Se Pirlo non fosse stato Pirlo, sarebbe già stato esonerato da tempo. Il suo passato da calciatore da togliersi il cappello, e il suo recentissimo passato da opinionista, hanno costruito sicuramente un sistema di protezione efficace. C’è grande compassione più che comprensione verso Pirlo. Ma non è per questo motivo che Agnelli non lo ha ancora esonerato. Pirlo è stata la sua scommessa di rinnovamento della Juventus. Fallita. Doveva agganciarsi questa scommessa alla SuperLeague, che al momento è in fase di sospensione, nell’attesa di capire come finirà la resa dei conti in atto. Sarà lunga. La Juve ha fallito il record dei dieci scudetti consecutivi, ha fallito l’obiettivo del triplete, di vincere la Champions. I cicli si chiudono. Quello della Juventus si è chiuso. Finalmente. Sinceramente non se ne poteva più di vedere vincere per nove anni consecutivi sempre la stessa società. C’è stato l’intermezzo nerazzurro che forse non si ripeterà. Eccezione alla regola. Visti i casini societari in atto dalle parti di Milano. Fino alla fine era il motto bianconero. Ha tre partite difficilissime innanzi al proprio cammino, vincerle tutte forse non potrà neanche servire, perché la Juventus non è più padrona del proprio destino. E la beffa delle beffe sarebbe se il KO definitivo arrivasse con l’Inter di Conte. Anche se a dirla tutta la Juve potrebbe pur qualificarsi in Champions per poi essere esclusa d’ufficio dalla UEFA per la vicenda della SuperLega.

Fino alla fine. Come il Titanic. Un gigante che ha stupito il mondo, per i suoi record, per poi affondare al primo ostacolo incontrato sulla propria rotta. Così è stato per la Juve. Affonda. Come il Titanic. Capita. Una società che nella sua storia ne ha vissute di cotte e di crude, si è sempre rialzata, per poi ricadere. Fino alla fine di una storia che non è ciclica come diceva Polibio, perché ognuno è causa dei propri mali. Una cosa è certa: la prossima stagione sarà segnata dal segno dell’incertezza totale. Cosa mai successa nella recente storia della Serie A.