Forse tutti fin da bambini sognano di fare il calciatore, tutti compresi chi poi non riesce e deve appendere gli scarpini al chiodo per un motivo o per un'altro. Quando si sogna di divenire calciatori, si prende tutto sul serio, dagli allenamenti, alla pettinata alla moda accompagnata da cera o gel, dalla pulizia degli scarpini, e da quella sicurezza che si ha quando si mette piede in campo, dove ci si dimentica di tutto e si affronta l'avversario come se fosse sempre una finale di Coppa del Mondo. Ora si arriva ad un punto che potrebbe avere ben due motivazioni, e che oltre non può andare, perchè altrimenti è odio verso una persona, e l'odio non si può avere contro nessuno.

La storia che andiamo a raccontare è quella di Gianluigi Donnarumma, classe 1999 nato a Castellamare di Stabia, ma milanese di adozione, visto che fin dall'età di 14 anni entra nelle fila dell'Ac Milan. E' un portiere dalle caratteristiche importanti, è uno di quelli che ha già addosso le stigmate del predestinato a fare la storia, e questo lo capisce un certo Sinisa Mihajlovic, serbo di nascita ma italiano per i tantissimi anni da calciatore tra Roma, Sampdoria, Lazio e Inter oltre che da marito di una moglie Arianna Rapaccioni, romana che gli ha dato 4 figli; Viktorija, Virginia, Dusan e Nicolas tutti e quattro nati in Italia, anche se il tecnico ha anche un figlio riconosciuto nel 2004 venuto al mondo da una relazione con una donna sconosciuta. Il tecnico ha creduto fin da subito in quel giovane dalle grandi speranze, così era cresciuto in quei due anni di Primavera, arrivando in prima squadra con Filippo Inzaghi, ma senza esordire. Terzo portiere dietro Diego Lopez e Christian Abbiati, scala le gerarchie e arriva ad esordire appena due mesi dopo dall'inizio del campionato, è si scopre che è un tifoso rossonero da sempre, in una prima intervista. Un orgoglio per i tifosi milanisti, che lo portano in gloria e lo reclamano ad alta voce come titolare fisso. Poi il resto è storia ben nota.

Ora arriviamo all'addio di Gianluigi Donnarumma, che consapevole dei propri mezzi, ben sa che è uno dei migliori, se non il migliore in circolazione, arriva al punto di chiedere ben due aumenti d'ingaggio nel giro di tre anni, per il primo è accontentato, per il secondo la socità si rifiuta categoricamente di accettare tale richiesta e offre una cifra che il giocatore e il suo procuratore decidono di declinare, perchè troppo bassa, e attendono la fine della stagione 2020-2021 per scegliersi una nuova destinazione. Donnarumma sono già due anni che viene fischiato ed etichettato dai tifosi rossoneri Dollarumma, addirittura qualcuno gli lancia i soldi falsi in campo, che lui guarda e poi si volta. E' un portiere, e il suo mestiere volente o nolente lo continua a fare con indosso quei colori, che lui stesso ama, anche perchè continua a confermarlo. La stagione termina, e la società resta fermo sulle sue decisioni e si arriva alla rottura definitiva; Donnarumma non sarà più il portiere Milan. La Juventus è sulle sue tracce, ma il PSG offre un contratto molto importante, Donnarumma lascia la Serie A e si trasferisce in Ligue 1, non sa se sarà il titolare, ma accetta la nuova sfida. Nel frattempo in estate Donnarumma diviene campione d'Europa con la nazionale italiana, risultando uno dei migliori degli Europei 2020 (2021), entrando nella best 11 della UEFA, con altri quattro compagni di nazionale. 

Il 6 Ottobre 2021, Donnarumma torna allo stadio Giuseppe Meazza di Milano, non da avversario, ma con la maglia azzurra addosso, quindi ci si aspetta che i tifosi italiani siano tutti orgogliosi di quei ragazzi che avevano riportato la seconda vittoria europea a distanza di 52 anni (53, 2021), eppure se all'inno nazionale sale alto il canto, alla prima palla che tocca il portiere ecco che un gruppo sparuto lo comincia a fischiare, e poi ancora, e ancora, fin quando il portiere perde la concentrazione, provato da quei fischi, che fanno male, troppo male, ben sapendo che chi lo fischia fino a poco tempo prima lo osannava in maglia rossonera. Ma la bellezza di essere 'veri' italiani è quando lo stadio intero al tocco di palla del portiere sormonta quei fischi con un applauso forte e deciso ogni volta, coprendo quelli che a tutti gli effetti non si possono chiamare tifosi italiani, ma che hanno speso i loro soldi solo per fischiare un ex giocatore della loro squadra, e che continuano nell'imperterrito ruolo di fischiatori. 

Da italiano mi vergogno di loro, perchè fischiare un ex calciatore della propria squadra, che indossa i colori di un'altra squadra che sia rivale o meno, ci può stare, e ci sta, ma fischiare uno che ti ha fatto vincere gli Europei e indossa la maglia della tua nazione, è davvero da poveri beceri, da gente che non dovrebbe nemmeno essere considerata italiana, e che spero si facciano un mea culpa in futuro, perchè dovrebbero mettersi nei panni di un ragazzo di poco più di vent'anni che si sta costruendo un futuro, e se questi non l'ha voluto costruire nel Milan, soldi più o meno, è sempre un suo volere e quindi va rispettato, giusto o sbagliato che sia.
Donnarumma è in primis un italiano, il nostro portiere della 
nazionale, e un italiano che sta davanti a tutti nella classifica dei migliori portieri al mondo, e questo deve essere un orgoglio, visto che nel mondo sia al centro di polemiche varie, dove l'italiano è letteralmente 'smerdato' da tutti, e che si porta la scomoda etichetta che ben tutti conosciamo, e quando riesce a mettersi con le unghia e con i denti davanti agli altri va lodato e non insultato, perchè la bellezza di essere dei veri italiani è proprio questa, quella di far sentire quando un italiano è il migliore di tutti in un lavoro e quest'anno l'Italia ha vinto su tutto e tutti in varie discipline.

Quindi da italiani riconosciamo ad un nostro connazionale tutto il suo valore, che sia un ex della nostra squadra, o che sia un avversario in una squadra rivale, perché l'importante è che sia rispettato, anche se questi non ci ha rispettato, e a volte è meglio il silenzio che quei fastidiosissimi fischi da anti-italiani, perché fischiare uno che indossa la maglia azzurra non fa male solo a quella persona ma a tutti quelli che la indossano.