La storia di ieri la sapete tutti. Inutile, dunque, continuarla a ripetere e urlarla ai quattro venti anche perché da tifoso della Juventus, ve lo dico con franchezza, mi dà fastidio. "Che stai a rosicà?" Si, sto rosicando. E credo che sia anche piuttosto normale: una squadra che vince praticamente sempre non abitua i propri tifosi a perdere. E quando si perde e accadono delle situazioni delicate come successo in Juve-Napoli di ieri sera, allora si vede chi è il vero tifoso e chi l'occasionale pronto magari a salire sul carro a fine campionato. "Quindi sei così certo che la Juventus vinca questo scudetto?" Di certo esiste solo la morte e il pallone d'oro a Ronaldo o Messi. E non posso essere sicuro che Madama riesca a portare a casa il settimo scudetto di fila dopo la sconfitta pesante contro il Napoli. Diciamo che in questo momento preferisco mettere le mani avanti. E non può essere diversamente dato anche il calendario sfavorevole ai bianconeri e di gran lunga più agevole per i partenopei... 

Si può capire però cosa diamine sia avvenuto ieri? A saperlo... Non lo sanno nemmeno i calciatori, l'allenatore e la società che si aspettavano una partita diversa. Una partita in cui doveva emergere prepotentemente il DNA bianconero, quello della vittoria. Così non è stato. Penso che di una cosa non ci possono essere dubbi: la partita di Madrid ha fatto più male di quanto potessimo immaginare all'inizio. Purtroppo, non dovremmo più parlare di quella maledetta serata, però è innegabile che il rigore, la rete di CR7, Crozza e tutto il contorno ha dato una grande botta mentale anche a una grandissima squadra quale è la Juventus. Come ha detto giustamente Allegri nella conferenza stampa della vigilia della "finale-scudetto", i calciatori hanno fatto uno sforzo enorme per il match contro la Sampdoria perché le scorie erano ancora presenti e gli effetti si sono avvertiti contro il Crotone prima e contro il Napoli poi. 

Quindi mi direte voi: "Giustifichi la prestazione orribile di ieri sera?" Assolutamente no. Non giustifico né condanno una squadra che ha vinto sei campionati consecutivi e che si ritrova ancora in testa alla classifica. Nonostante tutto. Detto questo, non si può assistere a una gara dove tu Juve, prima della classe, tra le più forti al mondo, non riesci a tirare una volta in porta in 90 minuti di gioco. E' assurdo e irrispettoso nei confronti della tifoseria che avrebbe voluto vincere per chiudere il discorso scudetto. Ovviamente. Perché ora è di nuovo tutto in discussione, malgrado si ha ancora un punto di vantaggio da conservare e difendere con le unghie e con i denti. L'idea che mi sono fatto io, che magari vale meno di zero, è la seguente: Allegri non è che non l'abbia preparata bene, l'ha preparata come al solito. Giocando una partita di contenimento nel primo tempo con la speranza di stancare il Napoli per poter dare il colpo di grazia decisivo nella ripresa. Il tecnico livornese ha sempre preparato così questo tipo di partite. Non lo scopriamo ieri, nè tantomeno lo scopriamo oggi. 

Il problema è che quando si vince va tutto a meraviglia, quando si perde si attacca l'allenatore, i giocatori e tutto l'ambaradan che ne concerne. Un altro appunto a mio modesto parere rilevante: quest'anno la Juve, a differenza dei precedenti, è arrivata scarica mentalmente e fisicamente al cruciale periodo di marzo/aprile, benché la rosa sia di gran lunga più profonda. A rovinare la frittata sono stati i numerosissimi infortuni che hanno compromesso la gestione del reparto offensivo (Bernardeschi non è ancora al top, stesso discorso per Juan Cuadrado) e ritorniamo sempre lì, al Bernabeu. Codesti fattori rischiano seriamente di compromettere il traguardo storico per la Vecchia Signora, ossia il raggiungimento dell'obiettivo del settimo scudetto. E in questo "purpurrito" aggiungeteci anche come mezza Italia tifi apertamente contro la Juventus e la meta è sempre più lontana... 

Ci sarà da combattere e da sudare, da soffrire e da ritrovare la compattezza in vista della prossima partita contro l'Inter decisiva per le sorti del campionato. Ci sarà da giocare quattro finali e da ammutolire Insigne che ha dichiarato come sia lapalissiana la sconfitta della Juve: "Sono abituati a perdere finali." Se la Juve torna a fare la Juve, non ce ne sarà per nessuno con buona pace di Napoli, Milano, Roma e compagnia bella... Ricordatevi del nostro motto estorto da chi non ha una tradizione di vittorie alle spalle e ora "si fa la bocca": FINO ALLA FINE!