Ha aperto i battenti la tournée tedesca della Fiorentina. Il primo appuntamento è a Duisburg, per la "Cup of Traditions", organizzata dalla squadra locale militante in seconda divisione, che coinvolge Athletic Club e Fulham in un torneo basato su semifinali e finale di quarantacinque minuti ciascuna. I viola – sbarcati ieri in terra teutonica – hanno sfidato la società tedesca nella gara inaugurale: partita a reti bianche e vittoria ai calci di rigore.

Stesso identico esito per la finalissima, nella quale hanno battagliato la Viola e la compagine londinese del Fulham, risalita in Premier League dopo diversi anni di purgatorio in Championship.  Un minitorneo importante per la squadra di Pioli, non fosse altro per la possibilità concessa a gran parte dei giocatori in rosa, che ne hanno così approfittato mettendo benzina nelle gambe. Le note positive di giornata hanno la forma di due giovanissimi: il portierino Lafont - davvero un ottimo acquisto - e lo slovacco Hancko, da molti etichettato come il "nuovo Skriniar" (paragone arduo ma affascinate). 

Il resto della squadra non si è distinto in maniera particolare e sembrano essere visibili in filigrana i difetti dello scorso anno: un'ovvietà visto che, salvo Lafont, il mercato viola è in standby. Nonostante ciò, la fiducia dei Della Valle nei confronti di Pantaleo Corvino è immutata, quasi granitica. Se volessimo analizzare a fondo la questione-Viola, la partenza di Badelj verso la Lazio ha privato il centrocampo del metronomo della squadra, la quale ne risente in maniera evidente. La scelta di far traslocare il croato ha avuto anche un'altra conseguenza negativa: Veretout, uno dei top scorer della scorsa stagione, è stato giocoforza dirottato in mediana, almeno finché l'apprendistato del danese Norgaard non inizierà a dare i frutti sperati.

L'attacco è sembrato avere le polveri bagnate: il giovane sloveno Vlahovic pare troppo acerbo - si è "mangiato" un contropiede calciando verso al porta troppo frettolosamente -; il grande protagonista della scorsa annata, il figlio d'arte Simeone, è apparso anch'egli poco lucido di fronte allo specchio avversario. Per quanto riguarda gli altri elementi che hanno calcato il campo oggi, Eysseric è palesemente fuori dagli schemi e dal progetto Viola, mentre ci si chiede come abbia fatto un giocatore come Dicks a strappare un contratto in Serie A: l'olandese non giocherebbe in cadetteria, per essere buoni...

Nonostante sia troppo presto e arduo dare sentenze, visto che si tratta pur sempre di "calcio d'agosto" (anzi, di luglio), è lapalissiano che questa squadra sia un cantiere: mancano almeno tre titolari ed un paio di riserve che possano subentrare senza creare troppi grattacapi a Pioli e che abbiano possibilmente già una certa esperienza in Italia. Conoscendo il modus operandi di Corvino come direttore sportivo, la vedo dura. Anzi, durissima.

Chiosa finale per Alban Lafont: acquistare un talento del genere per soli 8.5 milioni è stata un'impresa fenomenale. Peccato non basti per far cambiare idea ai tifosi su un mercato deludente e che stenta a decollare. Il "Donnarumma Francese" - soprannome, questo, di dubbia provenienza - ha parato due rigori al Duisburg (Nauben e Wolze) e un altro penalty a Sessegnon del Fulham nell'atto conclusivo del torneo. Da ammiratore del ragazzo, ancora non riesco a capacitarmi di come sia stato possibile per Corvino acquistare un talento del genere a quel prezzo di saldo. Almeno per quanto riguarda la porta, i tifosi viola possono dormire sonni tranquilli.