Full Milan Jacket è la rubrica di Damiano Fallerini, ogni articolo tratta il post-partita dei match con protagonisti i Ragazzi rossoneri. Non perderti nemmeno un articolo!

Rieccoci nel consueto appuntamento di Full Milan Jacket. Oggi Milan Sampdoria 1-1.
Marcatori:
Quagliarella 57', Hauge 87'
Statistiche più rilevanti: 3 tiri in porta, 63% possesso palla, 9 fuorigioco.
Un Milan brutto ed inconcludente, è un pareggio che puzza di bruciato.
Il possesso palla è innocuo e le quattordici finalizzazioni spesso terminano delicatamente out dalla portata del doriano Audero. Damsgaard è splendido, Quagliarella redivivo, Candreva accorrente continuo sulla fascia, Tonelli grandioso. Il Milan, nonostante l'espulsione al minuto 59' del portoghese Adrien Silva, si dimostra poco incisivo e raccoglie un pareggio non apprezzabile. Si fatica a scalfire la retroguardia di Ranieri, poi all 87' è il Figlio di Freyr a riportare l'equilibrio sul punteggio. 1-1. Gli ultimi 5 minuti sono intensi, Kessié colpisce un legno su un tentativo deviato.

Boom broom? No
Chi ha osato troppo è stato Pioli che con il consueto 4-2-3-1 ha disposto Saelemaekers in posizione di terzino, circa un anno dopo dall'ultimo esperimento che già aveva dato esito negativo in una zona troppo arretrata per il belga e poco congeniale alle sue caratteristiche. Anche la scelta di riportare Krunić ai danni di Rebić si è rivelata fallimentare, il Milan è quello di questo settembre, almeno usufruendo dello stesso sistema di gioco, solo che a causa di imprevisti e probabilità, ma non del Monopoli, il Mister si è provato ad arrangiare con alcune modifiche "originali e deludenti" ed infine il prodotto è il seguente: il Diavolo gira 11 volte più piano. Undici non solo come le sagome in scena dal 1' minuto di gioco, i Ragazzi dalla forma indefinita ed assai differente dal glorioso Milan che cantava "Pioli is on fire", ma undici anche come il numero sull'ampia schiena di Zlatan Ibrahimović che, da attaccante di peso della squadra si posiziona sulla trequarti per ottenere palloni poco allarmanti, ma perlomeno è possibile allisciare la zona superiore della sfera con la suola, poi si prosegue con passaggini corti corti a chi si mostra lì intorno e poi non si ottiene quanto sperato. E forse erano abbondanti speranze e limitate certezze dalle ore 12:30 alle 14: 25 circa.

Broom broom? No
Troppo esteso il raggio  sopra il cerchione delle ruote del Milan di Pioli che incontra un conflitto oscuro e misterioso sulla superficie, allora si rallenta e si diminuisce non unicamente intensità e precisione, si tenta di muoversi come mesi fa o di trovare alternative che evidentemente colpiscono, lasciando il segno negativamente. Non si trova una soluzione ai timori, si preferisce rattoppare dove si può. Unica certezza: i timori non Tomori né Kjaer, la coppia centrale è ben collaudata e complementare. Inizialmente entrambi segnano 45°, ma se uno per necessità deve aumentare l'altro diminuisce. La coppia è complementare, la somma precisa cade sempre sulle medesime due cifre: 90, insieme si forma il geometrico angolo retto, tanto ricercato in altre squadre, sofferenti ricercatrici di alchimie tra difensori centrali.

Broom broom? No
Ancora deludente Theo Hernandez in fase offensiva, almeno ad esclusione di un coast to coast... to coast to coast al minuto 44', ma è peggiore in campo certamente, peccatore nel deserto delle tentazioni, è lui a consegnare la porta a Quagliarella in occasione del momentaneo 0-1. E dovrei scrivere ciò nelle pagelle, ma davvero palese è lo sbaglio che non posso ritardare la trattazione nei consueti voti. L' impressione è che questo Milan abbia necessità di ricaricare il carburante.

