però accendere la luce illuminante, al massimo si puo mantenere la posizione in cui si è disposti. Tavolo n.13, Romagnoli 5.5: lontano dalla marcatura di Ciro Immobile in occasione di quell'ultima rete. Il distacco andava colmato, non come se lui ed avversario fossero rette parallele.  
Big Tomatoe, Tomori 4.5: non era stato impeccabile nemmeno nelle scorse due gare, ma è solo nel post-Joaquin Correa che il canadese naturalizzato inglese viene giudicato malamente anche rifacendosi alle ultime uscite, i giudizi dalla grande fetta del pubblico del calcio italiano. Attratto dalla palla in occasione del primo gol, errore. Viene sfidato a duello da messier Correa, uno che eccelle nel singolo, in uno contro uno, è una gara complicatissima. Il duello con il fioretto ha un solo round e può vedere quindi come vincitori entrambi gli sfidanti, almeno trattando solo quel momento. Ma lui esce sconfitto, è frettoloso lì, errore. Sì, errore.  
Theo Van Gogh, Hernandez 5.5: un solo strappo dei suoi: è un acuto stile Theo nel primo tempo, ammonito Acerbi, ma è solo una nota in bemolle tra migliaia di diesis. Infatti la sua partita è tutt'altro: diverse imprecisioni nei retropassaggi o cross davvero mal calibrati che lasciano i muscoli del viso, quelli dei tifosi rossoneri piuttosto rigidi. Finisce per trascendere nell'anonimato nella mesta seconda frazione. Nemmeno oggi, non si può essere eroi.  
Apedemak, Kessie 5.5: nel finale scheggia con un tonf rapido il legno di Reina ma nei 90' fatica, si muove meno del solito. Ha l'attenuante del digiuno da Ramadan, ma essendo un professionista che si dedica al 100% per il Milan non può essere questa la scusante. Ed anche questo soprannome... stona davvero dalla partita vista interpretare dall'ivoriano. È un Apedemak cadente, in un'ascesa senza fine.  
Perry Mason, Bennacer 5: ci mette il piede parecchie volte nelle coperture preventive e nei ribaltamenti, ma Perry Mason perde molte delle sue informazioni esclusive in maniera ingenua. Quelli che sporca li perde poco dopo, la sua copertura segretissima in fase di regia salta. Che gran confusione... Fedro, Tonali 5.5: entra nella partita quando Giuliacci del meteo mi preannuncia che sta venendo a piovere.  
Brezza di giugno, Saelemaekeres 6: negli ultimi metri cerca spesso l'assist, perchè qualche volta non tiri mirando l'antro oscuro e misterioso guardato a vista da Pepe Reina? Nel primo tempo il vento lo trascina verso l'Ovest, rientra verso il centro più volte. Si muove bene ma viene sostituito. Certamente ha tentato di unire i due reparti: la Terra di Mezzo e la Voliera offensiva, ma come sarebbe mai potuto bastare il suo solo stop a seguire come funzione di raccordo tra i due? Alegría, Diaz 5.5: un' altra sostituzione fine a sè stessa, a partita finita, erano due gol in meno... perchè attendersi da Brahim che potesse scuotere la squadra con una delle sue giocate? Poca "alegría" nei suoi dribbling, naturalmente.
Il viandante sul mare di nebbia, Calhanoglu 5.5: conclusione sua dopo venti secondi: Reina. Assistito da Brezza di giugno, vediamo una decisione errata al minuto 31', calcia tardi nelle vicinanze di Reina ed ad incrociare rasoterra, debole e centrale veramente. Si tormenta per 90', tenta disperato di muovere gli schemi, ma la sua pena ricorda uno dei quadri del norvegese Munch, tristemente.  
Raptor, Rebić 4.5: non era lui. Fermo sull'out destro. No, no. Non è entrato nella gara. Dov'era il suo spirito trascinatore?  
Ratnik il Guerriero, Mandzukić 5: non è Ibrahimović e si vede. Sponde fioche che vanno a dimenticarsi pochi secondi dopo nelle pieghe delle menti afflitte e milaniste. Non sembra mai poter incidere con i suoi aculei verso la porta del veterano Reina. Non riesce proprio ad imporsi. Onda, Leao 5.5: la sua entrata è servita a poco, un po' come Díaz. Non si vede mai nei minuti che gli toccano​ on the pitch , ma almeni ha l'attenuante di essere schierato in campo senza uno scopo evidente, era già delusione. Che non potesse proprio cambiare il finale del match, evidentemente.  
Mister, Pioli 4.5: la squadra perde 3-0. Nessuno dei Ragazzi ha vinto alcun duello individuale contro il diretto avversario. La Lazio domina e vince meritatamente, ogni giocatore titolare delle Aquile ha una valutazione pari almeno al 6.5. Una disfatta totale, calcata anche da questi numeri, il suo misfatto non sta nella formazione schierata bensì nella preparazione alla gara talmente importante. Siamo quinti, e che colpo questo! Eravamo secondi, ma ora siamo rimasti decisamente incastrati!  

 

Damiano Fallerini