LE PAGELLE
Il controllore dei palloni postali, Donnarumma 6:
diversi riflessi su pericolose finalizzazioni di testa eseguite con saggezza e tempismo, poi sul suo Trono di Pali siede il regalo di Quagliarella, lui è incolpevole. Tuttavia, segno sul taccuino una, una sola uscita, unità singolare! Una mal praticata nel primo tempo, fortunatamente in seguito nessuno riesce ad impattare con precisione, calibrando con squadra e matita il pallone.
Brezza di giugno, Saelemaekeres 5.5: quella posizione non è sua, non ci si trova, anzi ci si trovano gli avversari. Damsgaard circola e rimedia la sua ammonizione che gli costa il cambio ad inizio ripresa. È una brezza leggera, intendo che in Danimarca i venti sono assai più alti. Cloruro, Kalulu 6: entra e non sfigura. Ordinato, qualche discesa interessante sulla fascia, difensivamente non c'è brivido che ricordi visione di un film firmato Robert Eggers.
The lightouse, Kjaer 6.5: sventa diversi lanci con la testa, non solo nuca ma anche posizionamento intelligente. Mi fa balzare in piedi al minuto 10', sbarra tutto in inferiorità numerica accecando con la sua luce Gabbiadini, un faro che di giorno emana luce non solo sul centravanti di Calcinate, ma sventaglia ai compagni, proiettando illuminazioni sugli esterni del campo, però per il modesto pareggio più di 1-1 non posso consegnargli.
Big Tomatoe, Tomori 6: gara di personalità nelle chiusure, la schiena di Quagliarella ha diverse macchie di pomodoro a causa dei molteplici contatti, eppure il doriano riesce ad ingaggiare un duello interessante. Qualche sign error in fase di possesso, passaggi imprecisi qua e là.
Theo Van Gogh, Hernandez 4.5: grave l'errore che determina il delizioso gol di Fabio Quagliarella, spesso si spinge in avanti, ma è confusionario ed esce più volte sconfitto nei frequenti rimpalli. I dribbling raramente riescono e i cross sono mal calibrati, uno in particolare ricordo, alto e largo, spero voi non ve lo ricordate. Poi al 44' uno spunto da vero Hernandez, è ammonito Adrien Silva, ma il reale Theo l'ho visto per 20 secondi.
Apedemak, Kessie 6.5: presenza e quantità al servizio di Ibra e Donnarumma sui due lati del campo, dinamismo nell'ormai classico compito box to box. Purtroppo una delle sue quattro braccia, raffigurate in un dipinto del tempio egiziano di Naqa, non riescono ad inserire la sfera in porta per un immeritato successo.
Perry Mason, Bennacer 5.5: I blucerchiati sono figure losche da seguire per il campo, ma lui fa una gran confusione, non investiga come solitamente. La corsa per le strade è confusionaria e mal organizzata e non portano ad una conclusione ben definita del suo compito. Continuerà a seguire le tracce degli avversari Pete Strickland. Fedro, Tonali 5.5: non lascia il segno e sbaglia diverse aperture. La versione Zemeckis che ho descritto in uno dei miei ultimi articoli è, evidentemente, ancora distante.
Girella, Castillejo 5: arrotolarsi e distendersi, ma è caotico e poco pungente. Non conclude nè verso la porta nè trame interessanti a favore dei compagni. I suoi tentativi che lo vedono protagonista nel dibattersi su e giù per il campo non diventano mai emozionanti. Nella sua corsa matta fino al minuto 74' trovo poco brivido, ma non quello descritto sopra, per Kalulu, il brivido piacevole di un possibile squillo offensivo. La sua lotta individuale non porta ad alcuna strada Il figlio di Freyr, Hauge 7: il nostro Baby Bødo. È entrato poco convinto, forse, ma stavolta gli è riuscita la giocata. Imbeccato da Kessiè fa pareggio e viene impregnato il suo animo di fiducia. Ma manca poco. Però il suo nome sulla lavagnetta alla voce marcatori c'è. Il figlio di Freyr, nonché dio della primavera, quella è appena arrivata no?
Il viandante nella nebbia, Calhanoglu 5.5: nel finale è Audero a mano aperta a respingere, un "no" secco alle sue volontà. Non trova lo spiraglio, i corridoi che guarda presentano porte che sbattono, crudeli erano i difensori di Sir Claudio Ranieri. Commette diverse imprecisioni rilevanti, miei rimpianti di tifoso-spettatore.
Dera, Krunić 4.5: non vorrei essere troppo aspro perchè, come sempre, Dera ha mostrato il suo costante impegno. Offensivamente mi è difficile commentarlo, raramente riesce a salire ed a mostrarsi in possibilità di ricevere la sfera, di trattarla con il destro. Difensivamente forse qualcosina in più, c'è sacrificio, ma non era qualcosa di netto o significativo dentro i novanta minuti di gioco. A malincuore devo essere severo. Raptor, Rebić 6: il suo approccio è positivo. Suda i palloni, anche sbagliando ma si divincola e tenta. Soluzioni, anche personali, pressing continuo e qualche pallone recuperato. Ma forse di più poteva essere negli ultimissimi minuti, dove, con il 4-4-2 di rimpiazzo mi è parso meno presente sul terreno di Milano.
Benjamin Button, Ibrahimovic 5.5: il primo tempo è combattivo, ma contro il fuorigioco. Soffrendo la mancanza di compagni che abbassassero la linea difensiva avversaria con movimenti a tagliare in profondità spesso si è ritrovato al di là della linea difensiva avversaria. Farsi trovare più fuori gli ha garantito di toccare più palloni, ma non diventano mai o quasi occasioni. Reclama un rigore che, per me, non è da fischio arbitrale. Negli ultimi 20 minuti è assente nella manovra, forse, anche stanco. Il Re Leone non colpisce quasi mai palla con la crineria sui cross dell'ultima mezz'ora.
Mister, Pioli 5: hanno pagato anche alcune delle sue scelte, quelle "originali e deludenti". La squadra ormai ha diverse toppe mal cucite, il motore ronza ma ha perduto potenza. Il pareggio contro la Sampdoria di Ranieri, adesso decima in classifica, è un tributo giusto e necessario.

 

Damiano Fallerini